Formula 1

Red Bull: “quota cento” non è un’ossessione

L’imminente Gran Premio del Canada ha un significato particolare per la Red Bull. La scuderia anglo-austriaca, con una vittoria (assai probabile visti i trend di questo primo terzo di campionato), potrebbe entrare nel prestigioso club dei 100, quell’élite riservata a quelle squadre capaci di andare in tripla cifra nel casellario delle vittorie di tappa. 

Oggi sono quattro i team che possono fregiarsi di questo traguardo: Ferrari, McLaren, Williams e Mercedes. Presto saranno cinque. La logica dice che domenica, nella tarda serata italiana, Milton Keynes possa mostrare il ticket d’ingresso nel ristretto consesso dei vincitori seriali. 


Red Bull: nessun avversario credibile all’orizzonte

Chi potrebbe ostacolare ciò che la storia brama di scrivere? La Mercedes seconda in classifica ma che è ancora alle prese con la crescita della W14-B? La Aston Martin che, dopo un avvio che ha lasciato tutti a bocca aperta, sembra aver perso quello slancio decisivo verso la vetta? O quella Ferrari che continua ad interrogarsi su una vettura, la SF-23, che pare insensibile alla terapia d’urto somministrata in Spagna?

Max Verstappen precede Carlos Sainz subito dopo la partenza del GP di Spagna

Anche il più ottimista degli osservatori è consapevole che il vantaggio mostrato dalla RB19 non può essersi dissolto in due settimane in cui il tempo è stato impiegato più a spostarsi da un punto all’altro del globo, gestendo per giunta il fuso orario, che  a lavorare per migliorare le vetture inseguitrici che, tra le altre cose, devono sottostare ai legacci delle regole finanziarie e tecniche. 

L’unica cosa che potrebbe sovvertire un destino scritto è un evento imponderabile. Una toccata con un’altra vettura, una safety car che giunge con un tempismo sinistro, una rottura meccanica. Chi di dovere faccia tutti gli scongiuri del caso. Forse proprio per questo, a quattro giorni dall’inizio del weekend di gara, dal mondo Red Bull si affrettano ad allontanare la pressione. 

Helmut Marko non ha potuto negare lo status di favoriti assoluti, ma ha un po’ messo le mani avanti come a dire che le strisce di vittorie, più lunghe sono, più facilmente possono essere interrotte:

Non è esagerato dire che andiamo ad ogni gara come favoriti. Tuttavia non possiamo permetterci alcuna sfortuna. Con 15 GP ancora da disputare, tutto può succedere. Potremmo affrontare sfide già la prossima settimana a Montreal. La probabilità di realizzare questo sogno aumenta solo se entrambe le vetture sono in grado di vincere“. Quale sia questo sogno non è dato sapere, ma di certo, si tratti di quota cento o del titolo iridato, non si scorgono troppi ostacoli all’orizzonte. 

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing): il vincitore del Gp di Monaco 2023

Meno abbottonato è risultato Chris Horner che ha affermato di non avere in mente le due corone iridate – anche se è quello l’obiettivo dichiarato nella stagione degli uomini di Milton Keynes – ma che ragiona gara per gara. 

Il nostro obiettivo è ora Montreal; cercheremo di ottenere la nostra centesima vittoria. Poi penseremo alla gara di casa, in Austria, e dopo a Silverstone. Semplicemente andiamo avanti di evento in evento senza pensare troppo lontano.

Il manager di Leamington Spa è una vecchia volpe e sa che il vantaggio accumulato da quando è scattata la nuova era della Formula 1 difficilmente sarà erodibile in un quadro normativo così poco elastico. Horner, a seguito del Gran Premio di Spagna della passata settimana, ha evidenziato come gli sforzi della concorrenza, per ora, non abbiano sortito effetti sensibili sui valori fin qui emersi. La distanza cronometrica che Hamilton accusava alla fine della gara lo dimostrava in maniera lampante.

Ancora, una forbice così spalancata, consente agli ingegneri di potersi concentrare già nella stagione 2024 provando a mantenere, nonostante le limitazioni alle ore di sviluppo imposte a chi guida il carro, il solco cronometrico aperto. Quota cento, quindi, è un obiettivo concreto e per il quale si sta lavorando. Ma di certo non è un assillo, per due ragioni. La prima è che il destino si compirà comunque, anche se non dovesse essere a Montreal. La seconda è che Red Bull, al di là delle parole di circostanza di Horner, pensa al futuro provando a mantenere spalancato il gap.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano