Formula 1

Ferrari: si lavora per limare una caratteristica endemica negativa della SF-23

Per la Ferrari la parola comprensione è sempre in auge. Si tratta di capire e stanno capendo, a quanto pare. La parabola intrapresa non è di facile percorrenza. L’ultima opera di ingegneria aero meccanica, la SF-23, porta con sé limiti progettuali ancora non risolti del tutto. Il nuovo pacchetto di aggiornamenti presentato in Spagna ha corretto solo in parte un atteggiamento bizzoso.

Sì perché la rossa 2023 non è costante. Risulta in grado di sciorinare ottime prestazioni in qualifica ma poi in gara, la domenica, si perde nel passo. In Canada abbiamo visto un passo avanti in tal senso. Purtroppo, però, data l’assenza di curve ad alta velocità di percorrenza, dove lo stress termico dello pneumatico è massimo, lascia un grande punto interrogativo sul prossimo futuro.

Nella giornata di ieri abbiamo analizzato il momento attuale della scuderia. Situazione relativa al personale a parte, a livello tecnico diverso fattori sono fonte di studio. La raccolta dati è talmente massiccia che, addirittura durante la corsa, gli ingegneri di pista dei ferraristi hanno chiesto di effettuare diversi test. Lo scopo è presto spiegato: racimolare quante più informazioni possibili in un contesto del tutto reale.


Ferrari SF-23: vettura “capricciosa” alla quale non piacciono tutti i layout

Inlet sidepod, pance a scivolo downwash e fondo rivisto: questo in estrema sintesi l’update che di recente ha trasformato la monoposto emiliana. La nuova veste aerodinamica ha permesso di allargare la finestra di messa a punto, operazione necessaria per trovare buone prestazioni su qualsiasi tracciato adattando la vettura. Ma è proprio questo uno dei punti più deboli, la scarsa versatilità della SF-23.

Nella massima categoria del motorsport i dettagli fanno la differenza. La banalità della frase precedente resta comunque di grande attualità considerando che, le caratteristiche endemiche di una vettura, ovviamente, si sposano al meglio in determinati scenari. Questo discorso vale solo in parte per la Red Bull visto che, la grande supremazia della quale dispone, è comunque sufficiente per vincere su ogni pista.

scatto relativo alla nuova veste aerodinamica della Ferrari SF-23

Per la Ferrari purtroppo non è così. Realizzare un long run di quasi quaranta tornate senza patire il degrado è cosa nuova per il Cavallino Rampante. Ci è riuscito solo a Montreal, come sappiamo. E sebbene la volontà dei tecnici di Maranello mira a ripetere tale prestazione nel proseguo della campagna agonistica 2023, l’impresa risulta più ardua del previsto.

Questo aspetto viene sottolineato dagli stessi protagonisti. Il feeling generale dei ferraristi con la monoposto è aumentato. Il dato di fatto non è opinabile. Il passo gara mostrato in terra canadese era buono, seppure non ancora all’altezza di vari competitor. Tuttavia esiste un problema. Ci si riferisce, appunto, a determinate velocità di percorrenza difficilmente “digeribili” dalla Ferrari.


Ferrari: l’ottimizzazione del set up per limare le carenze

I provvedimenti che hanno modificato la Ferrari non sono stati bocciati. Al contrario, nell’attesa di validare appieno le modifiche ultime, il riscontro cronometrico parla di 2/3 decimi di vantaggio rispetto al recente passato. Queste le conclusioni degli uomini in rosso dopo aver esaminato a fondo il rendimento degli ultimi due week end di gara. Ma non è ancora abbastanza però. Lo sa bene la gestione sportiva che, proprio per questa ragione, ha deciso di accelerare ulteriormente la rincorsa anticipando ulteriori update.

D’altronde le parole di Carlos Sainz lasciano molto poco spazio alla fantasia. Lo spagnolo, sempre schietto e diretto nelle sue considerazioni, ha ribadito il concetto che tutti conosciamo: la SF-23 mostra una mancanza endemica di carico prodotto da fondo e corpo vettura. E come se non bastasse pecca in termini di resistenza all’avanzamento rispetto alla RB19. Elemento che determina una downforce deportante minore tramite le ali.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) durante il Gp del Canada 2023

Tale aspetto maschera in parte il deficit di efficienza e allo stesso tempo aumenta i problemi di gestione gomme in percorrenza. La solita coperta corta, per intenderci. Pensare che attualmente le fortune della Rossa siano in gran parte dovute alle peculiarità di un tracciato, pertanto, risponde a grande verità. Le conferme, oltre che in radio durante le comunicazioni con i propri ingegneri di pista, quindi, arrivano direttamente ai microfoni dai due “Carlo”.

In ultima istanza uno sguardo al nono round del campionato. Il Red Bull Ring, di proprietà della squadra campione del mondo in carica, dovrebbe essere annoverato tra i circuiti non troppo nemici della SF-23. Il T2 ma soprattutto il T3, tratti dove le velocità in curva saranno mediamente elevate, dovranno essere gestiti con estrema attenzione. Azzeccare il compromesso aerodinamico risulterà pertanto cruciale, necessario per proseguire il percorso di crescita riguardo l’amministrazione dei compound tramite un: rendere la SF-23 meno suscettibile alle peculiarità della pista.


Autore : Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Zander Arcari