Formula 1

Ferrari: update promossi, ma le performance sul lungo periodo restano imprevedibili

La prestazione della Ferrari sul tracciato del Montmelò non è stata all’altezza delle aspettative in merito all’introduzione del primo importante update della stagione prodotto dall’area tecnica del Cavallino Rampante. Almeno questa è la sensazione degli addetti ai lavori che ipotizzavano uno step delle performance offerte dalle monoposto di Maranello.

La F1 insegna che non esistono correttivi miracolosi, capaci di colmare vulnerabilità strutturali di un progetto tecnico non vincente. Ovviamente era lecito aspettarsi un progresso sulla gestione degli pneumatici in gara, vera debolezza della SF-23 evidenziata sin dal primo round in Bahrain. I feedback dei piloti sono stato impietoso specie quelli di Charles, “passeggero” di una vettura dal comportamento perennemente diverso tornata dopo tornata.

Un film già visto: modifiche che non replicano in pista le prestazioni apprezzate nelle simulazioni. Negli anni la massima categoria del motorsport è cambiata in nome della sostenibilità ecologica ed economica. L’entrata in vigore del budget cap non consente alle squadre di produrre un aggiornamento dai risultati poco incoraggianti a cuor leggero.

Jock Clear, Performance Engineer della Scuderia Ferrari

Nonostante i volti scuri dei piloti, però, gli ingegneri della rossa sembrano soddisfatti della strada intrapresa nel processo di evoluzione della monoposto. Secondo Jock Clear, Performance Engineer della scuderia italiana, il package di soluzioni introdotte in Spagna ha garantito un miglioramento del passo gara. Il britannico ha fornito anche l’entità del progresso stimato in circa due/tre decimi al giro.

Ovviamente si tratta di una stima basata sulla comparazione delle performance della specifica base rispetto a quella evoluta ed elaborata nel contesto virtuale. Del resto non si sono svolti i test invernali sul circuito iberico, pertanto non si aveva alcun termine di paragone rispetto alla specifica di base. Secondo Clear il ritorno al layout originale del Circuit de Catalunya ha penalizzato le rosse, in quanto il ripristino della velocissima curva New Holland ha messo in evidenza l’inferiorità della SF-23 nelle curve ad elevata velocità di percorrenza.

E pensare che l’orribile chicane tra le curve Europcar e New Holland è stata per anni il tallone d’Achille di molte vetture emiliane del passato (SF-90 in primis). Insomma, come da troppo tempo accade, piccoli fattori sembrano remare contro la storica scuderia italiana. Tuttavia, realisticamente, può una modifica alla geometria del tracciato mettere in crisi il passo gara di una monoposto?

Nonostante le legittime perplessità, l’ex ingegnere di pista di Kimi Raikkonen è convinto che la strada progettuale intrapresa possa fornire margini di sviluppo superiori rispetto alla veste aerodinamica di base dalla quale, probabilmente, non si poteva estrarre ulteriore prestazione.

Al tempo stesso rispedisce al mittente il pensiero che le nuove linee della monoposto 2023 siano frutto della fisiologica convergenza verso il concept aerodinamico di riferimento, quello vincente della Red Bull che tanti vantaggi aerodinamici sta offrendo alla scuderia campione del mondo in carica.


Ferrari: svolta progettuale necessaria dagli effetti imprevedibili sul lungo periodo

Nonostante i piccoli passi nella corretta direzione, Clear non si sbilancia sulla competitività della SF-23 nel medio-lungo periodo. L’inglese di Portsmouth ha dichiarato che gli ingegneri di Maranello confidano di poter estrapolare la prestazione apprezzata a singhiozzo nelle qualifiche anche sul passo gara. Ciononostante non è al momento prevedibile dove porterà la strada intrapresa sul lungo periodo. Affermazione abbastanza preoccupante in chiave 2024.

La Ferrari SF-23 nel corso delle qualifiche del gran premio di Spagna

La stagione in corso potrebbe diventare una lunga sessione di test itinerante nelle prossime tappe del mondiale. Sulla base di tali incertezze su quali fondamenta sta’ prendendo forma il progetto per il prossimo anno? Attraverso le parole del performance engineer sembra evidente che l’area tecnica della storica scuderia italiana stia navigando a vista, aspetto che fa tremare i polsi soprattutto in ottica 2024.

La speranza è che il miglioramento intravisto in terra iberica diventi sempre più evidente grazie ai prossimi correttivi. Sarebbe un segnale incoraggiante per il futuro, anche perché la concorrenza (Mercedes docet) non resterà certamente a guardare. Da anni le monoposto di Maranello crescono sensibilmente meno rispetto ai rivali nel corso della stagione.

Probabilmente il primo vero target della gestione targata Vasseur è quello di alzare l’asticella in termini di reattività e capacità di evoluzione di un progetto che ha disatteso le aspettative della vigilia.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Zander Arcari