Il Gp del Canada era un banco di prova molto severo – e quindi temuto – per Mercedes. Una pista, quella intitolata a Gilles Villeneuve, che non doveva sposarsi con le caratteristiche della W14 rivista. E’ stato così in parte perché il terzo posto finale di Lewis Hamilton ha ben rappresentato il momento della scuderia anglotedesca. La Red Bull resta distante, la lotta è con Aston Martin che si è meglio adattata a questo tipo di layout. A Brackley lo sapevano e pertanto escono soddisfatti da un GP che poteva essere più problematico e nel quale, ancora una volta, è stata tenuta a bada una discreta Ferrari che però non è stata mai capace di impensierire il pilota di Stevenage.
Ovviamente il bilancio finale non può essere iper soddisfacente perché all’appello è mancato George Russell che, dopo un errore che l’ha relegato nelle retrovie, è stato costretto a fermarsi per problemi ai freni anteriori troppo stressati da una rimonta furiosa che lo aveva pienamente rimesso in corsa per ottenere buoni punti (al momento dello stop forzato era in ottava piazza, ndr). E’ stato Shovlin ha spiegarlo: “La gara di George è terminata a causa di un problema all’usura dei freni anteriori;. Questo non è stato il risultato diretto dell’incidente, ma è stato causato dal traffico che ha affrontato mentre combatteva a centrocampo“.
Ma non c’è nulla di cui dolersi: la rimonta del giovane britannico ha ancora una volta confermato che la vettura è viva e vegeta e che è in grado di dire la sua. Ovviamente non considerando l’astronave austriaca che reca il n°1 sul musetto che continua a fare il bello e il cattivo tempo. Anche su un tracciato che non doveva esserle amico. Le stesse cose che si dicevano di Monaco che, guarda caso, è stato parimenti terreno di caccia di Verstappen.
Proprio Russell ha aperto il balletto delle dichiarazioni del “clan” Mercedes alla fine del weekend di Montreal. “Mi scuso con la squadra. Abbiamo messo così tanto duro lavoro e impegno in questo fine settimana e un piccolo errore ha avuto conseguenze enormi. Stavo facendo tutto il possibile per mettere Fernando sotto pressione. Poi sono andato un po’ largo e ho colpito il cordolo. In quel momento ho capito che sarei andato a muro. Sono almeno 12 punti che abbiamo lasciato sul tavolo“. Questa l’amara ed onesta considerazione del britannico.
Russell ha poi sottolineato come abbia fatto un buon lavoro “per tornare nel mix”. Qualcosa che stava dando nuovo senso dopo aver compromesso la lotta al podio. Ma poi è giunto l’inconveniente fatale: “Purtroppo abbiamo avuto un problema con i freni che ci ha costretto a ritirare la macchina. li sentivo bene, ma il team può vedere i dati e ha potuto constatare che non potevamo continuare. Sono deluso dalla gara, ma ci sono aspetti positivi che restano. La macchina era veloce su un circuito che non ci aspettavamo. La squadra sta facendo un ottimo lavoro e il futuro è eccitante. Vediamo cosa ci porteranno le prossime gare“.
Chiaramente Hamilton si è mostrato decisamente più raggiante dopo il secondo podio consecutivo, il terzo in stagione: “È stato un grande fine settimana – ha spiegato Lewis – Avere questa costanza ed essere di nuovo sul podio qui è fantastico. È un vero onore salirci con altri due campioni del mondo.
“Non avevamo il ritmo per lottare per qualcosa di più. Sapevamo che questo non sarebbe stato il nostro circuito migliore a causa delle curve a bassa velocità. Abbiamo ancora molto lavoro da fare per aggiungere più prestazioni ed efficienza. Credo che prima o poi ci arriveremo e che stiamo andando nella giusta direzione”. Non è un caso, infatti, che Hamilton abbia nettamente migliorato le sue performance da quando ha potuto contare sulla versione evoluta della W14 che dà maggior sicurezza grazie ad un retrotreno meno ballerino e a un avantreno più preciso.
Toto Wolff, Mr. pragmatismo, ha sottolineato come i progressi compiuti dal team siano incoraggianti. Il Canada, presentato come un GP indigesto, si è rivelato meno difficoltoso del previsto. Buoni segnali anche perché le basse temperature hanno permesso ai tecnici di verificare che la finestra di utilizzo dei compound si è allargata. Ed è una cosa positiva visto che la aversione precedente mostrava un range operativo più limitato.
Alla fine Hamilton non ha chiuso troppo lontano da Verstappen, ma la cosa non ha indotto a facili entusiasmi. “Siamo molto più vicini di quanto ci saremmo aspettati all’inizio della stagione, ma il margine è ancora ampio“, ha osservato il dirigente viennese che ha aggiunto: “Abbiamo ancora molto lavoro da fare; siamo su una traiettoria positiva e il pacchetto di aggiornamenti funziona chiaramente bene“.
Anche Andrew Shovlin non ha celato la soddisfazione nel registrare come la vettura si sia adattata ad una pista molto diversa dal Montmelò: “E’ incoraggiante vedere che eravamo molto vicini al passo di Aston Martin e Ferrari. Non avevamo il ritmo necessario per arrivare secondi, ma quando guardiamo le piste che ci aspettano, capiamo che dovremmo avere una macchina in grado di lottare regolarmente per i primi tre posti. Abbiamo chiaramente un po’ di ritmo da trovare prima di preoccupare Max, ma il team sta lavorando bene per portare prestazioni ed è molto motivato a colmare questo gap“.
Austria, Inghilterra, Ungheria e Belgio, quattro gare da disputarsi in un mese esatto, daranno la vera cifra della capacità di recupero della Mercedes. Se il campionato 2023 è sulla via dell’archiviazione, Brackley punta dritto all’anno prossimo per diventare qualcosa di più di una spina nel fianco nei confronti della Red Bull. La stagione servirà quindi per far crescere la vettura basata su una filosofia diversa da quella zero sidepod che ha negativamente condizionato la scuderia nella F1 di nuova generazione.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team