Senza troppi squilli di tromba e in maniera piuttosto dimessa, ieri pomeriggio, la FIA ha diramato il calendario di F1 2024 con tanto di approvazione del Consiglio Mondiale del Motorsport. Non che servisse una cerimonia in stile hollywoodiano, ma ci saremmo aspettati un po’ di più hype o una conferenza stampa a corredo per spiegare alcune scelte che rappresentano una novità da qualcuno avversata ma che finalmente va in direzione di quanto annunciato più di una volta: regionalizzare la lista degli eventi.
Ma vediamo per sommi capi le novità che l’ente federale, che in tal senso ha ratificato la lista dei gran premi composta da Liberty Media che stringe di proprio pugno gli accordi economici e commerciali con gli organizzatori, propone ai tifosi per l’anno venturo. Prima di addentrarci nel ragionamento diamo uno sguardo alla lista completa dei 24 gran premi che comporranno la stagione più lunga di sempre:
Come ogni fenomeno che si presenta nel mondo del motorsport anche quello della delibera di un calendario è soggetto a valutazioni. Sebbene sussistano dei compromessi necessari ci sono degli elementi positivi che a nostro avviso vanno rimarcati.
Numero di gare. Questa, in linea di massima e sposando il punto di vista del tifoso, è una nota molto positiva. Il dilatamento del calendario racconta di una Formula Uno in piena salute. Se il paradigma tutto spettacolo ed adrenalina voluto dagli americani fosse in crisi, di certo non avremmo un così pingue numero di manifestazioni che si rendono necessarie per soddisfare la fame di motori della fan base e la voglia di molti paesi in giro per il mondo di vedere i bolidi a ruote scoperte sfrecciare sulle proprie piste.
L’evidenza rappresenta una polizza assicurativa per il futuro della categoria che è uscita in scioltezza e con un nuovo slancio dopo la crisi pandemica e l’aumento vertiginoso dell’inflazione. Elementi che hanno quasi messo in ginocchio il Circus che ha reagito anche grazie alla presenza di regole finanziarie sempre più solide.
Una notizia sicuramente da accogliere con favore è il mantenimento del GP del Belgio. La tappa delle Ardenne è stata la manifestazione che più ha rischiato di saltare considerando che l’evento che si consumerà alla fine di questo mese è l’ultimo previsto dagli accordi stretti l’anno scorso. Evidentemente, in silenzio, si sono fatti dei passi in avanti sostanziali tra i promotori della gara e Stefano Domenicali che ha strappato un accordo importante per la F1 e la sua storia che non può fare a meno dell’inconica Spa Francorchamps.
La grande vittoria di Stefano Domenicali è la razionalizzazione della logistica che determina un calendario regionalizzato. Un tema caro alla proprietà americana che ha sposato la politica Net Zero 2030 che si può realizzare solo limitando gli spostamenti globali. Era necessario rispondere a due istanze: ecosostenibilità della categoria e risposta alle ristrettezze finanziarie dei team dovute al budget cap che, è bene ricordarlo, dal 2026, sarà fissato in soli 130 milioni di dollari annuali.
La F1 ha finalmente “localizzato” il calendario per macroaree col fine di evitare spostamenti dispendiosi, inquinanti ed illogici. “Dobbiamo adattarci a situazioni che mutano rapidamente sul fronte logistico” aveva detto Domenicali qualche tempo fa e che aveva apertamente alluso alla necessità cogente di avere un calendario più intelligente disposto su aree geografiche più coerenti.
Sul fronte economico, si è finalmente sanata una contraddizione: da un lato si chiedeva alle franchigie una profonda spending review e, dall’altro, si spendono cifre blu per far spostare migliaia di tonnellate di materiali in giro per la Terra con voli transoceanici iper-inquinanti. E iper-costosi.
“Abbiamo deciso di porre come fulcro del nostro progetto il contenimento dei costi“. Questo è uno degli slogan fondanti del CEO della F1 che finalmente inizia a trovare un senso dopo anni in cui veniva citato senza essere effettivamente applicato.
La critica ad ogni azione del legislatore è un gran classico. Anche stavolta non sono mancati appunti severi, ma nessuno potrà dire che i decisori, che hanno tutto il diritto di essere soddisfatti per il lavoro svolto, non siano finalmente stati coerenti con la loro mission.
“Il calendario previsto per il 2024 dimostra alcuni passi importanti verso i nostri obiettivi comuni. Vogliamo rendere lo spettacolo globale della Formula 1 più efficiente in termini di sostenibilità ambientale e più gestibile per il personale viaggiante che dedica molto del suo tempo al nostro sport”. Queste le parole di Mohammed Ben Sulayem che, dopo mesi di tensioni, ha ritrovato l’intesa con Stefano Domenicali e il suo team.
Il dirigente imolese ha sottolineato come ci sia un grande interesse e una continua richiesta di accedere alla Formula 1 e che il calendario 2024 rappresenti il giusto equilibrio tra gare tradizionali, sedi nuove e quelle già esistenti. Il processo di razionalizzazione, inevitabile, diventa ora irreversibile:
“Il nostro percorso verso un calendario più sostenibile continuerà nei prossimi anni, quando snelliremo ulteriormente le operazioni nell’ambito del nostro impegno Net Zero 2030. Nel 2024 ci aspettano molte gare, tra cui il Gran Premio inaugurale di Las Vegas, e i nostri fan possono aspettarsi ulteriori emozioni nella prossima stagione”. Queste le parole di uno Stefano Domenicali che, stavolta, almeno per chi scrive, è stato coerente. E pertanto inattaccabile.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1