Analisi Tecnica

Ferrari SF-23: quel dubbio tecnico che attende conferme

Un’importante update come quello prodotto dalla Ferrari necessita di tempo per essere effettivo. Lo abbiamo ribadito più volte in tempi non sospetti, sottolineando come definire fallimentari gli aggiornamenti osservati in terra catalana non fosse corretto. Il team di Maranello è cautamente soddisfatto. Lo afferma Jock Clear, senior performance engineer, supportato dalle parole di Frederic Vasseur, team principal della rossa.

In tal senso la prova del nove non arriverà in Canada. La pista intitolata all’indimenticato Gilles Villeneuve propone una nuova sfida, senza dubbio. Tuttavia per validare il pacchetto aerodinamico servirà ancora un mesetto circa, tempo nel quale i tecnici italiani, forti della raccolta dati, saranno in grado di farlo funzionare a dovere. Si tratta di capire, insomma, come direbbe il buon Binotto, per poi estrapolare tutte le potenzialità sino ad ora inespresse.

Ciononostante la campagna agonistica 2023 prosegue il suo cammino. La prossima tappa iridata ha il suo perchè. Un tracciato sul quale Ferrari ha quasi sempre proposto buone performance. L’obiettivo del fine settimana, però, non è legato esclusivamente ai risultati. Quest’ultimi senza dubbio sono importanti. Ma come detto, in questo momento, lo è molto di più continuare a percorrere la curva di apprendimento sull’indecisa SF-23.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-23 durante il Gran Premio di Spagna edizione 2023

La monoposto con su il Cavallino Rampante è bizzosa. Più di quanto sembra, addirittura. Difficilmente decifrabile in vari contesti, mette in difficoltà i suoi piloti troppo spesso, impegnati nel mero adattamento al mezzo meccanico e proporre la miglior versione di se. Condizione limitante che di riflesso incide negativamente sui riscontri cronometrici.


Ferrari SF-23: veste aerodinamica in perfezionamento

Il cruccio intrinseco della SF-23 resta la gestione gomme. Non tanto durante la fase classificatoria, momento nel quale, tranne in alcune occasioni, l’auto modenese riesce comunque a esprimere un ottimo rendimento in linea generale. I grattacapi soggiungono quando si deve affrontare un long run e di riflesso le caratteristiche negative emergono perentorie.

Lo studio del setup prima degli aggiornamenti non ha prodotto particolari benefici. Per questa ragione, nell’attesa di ottimizzare gli ultimi update, si adottano precise configurazioni aerodinamiche. Più carico, migliore gestione gomme. L’equazione della frase precedente non fa parte della mentalità attuale della Ferrari. Sembrerebbe un controsenso, ma non lo è.

Aggiungere deportanza installata tramite le ali della vettura, infatti, sebbene aiuterebbe nell’amministrazione delle coperture favorendo peraltro velocità di percorrenza superiori in curva, sommerebbe una cifra negativa alla di per se già penalizzante resistenza all’avanzamento. Caratteristica endemica della SF-23. Proprio su questo l’impegno massimo dei tecnici.

la Ferrari SF-23 aggiornata durante il Gran Premio di Spagna 2023

Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, l’intento consiste nel contenere il degrado utilizzando un’impostazione aerodinamica più “sbarazzina”, capace di limare il delta sul drag patito nei confronti della solidissima Red Bull RB19. Il provvedimento è tutt’altro che semplice, naturalmente. Utilizzare la domenica per studiare tale principio, inoltre, porta a risultati al di sotto delle attuali potenzialità.

Tuttavia pare essere l’unica strada percorribile se la volontà è quella di comprendere appieno determinati concetti e avvicinarsi alla filosofia Red Bull. L’aggiornamento proposto attraverso lo scivolo downwash mantenendo lo scavo nella parte superiore delle pance mira proprio a questo risultato. Renderlo fattuale vorrebbe dire centrare un primo obiettivo verso la risalita.


Ferrari: stabilizzare il rendimento della SF-23 in gara

Rendere prevedibile la rossa resta la prima finalità. Per farlo, appunto, tanti i test svolti nelle libere che come detto proseguono la domenica. Un primo passo avanti su questo aspetto, anche se poco visibile ai più, è arrivato in Spagna. Lo sostiene con fermezza Vasseur supportato dalle evidenze raccolte in pista e successivamente prese in esame tramite i calcolatori. Dello stesso avviso sembrano i due “Carlo” consci del tremendo lavoro che, anche in Canada, gli spetterà senza se e senza ma.

Ciononostante resta da capire un fatto sul quale si concentra l’ultima parte dello scritto. Concentrarsi su determinati campi della vettura, una volta compresi appieno i “difetti” della SF-23, di sicuro può generare un aumento delle performance. D’altro canto prima di correggere un problema ne va identificata la sua causa scatenate.

Jock Clear, Performance Engineer della storica Scuderia Ferrari

Ed è proprio questo l’aspetto sul quale vale la pena porre un quesito: acclarate le mancanze della rossa, siamo così sicuri che le azioni intraprese dagli ingegneri saranno quelle corrette? Si tratta di una domanda molto semplice, al limite della banalità, alla quale solo la pista saprà rispondere. I “due mesi” di indagine menzionati da Jock Clear hanno spinto i tecnici verso la direzione adeguata?

Il dubbio c’è. Nascondere tale contesto non avrebbe alcun senso. Mercedes ha dimostrato che porre rimedio grazie a forti capacità di reazione è del tutto possibile. Simulatore, analisi telemetrica e galleria del vento gli strumenti utili per farlo. Non ci resta che attendere, ancora una volta, per verificare la bontà del lavoro svolto dalla storica scuderia Ferrari.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

Condividi
Pubblicato da
Zander Arcari