La F1 è lo sport del cambiamento, la disciplina che più di ogni altra sublima i concetti di trasformazione ed evoluzione. Ma per far sì che queste caratteristiche vengano soddisfatte è necessario ricordare sempre gli archetipi fondanti evitando di soppiantarli con procedure nuove e rivoluzionarie che potrebbero piacere alle nuove leve ma che rischiano, contestualmente, di allontanare lo zoccolo duro.
Negli ultimi tempi, specie da quando Liberty Media è scesa in campo ricevendo il testimone da Bernie Ecclestone, uno che ha contribuito alla crescita della categoria, sono accadute molte cose ad una velocità che qualcuno ha considerato eccessiva e folle. Forse, proprio per questo, serve una frenata, una più attenta ponderazione delle tempistiche per pareggiare i due piani: quello del proprietario innovatore e quello del tifoso che deve metabolizzare il cambiamento per godere del progresso.
Budget cap, protocollo ATR, vetture a effetto suolo, formati di gara nuovi, calendari dilatati, serie tv a tema, ambito social centrale nella narrazione generale sono gli elementi che hanno ulteriormente accresciuto il valore della categoria ma che hanno stranito il pubblico più reazionario e tradizionalista. E, visto che per il 2026 si annuncia l’ennesima, radicale, mutazione genetica delle vetture, serve tenere a freno gli slanci su altri settori della disciplina.
In questo senso il colosso americano dell’intrattenimento sta pensando di non spingere troppo sul nuovo format della sprint race. Stefano Domenicali, qualche tempo fa, aveva fatto capire che quello con la gara veloce potesse essere il paradigma di riferimento. Dopo attente valutazione e forse per non svilire un weekend “deviante”, che deve mantenere il sapore dell’esclusività, si sta valutando di non aumentarne il numero rispetto agli attuali nove.
Il CEO imolese della F1 ha voluto rassicurare gli appassionati: “Le gare sprint saranno sei”, ha detto ai microfoni di Motorsport e saranno annunciate a settembre. Per ratificare il tutto sarà necessario un ulteriore incontro della Formula 1 Commission che si terrà nel weekend del Gran Premio del Belgio, tra poco meno di due settimane. E chissà che, a proposito di tutela di parte della storicità della categoria, non verrà annunciato anche il rinnovo del contratto di Spa Francorchamps visto che è presente del calendario 2024 pur non avendo ancora ratificato il prolungamento.
Se da un lato, quindi, i weekend con le gare veloci non supereranno un quarto degli eventi totali, altre novità sono in cantiere per ottimizzarli al meglio e renderlo ancor più esclusivo. Un evento nell’evento. Un processo avviatosi a Baku 2023, quando è stato stabilito che il sabato fosse tutto votato alle manifestazioni sprint.
“C’è una proposta che vorrei fare, in linea con il concetto del Grande Slam: ad un pilota che nel fine settimana dovesse far sue le due pole e le due gare, gli dovrà essere riconosciuto qualcosa in più, che rappresenti bene l’impresa sportiva che ha fatto”, questo a riferito Domenicali al microfono di Roberto Chinchero.
Domenicali è conscio che una modifica del genere potrebbe far storcere il naso a qualcuno. Da qui la necessaria precisazione: “Abbiamo analizzato questo punto. Credo che il rischio sia più legato agli spettatori affezionati, che hanno le loro liturgie, piuttosto che ai nuovi fans, molto più aperti al cambiamento. Non ci sono comunque grandi novità sul fronte ‘format’, vogliamo stabilizzare i sei weekend con la gara sprint e rispettare le abitudini degli appassionati di lunga data”.
La F1 del futuro più prossimo, quindi, almeno sull’aspetto delle portate del menù, non intende stravolgere ma, al più, arricchire con un po’ di spezie esotiche. Sugli altri aspetti, a partire da quello tecnico, bisognerà ben calibrare il regolamento per evitare che si perpetrino ancora gli errori che hanno portato la F1 da un 2021 di stupenda imprevedibilità ad un monomarca Red Bull dietro al quale c’è quello sport che Liberty Media auspicava. Peccato che tifosi, sia i vecchi che i nuovi, si ricordino di chi vince e non di chi si ciba di briciole…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Aston Martin