Il Gp di Spagna offre diversi spunti interessanti per quanto riguarda le tattiche di gara da poter adoperare. Il fatto che tre piloti “pesanti” si trovino a dover recuperare dalle retrovie (Charles Leclerc) o a emergere dalla pancia del gruppo (George Russell e soprattutto Sergio Perez) offre delle varianti allo schema preimpostato che dovrebbe ricadere sulla doppia sosta stante la particolare severità di questa pista sui compound.
Prima di lanciarci nelle previsioni strategiche osserviamo quali sono i treni di gomme a disposizione dei conducenti aiutandoci con l’infografica rilasciata dalla Pirelli sui propri canali ufficiali. Ricordiamo che il gommista italiano ha deciso di portare le mescole C1, C2 e C3, quindi il pacchetto più tendente all’hard del ventaglio presentato per il campionato 2023.
Si può osservare come Sergio Perez, Charles Leclerc e George Russell, gli inattesi delusi del sabato, abbiano a disposizione dei set di soft nuove che potrebbero determinare scelte tattiche differenti da quella che dovrebbe essere la più usata: soft, hard, hard.
Spagna, a differenza di Montecarlo che si presentava come una gara bloccata, strategicamente parlando, offre un panorama di variabili più ampio. Dalle 15:00 in poi, orario dello start, la priorità di team e driver sarà sulla gestione delle gomme piuttosto che sulla posizione in pista, come invece accadeva sette giorni fa.
Pirelli prevede che siano in ballo sia le due fermate che le tre. Strategie molto vicine, come si vede dall’infografica della F1 in alto, derivanti del degrado che si prospetta piuttosto elevato. In ogni caso i due pit stop, in condizioni normali, dovrebbero essere la scelta per quei piloti che hanno a disposizione due set di pneumatici duri.
Proprio per sfruttare il vantaggio prestazionale offerto dalla mescola morbida è questa la scelta più probabile all’inizio della gara poiché si stima che la C3 sia circa un secondo al giro più veloce della mescola dura. Si tratta di un delta notevole che le squadre tenderanno a massimizzare. Il primo stint, che dovrebbe durare dai 13 ai 18 giri, dovrebbe aprire ad altre due sezioni da svolgersi con la mescola dura. Scelta più indicata rispetto alla media su una pista che porterà ad alti livelli di degrado e usura. Specie dell’anteriore sinistra.
Molto simile, ma più rischioso, è il piano tattico che porta ad allungare il secondo run per poi passare alla soft per gli ultimi giri da fare al massimo e con poco carburante. Questa opzione potrebbe essere idonea per chi ha più di un treno di morbide a disposizione.
Chi parte indietro potrebbe scegliere di utilizzare la gomma dura all’inizio per cercare di andare lungo e guadagnare posizione in pista quando gli altri fanno i loro primi pit stop per poi utilizzare due set di Pirelli a banda rossa per completare la gara. Tale stratagemma potrebbe essere favorito da un nuovo layout che dovrebbe consentire manovre di sorpasso più semplici.
Quanto finora riportato, chiaramente, vale in presenza di una gara normale. Quindi senza safety car e senza l’intervento sparigliante della pioggia. Come hanno dimostrato le qualifiche, l’acqua potrebbe caratterizzare alcune fasi dell’evento. Le previsioni attuali dicono che c’è una probabilità del 60% di rovesci. Ciò in presenza di temperature intorno ai 25°C se dovesse far capolino il sole.
Questo potrebbe significare che una pista bagnata asciugherebbe più rapidamente rispetto a ieri, quando c’erano ancora macchie umide durante le ultime fasi concitate. Se la gara dovesse essere disputata sotto la coltre coprente delle nuvole vorrebbe dire avere temperature della pista più fresche e questo aiuterà gli stint con gomme morbide che risulterebbero più semplici da amministrare termicamente.
Come si può notare, quindi, il GP di Spagna offre molte insidie acuite dalle tante variabili che potrebbero intercorrere nello sviluppo dell’attività. Non ci resta che attendere e capire come si dipanerà il Risiko strategico.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Alessandro Arcari, Pirelli Motorsport