Formula 1

Ferrari fissa l’obiettivo stagionale della SF-23

Ferrari in F1 è un mondo a parte. Sì perchè la rossa, nel bene o nel male fa sempre parlare se. Anche quando, come nell’attualità, le cose non vanno come dovrebbero. La SF-23, vettura dalle velocità iperuraniche secondo le premonizioni di Vigna, amministratore delegato del Cavallino Rampante, ha deluso tifosi, piloti, meccanici, ingegneri e addetti al lavoro.

Si vince sempre l’anno prossimo, a quanto pare”. Frase gettonatissima tra supporter e detrattori del team di Maranello. Purtroppo tale scenario prosegue la sua corsa indisturbato da anni. Dall’oramai lontano 2008, per essere esatti, da quando la scuderia italiana vinse l’ultimo mondiale costruttori sommando i punti di Kimi Raikkonen e Felipe Massa.

Successivamente solo tante delusioni. Qualche mondiale sfiorato con Fernando Alonso, stagioni 2010 e 2012, speranze andate in fumo anzitempo nonostante le potenzialità con Sebastian Vettel, campagna 2017 e 2018. Poi lo scorso campionato, anno zero regolamentare. Una monoposto valida, la Ferrari F1-75, forgiata tramite concetti aerodinamici differenti che sino alla famigerata diretta TD039 pareva capace di giocarsela con Red Bull.

Successivamente arriva la doccia scozzese “subita” durante i pre season test 2023. Un schiaffo in pieno volto. Qualcosa di fortemente inaspettato considerando le risorse investite e i proclami di cui sopra. Per questa ragione la veste aerodinamica cambia. Lo abbiamo visto e documentato in Spagna, analizzato dei dettagli questa mattina attraverso uno scritto dedicato, dove spieghiamo come la filosofia inwash limita l’alimentazione delle strutture vorticose nel diffusore.


Ferrari conferma lo step evolutivo prodotto dagli update

Validare un concetto aerodinamico di una vettura di F1, considerando l’assenza totale di test in pista, resta un compito assai arduo. Ci sta provando la rossa che in terra catalana ha presentato diverse modifiche sulla SF-23: pance, fondo ala posteriore. Una conversione parziale verso la filosofia Red Bull. Una sorta di ibrido che, parole di Frederic Vasseur, team principal Ferrari, avrebbe prodotto i risultati attesi.

Monaco a parte, circuito sul quale fare paragoni risulta impossibile per la particolare natura del percorso cittadino, se si paragona il rendimento della vettura modenese sciorinato nella penisola iberica con quello ottenuto in Florida, il fatidico passo avanti è arrivato. Questa la convinzione del tecnico ex Alfa Sauber.

Frederic Vasseur, team principal della storica Scuderia Ferrari

L’ingegnere di Draveil lo sostiene caldamente, commentando come durante il sabato, nella confusa sessione classificatoria, lo spagnolo Carlos Sainz ha conquistato la prima fila accanto al fenomeno Max Verstappen. Per quanto concerne la domenica, malgrado la grande usura delle gomme che di fatto ha limitato il passo della SF-23, il riferimento che fa ben sperare consiste nell’aver battuto senza problemi la rivelazione del campionato, al secolo Aston Martin AMR23.

Ciò malgrado il traguardo ottenuto non soddisfa appieno l’eforato italiano. Il lavoro da fare è ancora tanto. Lo sottolinea in qualche modo Mercedes, capace di correggere la propria monoposto e ottenere riscontri senza dubbio migliori della Ferrari. Il delta prestazionale tra qualifica e gara resta troppo ampio. Mentre quello del team con sede a Brackley sembra diminuire.


Mercedes metro di paragone per la Ferrari

La scuderia tedesca ci sa fare. Sbaglia, ha sbagliato, ma possiede una capacità di reazione molto grande. Frutto di una chiara organizzazione costruita nel tempo attraverso operazioni mirate. Un gruppo coeso supportato da una strutta lavorativa all’avanguardia. Caratteristiche che purtroppo, in questo momento, latitano all’interno della GES.

L’intento della Ferrari è quello di battere Mercedes, unico target possibile secondo le parole di Vasseur. Una volta risolte le problematiche che vietano la costanza competitiva, forse, la SF-23 potrebbe essere in grado di mettere dietro la W14 nelle prossime 15 gare che separano la F1 dalla pausa invernale.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1) – durante il Gran Premio di Spagna 2023

L’impresa resta ardua a questo punto, tenendo presente la suddetta capacità della scuderia teutonica di rimediare a contesti inadeguati. La speranza è nutrita dalle capacità espresse sul giro secco che, rispetto a Miami, secondo Frederic, hanno rivelato il potere intrinseco e ancora non sbloccato della vettura emiliana.

Tuttavia resta un fatto: l’incapacità degli stessi tecnici di spiegare determinate performance negative a sprazzi all’interno della medesima corsa. “E’ davvero difficile prevedere da una pista all’altra dove saremo performanti o meno“. Ecco. Su questo punto arriva la chiosa finale. Correggere questo tipo di scenario risulta indispensabile, aspetto sul quale gli sforzi profusi sono davvero tanti.


Autore e immagini: Alessandro Arcari – @berrageiz

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Pubblicato da
Zander Arcari