Formula 1

Ferrari SF-23: si indaga su comprensione più che prestazione

C’è una Ferrari che vince e lo fa in maniera clamorosa. Il trionfo nella 24 ore di Le Mans, nell’anno del centenario, è un inno alla programmazione e al lavoro fatto con impegno e abnegazione. Maranello è entrata in punta di piedi in una serie dalla quale mancava, come squadra ufficiale, da decenni e ha saputo sbaragliare una concorrenza agguerrita e abituata alla categoria. 

Ma la vittoria della Rossa a ruote coperte è anche un successo comunicativo. Pochi proclami, registro mediatico moderato, nessuna uscita roboante come quelle a cui abbiamo assistito a metà febbraio che ancora riecheggiano sui paddock della F1 che ancora aspettano di vedere quella “Ferrari più veloce di sempre”.

L’affermazione su riportata è ascritta a Benedetto Vigna che è il collante tra due mondi. Uno che funziona alla grande e che si è preso la ribalta nonostante sia diventato nicchia, mediaticamente parlando, in Italia (valutazione fatta esclusivamente sull’attenzione che la stampa dedica a questa branca romantica del motorsport); l’altro che vede un Cavallino Rampante ancora sofferente e incapace di correre veloce. 

La Ferrari 499P alle prime luci dell’alba nella 24 di Le Mans 2023.

Ieri Charles Leclerc ha espresso parole di sincera e soddisfazione nell’accogliere la vittoria di un team in cui componenti conosce bene. “E’ stata un’emozione incredibile vedere la Ferrari tornare a vincere qui dopo tanto tempo. Peccato solo per la 499P n°50 che è stata esclusa dalla lotta per il podio per un problema tecnico. Sono molto contento per tutti, è una felicità unica. Non so quando e se succederà, ma sarebbe per me un onore correre qui, un giorno, con la Ferrari“.


Ferrari: cinque gare per catalogare la stagione 2023

L’auspicio del monegasco potrebbe certamente concretizzarsi in un futuro non lontano, ma la realtà attuale si chiama Ferrari Sf-23. E i pensieri sono rivolti alla soluzione dei problemi e all’imminente Gp del Canada, ultimo appuntamento di giugno che precede un luglio letteralmente infuocato con quattro gare in cinque weekend: Austria, Gran Bretagna, pausa di una settimana, Ungheria e Belgio prima delle ferie agostane imposte dal regolamento. 

Cinque gran premi, un mese e mezzo in cui si giocano i destini della stagione della Ferrari che, col pacchetto di update presentato a Barcellona non ha risolto i mali che affliggono una vettura che, possiamo dirlo senza ledere alcuna maestà, è nata maluccio considerando che è lontana anni luce dalla Red Bull e che sovente deve inchinarsi anche alla Aston Martin e alla Mercedes

Una classifica asfittica, un solo podio (P3 per Leclerc in Azerbaijan, ndr), e una montagna di delusioni provocata da una monoposto illeggibile e che sembra restia a farsi curare nonostante gli interventi massicci che gli ingegneri hanno approntato. Charles Leclerc si è lamentato delle incongruenze che affliggono la Ferrari SF-23 e che la avvolgono in una nebulosa impenetrabile. 

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

All’inizio della nuova era tecnica abbracciata dalla F1, la Ferrari sembrava aver capito meglio di ogni altro team i segreti delle vetture di nuova generazione. Ma la cosa è durata poco visto come Red Bull ha recuperato e dato scacco matto a tutti. Maranello si è ulteriormente complicata la vita attraverso errori strategici, problemi di affidabilità, qualche topica di pilotaggio e, infine, con una rivoluzione interna che ad oggi non sta pagando. Serve tempo per applicare il modello Vasseur, peccato che qualcuno si sia scordato di annunciarlo mentre parlava di prestazioni mirabolanti che avrebbero lasciato tutti a bocca aperta.  


Ferrari: la SF-23 è una vettura indecifrabile

Tecnicamente, Leclerc e Sainz, si ritrovano con una macchina che lotta, perdendo, con il degrado delle gomme. Da qui un comportamento diametralmente opposto in base alle sessioni: una vettura veloce al sabato e quasi disastrosa in gara poiché non se ne riesce ad anticipare il comportamento. 

Leclerc, parlando della sua automobile, ha evidenziato come questa sia un dilemma irrisolto. Il pilota cresciuto nella FDA ha spiegato che con un tipo di gomma ha sottosterzo. Comportamento che si trasforma repentinamente in sovrasterzo con un altro tipo di mescola. Ciò nella stessa gara e nelle stesse condizioni. E con il medesimo stile di pilotaggio. Un rompicapo che ad oggi i tecnici del team non hanno risolto. Una soluzione non sembra essere vicina. 

il monegasco Charles Leclerc (Scuderia Ferrari)

Charles ha spiegato come sia difficile operare in questo quadro quando ci sono troppe variabili non valutabili che rendono il tutto più confuso. “E’ molto difficile lavorare sulle incoerenze, specialmente quando fai esattamente la stessa cosa con set diversi“. Ecco perché l’obiettivo concreto degli ingegneri non è tanto la prestazione pura, bensì la comprensione basilare del mezzo. O, per meglio dire, il superamento delle incongruenze ben descritte da Leclerc

La svolta stagionale dipenderà da questo elemento che sta diventando cruciale. Anche perché capire questa macchina darà la possibilità di impostare un 2024 migliore. Se adesso possono valere le attenuanti per l’ennesimo campionato sottotono causato anche dalla rivoluzione organizzativa tutt’ora in corso, meno pazienza ci sarà in chiave 2024 quando, senza se e senza ma, la Ferrari dovrà essere assoluta protagonista e non una scuderia in lotta per la medaglia di legno. Le risorse ci sono, le competenze pure. Il trionfo di ieri nel WEC funga da stella polare da seguire.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto copertina: Alessandro Arcari

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano