Il venerdì della Red Bull è trascorso nella ricerca dell’assetto ideale per la qualifica e per la gara. Osservazione banale? Ovviamente sì. Ma l’attestazione dell’ovvio serve a rimarcare come i campioni del mondo abbiano svolto due turni di libere “normali” mentre la concorrenza, a partire dalla Ferrari che ha fatto prove comparative tra il pacchetto nuovo e quello vecchio, per finire alla Mercedes che doveva valutare l’upgrade dopo il debutto nell’anomala Montecarlo, hanno deputato le sessioni di libere a capire come i rispettivi mezzi reagivano agli stimoli dati dagli ingegneri per ridare vigoria fisica a pazienti malaticci.
Nella prima ora di attività le uniche preoccupazioni, invero poco incidenti sul cronometro, hanno riguardato un po’ di bouncing in ingresso di Curva 10 e nell’ultima piega diventata più veloce dopo l’abolizione della chicane che la precedeva. Difatti, alla fine dei primi sessanta minuti, i due “tori caricanti” hanno chiuso agevolmente in prima posizione e seconda posizione (Verstappen in 1.14.606 e Perez a 768 millesimi, ndr).
Nella seconda ora le cose non sono cambiate molto. L’olandese si è agevolmente issato in cima nella lista del tempi (1.13.907). Perez ha chiuso al quarto posto con un deficit di 312 millesimi. Ciò che maggiormente interessa delle Fp2 non è il giro singolo, ma di certo il passo gara. E anche su questo frangente la RB19 n°1 non è riuscita a nascondere il grande potenziale a disposizione.
Più “umano” il race pace di Sergio che probabilmente ha svolto un tipo di lavoro differente rispetto al compagno di squadra. Da sottolineare, a corredo di questa informazione, che sulla vettura del messicano avevano analizzato a lungo il fondo. Si può ipotizzare, almeno è questa la versione data dal team, che ci fosse qualche problemino alla parte bassa della macchina che chiaramente è stato indagato dopo la fine delle attività.
“Ci siamo sentiti molto a nostro agio su questo layout”, ha esordito il campione del mondo in carica ai microfoni dell’emittente Sky Sport. “Tutte le auto di Formula 1, in generale, con le curve ad alta velocità sono migliori. Guidare su questo tipo di configurazione è più bello“. In effetti Max sembra essersi divertito perché, nonostante il leggero bottoming di cui parlavamo in apertura, non si è lamentato dell’assetto della sua macchina come ad esempio aveva fatto nelle libere di Monaco.
“La macchina è sembrata andar bene anche negli altri settori della pista e penso che questo ci possa aiutare anche nei sorpassi. Nel complesso è stata una bella giornata. L’auto era in una buona finestra e cercherò ancora altre soluzioni per ottimizzare tutto, ma finora è andato tutto piuttosto bene. Mi sono trovato a mio agio e non abbiamo nemmeno guardato i tempi degli altri: non è necessario“.
L’ultimo passaggio è eloquente e spiega come gli uomini di Milton Keynes non siano per nulla preoccupati del lavoro che i rivali stanno svolgendo nella speranza di chiudere il gap dalla straordinaria creatura concepita da Adrian Newey.
Sergio Perez, nonostante una seconda ora di lavoro condizionata dal problema al fondo – e questo dà la cifra della sicurezza che si prova da quelle parti – non si è detto insoddisfatto per quanto raccolto su una pista che, rispetto al passato, ha imposto assetti diversi a causa dell’abolizione di un tratto lento che ora ha dato via libera ad una sezione molto più rapida. A seguire le sue parole post sessione.
“A Barcellona si provano sempre tante cose nuove perché è la pista più rappresentativa per tutta la stagione e racchiude tutte le caratteristiche che troviamo sui circuiti del calendario. È stata una buona giornata per noi e abbiamo raccolto tante informazioni”.
“Le ultime due curve sono piuttosto dure per il collo – ha proseguito il messicano – ma è stata una giornata comunque breve: credo che domenica vedremo molti piloti che avranno bisogno di riposare il collo perché diventerà più complicato. Nel complesso ci sono tanti aspetti positivi da considerare, dobbiamo salire di marcia in qualifica cercando di capire meglio le gomme, perché saranno la chiave“.
In effetti, nella simulazione di passo gara, la RB19 n°11 è sembrata meno “ingiocabile” della gemella che reca il n°1 sul muso. Una speranza per gli avversari che potrebbe però essere mortificata non appena verranno risolti i problemi alla parte bassa della vettura. Se non dovessero intervenire fattori particolarmente devianti le monoposto blu dovrebbero essere le candidate principali a giocarsi la prima fila. Sempre che la notte di lavoro non dia una spinta decisiva a chi insegue.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing