Sainz comincia a sentirsi assai stanco di non vincere in Ferrari. A segnare in maniera epocale l’annata 2021 fu il suo arrivo a Maranello. Tante le voci sul suo conto, ritenuto una scelta di ripiego, che da subito agitò malelingue e detrattori dello spagnolo. Carlos non suscitava troppa fiducia. Non sovreccitava l’animo dei tifosi e in molti erano preoccupati.
Ma d’altronde in un paese così passionale, sottolinearne il nome risulta alquanto superfluo, tutto suole assumere un aspetto tremendamente complicato. Anche, o forse meglio dire soprattutto, quando l’appoggio incondizionato sarebbe più che necessario. Un supporto durante i momenti più duri in grado di elargire fiducia e non l’esatto contrario.
Che la Ferrari in determinate occasioni sia il proprio peggior nemico è lapalissiano. Un’evidenza talmente ovvia e manifesta sulla quale si basano difficoltà addizionali del tutto non necessarie. Ma se le cose non sono mai cambiate nel corso degli anni ci sarà un motivo e difficilmente, pertanto, potranno mutare nel prossimo futuro.
La critica pende sempre dal labbro saccente di chi, orgoglioso dei colori “tifati”, si auto insigne della facoltà di giudicare i protagonisti, senza rimorso alcuno, quando le cose non vanno come dovrebbero. Per contro, la facile esaltazione dello scenario positivo non conosce limiti. Il Cavallino Rampante è soggetto a tale narrazione da sempre e come detto sempre lo sarà.
Non tutti i piloti di Formula Uno sono campioni ma comunque possono diventarlo. Non ci riferiamo al talento, quello non è in vendita su Amazon, ma bensì al titolo iridato. Certo che, per fregiarsi di tale onore, serve una preparazione congrua sommata ad abilità di pilotaggio non indifferenti. E non ultimo, è ovvio, una vettura che corre come un treno.
La carriera di Carlos nella massima categoria del motorsport non è stata semplicissima. Avere a che fare con un certo Max Verstappen, ad esempio, considerando il talento del pilota di Hasselt e tutto l’appoggio del quale l’olandese godeva all’interno del team, l’allora Toro Rosso, poteva destabilizzare la sua crescita. Così non è stato perché Sainz ha sempre avuto le palle a livello caratteriale, proprio come suo papà.
E allora la sua parabola ascendente ha trovato gloria, e soprattutto un atro volante in F1, quando la spietata legge di mercato Red Bull lo ha allontanato da Faenza. Un annetto in Renault, dove non hanno creduto in lui lasciandolo sulla graticola durante tutto l’arco del campionato. Due stagioni in McLaren con discrete fortune sino a quando, nella primavera maledetta dal Covid-19, mondiale 2020, Vettel viene “cestinato” in anticipo e Binotto annuncia la firma dell’iberico con la Ferrari.
Tante e belle le parole profuse a quei tempi da Sainz: “Non arrivo per fare il secondo pilota. La dirigenza mi ha messo sullo stesso piano di Leclerc“. Chissà… Magari era pure vero. I fatti però sembrano raccontare il contrario a iniziare dalle uscite “binottiane” infelici. Una su tutte: “Con Charles abbiamo fatto un investimento a lungo termine. Siamo pienamente convinti che riuscirà a essere un campione del mondo. Quando la Ferrari produrrà una macchina capace di battagliare per il titolo, sarà Leclerc la persona incaricata a guidare questa campagna.“
L’unica verità sembra essere una: Sainz avrebbe la possibilità di laurearsi campione del mondo e in un certo senso lo meriterebbe pure. Tuttavia la rossa non li concederà mai questa opportunità sino a quando il monegasco stringerà tra le mani un volante italiano. Sebbene “Del doman non v’è certezza“, come sosteneva Lorenzo De Medici nel Canto Carnascialesco, l’auspicio del madrileño nell’assumere le fattezze di prima guida Ferrari non esiste.
Questa è la semplice ragione per la quale, interpellato dal collega e amico Roberto Chinchero, a precisa domanda Carlos ha risposto che la priorità del prossimo inverno mira a fare chiarezza sulla sua posizione. Il tutto verso un obiettivo esplicito: vincere con la rossa se le future monoposto saranno all’altezza.
Se questo non sarà possibile, parole sue, sarà costretto a guardare altrove. E tenendo presente i ragionamenti realizzati nei paragrafi precedenti, questa opzione non sembra poi così tanto campata per aria…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari