Il Gran Premio di Spagna per la Ferrari ha avuto l’effetto della doccia fredda. Il pacchetto di update introdotto sulla SF-23, proprio su una pista esigente e da sempre considerata una giuria severa per ogni monoposto, ha deluso le attese. I problemi che erano emersi nelle prime gare si sono palesati uguali e forse ancora più lampanti considerando gli sforzi profusi dagli ingegneri. Fatiche che sono apparse vane.
La Red Bull è rimasta un puntino all’orizzonte. 45 circa i secondi di ritardo che Carlos Sainz ha accumulato dal battistrada Verstappen che si traducono in circa sette decimi al giro. Un abisso certificato dal fatto che, per lunghi tratti, l’olandese non ha avuto bisogno di spingere poiché godeva di un margine di sicurezza su Hamilton abbastanza rassicurante.
Dopo sette gare non sembrano esserci più molte speranze. I trend non mentono, così come le classifiche. Sainz, il primo dei due ferraristi, paga 112 punti di ritardo dalla vetta; la Ferrari, quarta nel Costruttori, ne registra ben 187 dalla Red Bull. Macigni pesantissimi che difficilmente verranno rimossi sul cammino che avrebbe dovuto portare la storica scuderia italiana a vincere dei titoli dopo oltre tre lustri di digiuno.
Ricordate i ruggenti giorni in cui Benedetto Vigna, Amministratore Delegato della Scuderia, annunciava che la SF-23 sarebbe stata la macchina più veloce di sempre? Dimenticateli. E pure in fretta. La monoposto orfana del suo padre concettuale che ha mollato la creatura in sofferenza non solo è lontana dalla RB19, ma le prende pure dalla Aston Martin AMR23 che ha conosciuto una sola battuta a vuoto, proprio in Spagna, e dalla Mercedes W14 che, ancora prima che venisse rivoltata come un calzino, riusciva, almeno di domenica, a difendersi abbastanza agevolmente dalla macchina di Maranello.
E’ ovvio che dopo mesi di patimento tecnico e sportivo gli obiettivi iniziali siano stati ridimensionati. Se prima si parlava di sfida alla Red Bull ora l’asticella è stata fissata molto più in basso. Non lo diciamo noi, ma direttamente i plenipotenziari rossi.
Sainz ha concluso la gara davanti a entrambe le vetture Aston Martin in gara. Cosa, questa, che secondo Vasseur ha dimostrato che gli aggiornamenti hanno portato la macchina nella giusta direzione. Ciò perché il riferimento era Miami dove la “Verdona” n°14 aveva sicuramente fatto meglio della SF-23.
“Penso che abbiamo fatto un passo avanti in termini di potenziale. Il nostro riferimento è Miami. Abbiamo fatto un passo avanti rispetto ad Aston”. Una singola gara che spiega poco anche perché gli uomini di Silverstone sono incappati in un weekend no che potrebbe non essere ripetuto nei prossimi round.
Vasseur sa che non può accontentarsi e che la piazza spinge affinché la Ferrari scali la classifica tornando in posizioni almeno dignitose. “Non è ancora abbastanza – ha riferito il manager di Draveil – Abbiamo ancora un enorme delta in termini di prestazioni rispetto alla Mercedes. Ed è qui che dobbiamo concentrare tutta l’attenzione della squadra se vogliamo tornare”.
A Brackley non hanno dormito e le modifiche apportate alla nera vettura hanno cominciato a produrre frutti succosi. Il secondo e terzo posto spagnolo di Hamilton e Russell non sono arrivati per caso. Segno tangibile che è possibile recuperare terreno anche in un quadro di vincoli regolamentari molto pressanti. Ferrari osserva e sa che deve spingere sull’acceleratore.
Ma cosa fare per mettersi almeno in scia della Mercedes? E’ necessario superare l’incostanza qualifica-gara che la SF-23 palesa. Spesso, al sabato, Leclerc e Sainz battono il duo della Stella a Tre Punte che, in maniera piuttosto sistematica, riesce a sovvertire i valori in campo quando le distanze si allungano.
Questa difficoltà va superata assolutamente portando la vettura a sciorinare le stesse prestazioni del sabato anche alla domenica. Ma non finisce qua. Si è visto diverse volte che la macchina, a parità di gomma, ha comportamenti diversi coi due piloti. Questa imprevedibilità non permette agli ingegneri di approntare strategie efficaci e di tracciare un piano di sviluppo coerente.
La sensazione è che la SF-23, per certi versi, sia ancora una specie di enigma irrisolto, una macchina che non si lascia scrutare in profondità. Interrogato sulla questione, Vasseur ha quasi fatto spallucce: “Se sapessi la risposta, vorrebbe dire che avremmo risolto i nostri problemi. Abbiamo mille persone concentrate su questo”.
La Ferrari, attualmente, si trova a 34 punti dalla Aston Martin, terza, e a 52 dalla Mercedes seconda classificata. Vasseur non perde le speranze e ritiene che se gli specialisti interni riescono a capire cosa sta causando le incongruenze succitate la vettura può battere le rivali anglotedesche.
“Siamo probabilmente più veloci della Mercedes in qualifica e più lenti in gara. Lottare con loro in gara dipenderà, probabilmente, anche dal tipo di pista e dall’asfalto“. Parole che confermano come al momento non vi sia una soluzione ai mali della Ferrari e che giocarsela con la Mercedes è il massimo dell’ambizione stagionale.
Se a Brackley, forse in maniera ottusa, parlano ancora di vittorie possibili, a Maranello sembrano essersi appiattiti su traguardi più modesti, anche se realistici. Se questo è il modo giusto di procedere per stimolare l’ambiente lo sapremo solo l’anno venturo quando il Cavallino Rampante è chiamato a provare seriamente a concorrere per la vittoria.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG