Il campionato 2023 della Ferrari è un fiore che non riesce a sbocciare. Poco sole, acqua scarsa e terra mal concimata non consentono alla pianta di realizzare il naturale corso. Uscendo dalla metafora botanica, non si fa peccato ad affermare che la Ferrari sia la delusione della stagione. Partita tra mille proclami si è smarrita in una ristrutturazione incompiuta i cui effetti si stanno riflettendo su una vettura, la SF-23 che sembra inerte anche a cure molto spinte come quella messa in atto in Spagna.
A Maranello tutti i pensieri – e i successivi sforzi – sono rivolti alla soluzione dei problemi e all’imminente Gp del Canada, ultimo appuntamento di giugno che precede un mese, quello di luglio, letteralmente infuocato con quattro gare in cinque weekend: Austria, Gran Bretagna, Ungheria e Belgio. Una striscia pazzesca che sarebbe capace di sfiancare un toro.
Cinque gran premi, quaranta giorni o poco più in cui si giocano i destini della stagione della Ferrari che, col pacchetto di update presentato a Barcellona, non ha risolto i difetti che affliggono una vettura nata maluccio considerando che è lontana anni luce dalla Red Bull e che sovente deve inchinarsi anche alla Aston Martin e alla Mercedes.
Ai problemi gestazionali si può sempre porre rimedio. Ed è quello che gli ingegneri di rosso bardati stanno provando a fare. Dall’esito di questo tentativo, quasi disperato per come stanno andando le cose, si giudicherà l’anno del Cavallino Rampante. Barcellona ha dato indicazioni agli uomini del team italiano che non vogliono gettare via il bambino con l’acqua sporca.
Secondo Jock Clear, Performance Engineer della scuderia italiana, le novità introdotte in terra catalana hanno garantito un miglioramento del passo gara. Il tecnico britannico ha spiegato che il progresso è stato stimato in circa due – tre decimi al giro. Una stima fondata sulla comparazione delle prestazioni della specifica base rispetto a quella evoluta.
Segnali incoraggianti? Chiaramente sì, ma non possiamo parlare di mosse risolventi. Oltre alle risposte che arrivano dalle analisi dei numeri, ci sono le sensazioni, quelle che scaturiscono da chi si cala in prima persona nell’abitacolo e sente sul suo corpo se qualcosa sta funzionando o meno. Gli interventi presentati sulla SF-23 avranno anche migliorato di una manciata di decimi il ritmo sul passo gara, ma non sono stati in grado di contenere le vere problematiche del progetto.
I piloti si ritrovano con una macchina che lotta contro il degrado delle gomme. Da qui un comportamento diametralmente opposto in base alle sessioni. Una vettura che sembra Dottor Jekyll e Mr. Hyde: sufficientemente veloce al sabato, eccessivamente lenta in gara a causa di un comportamento che non si riesce a prevedere.
Leclerc, parlando della monoposto rossa, ha evidenziato come questa sia un dilemma irrisolto. Il pilota ha fatto una fotografia impietosa quando ha spiegato che con un tipo di gomma produce sottosterzo che si trasforma repentinamente in sovrasterzo con un’altra tipologia di mescola. Questo nella stessa gara e nelle stesse condizioni. E con il medesimo stile di pilotaggio. Bel guaio.
“Dobbiamo concentrarci su noi stessi e cercare di capire cosa sta succedendo con le gomme e metterle nella finestra giusta più spesso”, questo l’epigrafico commento del monegasco a seguito di un Gran Premio di Spagna che di certo non rimarrà a lungo nella memoria. Ferrari deve lanciarsi in una doppia comprensione e la cosa toglie certezze: oltre a dare del tu agli pneumatici, è necessario cercare di venire a capo dell’aggiornamento spagnolo, massimizzandolo nel miglior modo possibile nella prossima, serratissima, sequenza di gare.
Ferrari dovrà quindi affrontare, studiare e superare le incoerenze che la SF-23 sta palesando in maniera decisamente netta. Viene da sé che, in una scala di priorità, in cima non ci sia la ricerca della prestazione pura, bensì la comprensione basilare del mezzo. Solo tramite questo passaggio fondamentale si arriverà ad avere una monoposto realmente competitiva che deve essere in grado di far smuovere la Ferrari dalla casella n°1 del monte-podi 2023.
Dopo il terzo posto di Leclerc a Baku non c’è stata gloria per il Cavallino Rampante che è ben lontano dalla Red Bull e che si vede sfilare a destra e a sinistra da Aston Martin e Mercedes che sembra aver fatto, invece, passi in avanti importanti col nuovo package presentato in quel di Montecarlo.
Charles, insieme al suo team, ha voglia di uscire al più presto dalle difficoltà per preparare un 2024 che vuole essere quello del riscatto definitivo. Anche perché sarà poi tempo di rinegoziare il contratto che scade proprio alla fine del campionato prossimo. E farlo in un contesto di scarsa competitività potrebbe riproporre quelle voci di fuga che lo stesso pilota ha dovuto sopire a suon di dichiarazioni d’amore per la Ferrari.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1 Scuderia Ferrari