Almeno in Canada, Ferrari mostra un’importante step in avanti. La gestione gomme è stata davvero ottima, aspetto che ha permesso agli strateghi di Maranello di puntare all’unica sosta in gara. Tale scenario ha concesso un grande recupero che, grazie all’aiuto della Safety Car, ha conferito al Cavallino Rampante la possibilità di risalire la classifica. Un quarto e quinto posto che in se non possono certo esaltare. Tuttavia, tenendo presente la posizione di partenza delle SF-23, il risultato è molto buono.
Resta da capire come i tecnici della rossa abbiano finalmente saputo amministrare al meglio i compound. Benchè il tracciato abbia fatto la sua parte, la messa a punto della monoposto italiana era davvero ottima. Solo Sainz, nel secondo stint, ha patito qualche problemino sull’handling. Per il resto tutto è filato liscio.
Una gara al comando dalla partenza al traguardo per Max Verstappen. L’olandese conquista la vittoria con una doppia sosta, strategia seguita da Fernando Alonso e Lewis Hamilton, piloti che completano il podio del Gran Premio del Canada. La singola fermata ai box scelta dalla Ferrari era senza dubbio meno performante. Addentiamoci ora nell’analisi per approfondire le tematiche concernenti l’ottava tappa della campagna agonistica 2023.
Per fare chiarezza anche rispetto a quanto parleremo in seguito, proponiamo qui sotto una tabella riassuntiva delle gomme disponibili ai piloti prima della partenza. Durante le seconde libere del venerdì, la maggior parte dei piloti ha testato la gomma media nell’ottica di riuscire, magari, a fare un singolo stop la domenica. Inoltre i più hanno ritenuto sufficientemente contenuta la differenza di prestazione tra gomma gialla e rossa.
Utilizzando le “calcature” medie allo start si aveva la possibilità di realizzare 20/25 tornate senza troppi problemi, con l’obiettivo di montare la Hard nella seconda parte della corsa. Inoltre, la distanza che divide il via dalla prima chicane è molto corta pertanto, disporre della mescola a banda rossa per lo scatto iniziale, in realtà non avrebbe fatto una grossa differenza.
Oltre a questo, Soft e Medium offrono un rendimento molto simile in termini di grip. Va poi considerato che il degrado sulla pista intitolata a Gilles Villeneuve non era molto alto. In più la differenza tra mescola nuova e usata è basso, ragione per la quale l’overcut era valutato più potente rispetto all’undercut.
Terminando la premessa dobbiamo aggiungere che diversi piloti hanno scelto di preservare una gialla per lo stint finale, nel caso in cui la Hard faticasse più del previsto o si trovasse a dover resistere ad un chilometraggio maggiore rispetto ai piani originali. Aspetto che viene confermato dalla tabella precedente che sottolinea come le scuderie valutavano positivamente la doppia sosta.
L’entrata in pista di Bernd Mayländer ha limitato la battaglia strategica ai box, in quanto la maggior parte dei piloti partiti con la Medium sono passati alla Hard approfittando di uno stop a tempo dimezzato. La domanda più importante da farsi consiste nel capire il perchè le due Ferrari siano rimaste fuori sotto regime di Safety Car.
Essenzialmente il muretto italiano supportato dal remote garage voleva “liberarsi” dei piloti più lenti che avevano davanti e, di riflesso, avere strada libera per recuperare race time. Seguendo quella che possiamo chiamare una “reverse strategy’, le due rossa hanno messo in atto l’overcut su Ocon, Albon e le due McLaren.
Dal grafico qui sopra possiamo capire quanto le rosse abbiano guadagnato in termini di passo puro. Nel traffico la Ferrari non era in grado di esprimere il proprio passo visto le posizioni di rincalzo aggravata dai cosiddetti “Drs train“. La media ha funzionato per moltissimi giri denotando un netto miglioramento nella gestione delle mescole. Partendo più avanti le auto modenesi potevano puntare al podio.
Nel complesso la scelta della storica scuderia si può definire azzeccata. In GES erano consci di aver fatto un passo in avanti in termini di gestione gomma. Ieri, pertanto, erano consapevoli di poter allungare considerevolmente lo stint iniziale sulla Media. Bene anche sulla Hard, compound che non ha funzionato a dovere tanto che diversi piloti del midfield sono rientrati molto presto.
Pur guidando la strepitosa Red Bull, anche Verstappen ha lamentato una certa incostanza del grip sulla gomma più dura. Tuttavia a soffrire di più è stato Hamilton che di fatto ha perso il secondo gradino del podio a favore di Alonso. Nella grafica precedente viene rimarcato il confronto tra il giro 16 ed il giro 39. La forza dell’Aston Martin numero 14 è proprio l’ottimo contenimento del degrado. Notiamo infatti una linea di tendenza praticamente orizzontale.
Attorno al giro quarantuno Hamilton e Verstappen hanno effettuato una seconda sosta per tornare sulla gomma Hard. Alonso, al contrario, non aveva un’altra Medium nuova (vedere la tabella iniziale) per cui ha deciso di passare al compound bianco. Il due volte campione del mondo, quindi, ha girato l’ultimo stint su una mescola dalle prestazioni inferiori per un’errata valutazione strategica della squadra. Detto questo, lo spagnolo è comunque riuscito a tenersi dietro Hamilton che con la Pirelli a banda gialla stava spingendo per attaccarlo.
Il grafico qui sopra mostra chiaramente il vantaggio che la rossa si è costruita rimanendo fuori più a lungo. Un pit stop in meno che si traduce in ben 20 secondi guadagnati nell’ottica dell’intera gara. Dal giro 41 in poi, Hamilton e Verstappen si sono trovati le due Ferrari alle spalle sulla Hard con pochi giri di differenza. Ovviamente il gap prestazionale tra le due mescole è più elevato che tra Soft e Medium, per cui i due davanti avevano la possibilità di difendersi. Se le rosse avessero realizzato una qualifica all’altezza, però, la storia poteva essere significativamente diversa.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari