La messa a punto della Ferrari resta una grande incognita. Azzeccare il picco di competitività della SF-23 significa estrapolare il massimo rendimento da un’auto che poi tanto male non è. Tuttavia abbiamo potuto constatare con mano quanto sia difficili riuscirci. Ma il problema è ben più ampio e riguarda un preciso fattore: non centrare il set up significa abbassare tremendamente la competitività. Non ci sono mezze misure, insomma.
La monoposto italiana funziona al massimo delle proprie possibilità solamente in un range alquanto ristretto, fuori dal quale le prestazioni precipitano in caduta libera. Questo sembra essere il macro problema più grande del Cavallino Rampante. Aspetto che nasce da un chiaro “difetto di programmazione” in fase di disegno. Proprio per questo dedicare tanto tempo a tale disciplina risulta indispensabile per gli uomini di Maranello, nel tentativo di offrire la miglior versione di se, sempre e comunque.
Problematica ben lontana dal mondo Red Bull. Al contrario, la squadra di Milton Keynes ha forgiato una vettura molto duttile, in grado di adattarsi a qualsiasi condizione. Il tutto grazie ad una finestra di funzionamento davvero grande. Per questo, oltre la solidità aero meccanica del progetto RB19, il campione del mondo in carica Max Verstappen non ha rivali.
Il solo Sergio Perez pare in grado di sperperare tale fortuna cadutagli tra le mani. Ma d’altronde, possiamo immaginare, avere a che fare con il talento dell’olandese dev’essere struggente. Tanto da “avvelenare” le comunque molto buone capacità del messicano. Contesto similare per McLaren che, in seguito al miracoloso pacchetto di aggiornamenti, mostra al pari di Red Bull una buona flessibilità in merito ai diversi layout.
C’è poi Mercedes, capace di realizzare un strepitosa pole in Ungheria con Lewis Hamilton e la domenica perdersi nel ritmo gara. Chi invece pare totalmente perduta da un mese a questa parte è Aston Martin, team autore di una concreta involuzione tecnica malgrado gli update proposti. Questi i temi che andremo ad analizzare durante il fine settimana belga nella splendida cornice di Spa-Francorchamps.
La storica scuderia ha scelto di prescindere dall’ala anteriore già vista a Baku. La specifica in questione dovrebbe avere un secondo flap ad incidenza maggiorata, con il chiaro obiettivo di aumentare l’efficienza del DRS. Questo farebbe pensare ad una strategia per cercare di recuperare sui lunghi rettilinei di Spa e puntare quindi sul primo e sul terzo settore, come avevamo anticipato nei giorni scorsi.
L’ala è dotata di un main plain praticamente dritto, con un bordo d’ingresso che sembrerebbe più pronunciato nella sezione centrale. Probabilmente a questa soluzione verrà associata una beam wing più carica che possa incrementare il volume d’aria estratta dal fondo. Nel complesso parliamo di un’ala il cui profilo di pressione è uniformemente distribuito in larghezza.
Per quanto concerne Red Bull, visto l’efficienza endemica della RB19, la scelta cade su una specifica da medio carico, dotata di un main decisamente più pronunciato e con un carico distribuito principalmente nella zona centrale. Sul bordo d’uscita di ambedue gli alettoni in questione, trova spazio troviamo un nolder che incrementa leggermente la downforce prodotta con il secondo elemento.
Ovviamente, ancora una volta, la scuderia austriaca può permettersi una soluzione più carica che, di riflesso, li aiuterà non poco nella percorrenza del settore centrale senza perdere molto negli altri due tratti rimanenti. Le alte velocità di punta, infatti, dovrebbero rimanere invariate per Red Bull, come spesso accaduto negli altri appuntamenti iridati di questa campagna agonistica 2024.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega