Ferrari non è stata perfetta. Al contrario le rosse non hanno massimizzato il potenziale della vettura. Sainz ha sofferto un rallentamento al cambio gomme per via di un grattacapo. Per di più, esattamente come per il compagno di squadra, il traffico legato al posizionamento delle piazzole box ha fatto il resto. I ferraristi hanno perso la posizione su Hamilton e Gasly, recuperando solo sul Re Nero per via della penalità comminata al britannico per il contatto con Pérez.
Per di più la gestione gomme non è stata affatto buona. Difficolta nel portare in temperatura le quatto mescole e soprattutto nel mantenere la corretta working range al posteriore. Tanto overheating al retrotreno che i ferraristi hanno dovuto gestire limitando le prestazioni in curva 9,11,12 e 14. Aspetto che di riflesso ha rallentato il ritmo delle SF-23.
La Sprint del GP del Belgio si è trasformata in una gara ancor più breve a causa delle condizioni di pista avverse. Dopo numerosi rinvii dovuti alla pioggia torrenziale, la Federazione ha obbligato i team a partire con la Full Wet in una procedura di Rolling Start dietro la Safety Car che aveva accompagnato i piloti per cinque giri di “formazione”, riducendo così la durata della Sprint da 15 a 11 giri. In quei frangenti, grazie anche all’acqua sollevata dalle vetture, la pista è andata asciugandosi velocemente, rendendo lo switch alla mescola Intermedia un’ovvietà anticipata per molti.
Appena rientrata la Safety Car, infatti, i team si sono aperti in radio per differenziare la strategia tra i loro piloti – alcuni dei quali, come i due Ferrari e le McLaren, troppo vicini in pista per rischiare un double-stack. Metà griglia rientra dunque già alla fine del primo giro, mentre chi era rimasto fuori (tra cui Verstappen, Leclerc, Norris) effettua un primo lento passaggio sulle Full Wet per poi effettuare la sosta ai box. Partito dalla Pole, Verstappen perde posizione in pista sulla MCL60 di Piastri, ma non si lamenta di aver aspettato un giro “di troppo” – facendo anzi notare al suo ingegnere come avrebbero potuto aprofittare di una eventuale Safety Car.
Tra le vittime del caos in pitlane si contano entrambe le Ferrari, con una posizione persa a testa. Vittima di uno stop lento, Leclerc è rimasto stazionario sulla piazzola dei box in attesa del “traffico“, e rientra perciò in pista in settima posizione, subito alle spalle di Sainz. Il madrileno era stato tra i primi a rientrare, ma aveva perso posizione anche lui a causa del traffico. A “guadagnare” invece dalla sosta anticipata è stato Piastri, che si è ritrovato al comando dopo il secondo turno di soste. Come già visto in Qualifica, la McLaren del giovane australiano ha a disposizione un livello maggiore di carico aerodinamico – utile in condizioni di pista miste e bagnate, ma che può rivelarsi un deficit in gara per quanto riguarda le velocità di punta.
Una volta terminate le soste, dal secondo giro in poi la strategia, come solito durante una Sprint, è stata piuttosto lineare per tutti; il piano era di arrivare a fine gara sulla gomma Intermedia, e difatti non c’è stata un’evoluzione di pista tale da garantire un crossover che avrebbe potuto tentare i team a passare alla mescola slick, soprattutto con così pochi giri a disposizione per recuperare la sosta addizionale. A livello strategico, oltre a Piastri che se anche sorpassato da Verstappen conserva un’ottima P2, emerge l’Alpine di Pierre Gasly – il secondo a rientrare ai pit dopo Piastri – che guadagna con furbizia tre posizioni ed il podio della Sprint.
Parlando di numeri – di fatto, non c’è stata storia. Max Verstappen ha tenuto un ritmo mediamente inferiore di 8 decimi rispetto al secondo. Come è possibile osservare dal grafico, c’è un’evidente disparità in termini di passo – dato incrementato dalle condizioni di pista tra l’umido e l’asciutto. Sainz ha girato in media cinque decimi più veloce di Leclerc, mentre Hamilton, penalizzato con 5 secondi per un contatto con la RB19 di Pérez, è risultato il terzo più veloce in pista. Gasly, sul podio, ha girato sui tempi della Ferrari di Sainz.
Ferrari risulta quindi essere la quarta forza ad oggi su pochi giri, ma dobbiamo tenere conto che la pioggia potrebbe aver influito sul passo, visto che erano tra i più scarichi in pista. Le comunicazioni tra i piloti ed il muretto nel corso della Sprint si sono concentrate sul monitoraggio delle temperature all’asse posteriore, un primo segnale negativo per i tecnici della Rossa. Proprio alle Curve 8, 11, 12 e 14 gli ingegneri hanno chiesto ai loro piloti di gestire le mescole.
Dunque per domani la Ferrari dovrà sperare in una gara asciutta, utile anche alla necessaria raccolta dati. Ricordiamo che la SF23 si è comportata bene nel corso di questo mondiale su piste a medio-basso carico aerodinamico. Tuttavia, se dovesse mettere in difficoltà il posteriore come visto oggi, la gara sarà in salita. Se nella Sprint si sono effettuati solo 11 giri, domani la situazione con il degrado potrebbe potenzialmente peggiorare sulla lunga distanza. La velocità per tenere dietro gli avversari – soprattutto le McLaren – c’è e si è già vista, ma tutto si giocherà sul ritmo della vettura e sull’utilizzo appropriato delle mescole.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari