Sull’infernale Budget Cup relativo alla scorsa annata di F1, strumento terrificante ideato dai geni della FIA (copiandolo da altre realtà motoristiche in cui ha certamente più senso), arrivano i primi spifferi relativi alle spese dello scorso campionato. Tre team avrebbero sforato il tetto di spesa. Uno di questi (condizionale d’obbligo) di nuovo Aston Martin, che sarebbe così “recidiva”. L’anno passato fu sì sanzionata ma per un errore sostanzialmente formale nel redigere il documento finanziario, diciamo così.
La linea rossa, sempre secondo i rumor che arrivano dal mondo della F1, sarebbe fine luglio-primi di agosto. Entro quel periodo la FIA dovrebbe rendere noto l’elenco delle scuderie virtuose e quello di quelle spendaccione per l’anno scorso. Cui seguirebbero le eventuali sanzioni per i reprobi. E qui già scatta il primo grande problema. Nel 2022 solo a ottobre, per le spese dell’anno prima, si seppe come stavano le cose. Ora i tempi si sono ridotti. Ma non sono consoni allo sport. Mi spiego meglio.
L’ideale sarebbe la “bollinatura” e certificazione o sanzione prima del campionato mondiale successivo. Per motivi di equità, correttezza e etica sportiva. E’ pur vero che i tempi si sono accorciati (difatti la federazione ha aumentato notevolmente il personale addetto al controllo dei conti, istituendo una sorta di Guardia di Finanza sul Budget Cup), ma siamo ancora distanti, a mio parere, da come dovrebbe funzionare il tutto.
Tornando ad ottobre 2022. E’ inevitabile pensare che se nello sforamento del tetto di spesa (per il 2021) fosse incappata la Ferrari, le sanzioni sarebbero state più pesanti. E’ un retro pensiero che resta a molti tifosi della rossa, probabilmente ingiustificato ma che scatta se si mettono assieme situazioni similari (ad esempio in gara e non solo) che hanno visto poi sanzioni pesantissime quasi sempre a senso unico, destinazione Maranello. Mentre quando si tratta di punire grandi squadre inglesi (Red Bull è austriaca e Mercedes tedesca come io sono giapponese) si ha spesso l’impressione che in FIA vadano con il freno a mano tirato.
Ma proviamo a toglierci questo fastidioso retro pensiero. C’è chi dice che, relativamente agli sforamenti del 2021 e delle successive sanzioni ci sia un’ottima scusante per la FIA: “E’ il primo anno, non tutti possono aver capito come funziona il tetto alle spese, anche per noi è un rodaggio essenziale e via discorrendo“. Ci sta. E ancora una volta un plauso a Red Bull per aver rischiato machiavellicamente, sapendo che tali scuse potevano essere accampate e per aver speso più di quanto previsto sapendo di poterla fare franca o quasi. Il gioco è valso abbondantemente la candela.
Tuttavia c’è anche un altra corrente di pensiero fra tifosi e addetti ai lavori: magari non ci si aspettavano soluzioni draconiane, potevano essere anche simboliche, ma dovevano avere un forte peso. Ad esempio, decurtare pesantemente i punti nel campionato costruttori, pur non facendo perdere il titolo a Milton Keynes. Sarebbe stato un ammonimento ben più pesante dei “soli” 7 milioni di euro e di 10 ore in galleria del vento. E avrebbe portato a più miti consigli tutti.
In un certo qual modo, nel braccio di ferro che vede ormai dal 2021 la FIA contro la F1, Domenicali è stato chiaro: “Ci sono tre regolamenti da rispettare, sportivo, tecnico e finanziario, e le eventuali infrazioni devono essere punite con provvedimenti sportivi. Non si può andare in altre direzioni“.
D’altronde, una sanzione definita dai più un buffetto ha autorizzato a pensare che si potrebbe sforare il tetto alle spese, magari proprio di quel 5 per cento di cui è stata accusata Red Bull, avendo stabilito un precedente. Quindi la FIA ancora una volta si è messa in una situazione da classico cul-de-sac per cui, comunque si muova d’ora in poi, alimenterà sospetti e critiche.
Certo, la via maestra, il nodo gordiano di uno strumento intrinsecamente farraginoso e per molti versi assurdo (almeno in F1) sarebbe una sola: buttarlo nel cestino e al massimo stilare una nuova serie di regole estremamente semplici dove sia premiata, pur nel tetto di spesa, la massima libertà nell’usare i propri soldi, compresi test in pista. Ciò anche nell’ottica di favorire il recupero verso la vetta. Ma non ci facciamo illusioni. Essendo una cosa di buon senso, sappiamo a priori che non verrà presa in considerazione da Place de la Concorde.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Formula Uno
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Condivido pienamente tranne per il "decurtare pesantemente i punti nel campionato costruttori, pur non facendo perdere il titolo a Milton Keynes."... avrebbero dovuto perderlo il titolo quelli di Milton Keynes e non solo quello costruttori ma anche quello piloti.
Non dimentichiamo che quando Ferrari qualche annetto fa fece il super motore non videro l'ora di toglierlo dalla pista... per non parlare di quando vietarono l'ala (anteriore) mobile aggrappandosi al fatto che era elettronica (al tempo vietata) quando invece sfruttava la sola forza del vento a seconda della velocità dell'auto.
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e ... ... ...
bye bye to everyone
già fatto