Formula 1

AMR23 poco adattiva: Aston Martin assorbita dal midfield

Aston Martin, che succede? I più allarmisti si pongono questo quesito temendo che lo slancio della scuderia di Silverstone si sia fermato. Anche senza volere essere “catastrofici” (termine forte usato per rendere più concreto il concetto) la frenata degli inglesi è evidente. In dieci gare la AMR23, esclusivamente con Fernando Alonso, è salita sul podio sei volte. Non male, anzi molto bene, per chi, fino a dodici mesi fa, si barcamenava nelle zone bassissime della classifiche.

Ma ad osservare più da vicino il dato si nota che negli ultimi appuntamenti la presenza sul podio è sporadica, mentre all’inizio era una costante. Dopo Montecarlo, punto prestazionale più alto dell’annata della ”verdona”, è arrivato il solo – e convincente – secondo posto canadese. Spagna, Austria e Silverstone sono state gare di sofferenza e di magre soddisfazioni. 


Aston Martin vittima del recupero delle rivali. Ma non solo

Cosa ha pesato sulla frenata della AMR23? Sicuramente i progressi dei rivali. Mercedes, Ferrari e la sorprendente McLaren non se ne sono state con le braccia conserte e hanno preso a modificare in maniera piuttosto radicale le loro vetture con risultati non brillantissimi ma comunque capaci di rimescolare i valori del centrocampo che sono più compatti e variabili che mai. La monoposto britannica è stata oggetto di modifiche di un certo rilievo durante il GP del Canada, ma evidentemente ciò non è bastato per tenere aperta la distanza sulle inseguitrici. 

Ricalibrazione parametri ATR dopo il 1° Luglio 2023

Che i margini di sviluppo della AMR23 siano più limitati? Questo è un quesito al quale è impossibile rispondere. Ma è certo che l’Aerodynamic Testing Regulation penalizza un team come Aston che, in un anno, ha migliorato sensibilmente la sua posizione in classifica. Dal primo luglio, come riportato nella tabella in alto, sono cambiati i parametri e la cosa potrebbe generare qualche difficoltà nel programmare ulteriori migliorie per una vettura che non riesce a fare il balzo definitivo. 

Dan Fallows, recentemente, ha spiegato che uno degli obiettivi da raggiungere è quello di aumentare le performance generali e stabilizzarle al di là del palcoscenico. In effetti il veicolo assume comportamenti altalenanti in base alle caratteristiche del tracciato. In Aston credono che la politica giusta per invertire questa rotta non sia quella degli “upgrade one shot” (come hanno fatto McLaren e parzialmente Mercedes), bensì procedere con affinamenti successivi e costanti. Ma le limitazioni ATR potrebbero rappresentare un bel problema nel tenere in vita questo approccio filosofico.

Tom McCullough, direttore delle prestazioni della scuderia anglo-canadese, aveva argomentato ciò che Fallows ha valutato: “Sappiamo che la vettura è forte in molte condizioni. Ma la finestra operativa, da un punto di vista aerodinamico, non è e non è stata così ampia come vorremmo che fosse”. Silverstone doveva essere una sorta di esame per la vettura inglese e i fatti dicono che il candidato dovrebbe ripresentarsi per provare ad ottenere un voto migliore.

Budapest sarà la location del prossimo gran premio e, visto che servirà molto carico, in Aston Martin si nutre una certa fiducia ricordando come sono andate le cose nel Principato di Monaco. “Vediamo se in Ungheria riusciremo a tornare a un livello di prestazioni migliore”. Questo il commento di Alonso dopo il settimo posto ottenuto in Inghilterra.

Fernando Alonso (Aston Martin) riparte dopo la sosta ai box durante il Gran Premio d’Austria 2023

McCullough aveva detto, subito dopo il deludete Gp di Spagna, che volevano provare a fare in modo che l’auto diventasse guidabile e pienamente utilizzabile. Ma non solo: si punta a renderla efficace sul maggior numero possibile di circuiti. “Questo implica che cambi il comportamento della vettura. Ma servono un paio di gare per rendere il tutto concreto“. Quelle due gare sono passate ma non si sono visti cambi di sorta. Decisive saranno i prossimi eventi da tenersi su tracciati da layout totalmente diversi: Hungaroring e Spa Francorchamps.

L’Ungheria, quindi, come momento di potenziale riscatto dopo gare opache e deludenti. Non secondo l’asturiano che ha ricordato ai naviganti che bisogna sempre ricordare da dove si proviene. “Dobbiamo analizzare il fine settimana nel suo complesso, ma non siamo preoccupati per questo risultato. Finora abbiamo ottenuto risultati migliori del previsto nel 2023 e la stagione è lunga. Solo due gare fa eravamo in lotta per la vittoria e in questa stagione ci saranno altri alti e bassi”.

Insomma, Nando fa il pompiere ben consapevole che  quelli di inizio anno erano punti di partenza e non traguardi. Aston Martin deve stabilizzare la crescita e lo sta facendo anche con una campagna acquisti di tecnici e tramite strutture all’avanguardia che, con la necessaria calma, stanno andando a regime. O lo faranno entro un anno, come nel caso della galleria del vento di Silverstone.


Aston Martin: un fisiologico saliscendi prestazionale

Una squadra relativamente giovane deve mettere in conto i saliscendi prestazionali che, via via che il tempo passa, saranno meglio gestiti e forse annullati. Il programma di Lawrence Stroll per arrivare ad essere un team in grado di lottare stabilmente per la vittoria è pluriennale e dovrebbe subire un’accelerazione consistente nel 2026, quando partirà il legame con Honda.

Cosa che vorrà anche dire affrancarsi dalle parti mutuabili che ora sono acquisite dalla Mercedes (trasmissione e sospensioni posteriori oltre al motore). Avere pezzi belli e fatti è un vantaggio, ma c’è il classico rovescio della medaglia rappresentato dall’impossibilità di andare su una via di sviluppo peculiare che può dare vantaggi enormi. E l’esempio della Red Bull è sotto gli occhi di tutti. 

Aston Martin – Honda

In attesa che questo scenario diventi tangibile non resta che concentrarsi sul prossimo evento per provare a mettersi nuovamente alle spalle Mercedes, Ferrari e quella McLaren che sembra essere arrivata da un’altra dimensione tanto è stata clamorosa la crescita effettuata in due sole gare. Il campionato 2023 andrà avanti su questa falsariga: quattro team (sempre che nel salone delle feste non entri anche Alpine) ad inseguirsi e sorpassarsi vicendevolmente in base al tipo di circuito mentre là davanti la Red Bull fa quel che vuole. 

Visto come si sono messe le cose dobbiamo accontentarci della bagarre che si è accesa a centrocampo. Almeno c’è quell’imprevedibile instabilità che rende l’approccio alle gare meno scontato. L’incapacità della Aston Martin, ma anche della Ferrari, della Mercedes e probabilmente anche dell’astro nascente McLaren è l’unico, vero, motivo di interesse di un campionato assegnato già diverso tempo fa. C’è vita dietro Max Verstappen


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Aston Martin, McLaren

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Diego Catalano