La Ferrari sta provando con tenacia e determinazione a risalire la china. Dopo un inverno in cui, forse senza nemmeno capire che stesse accadendo, si è badato più alle cose organizzative che a quelle tecniche (fatto assolutamente necessario quando si doveva definire il passaggio di consegne tra Mattia Binotto e Frédéric Vasseur), Maranello ha deciso di cambiare drasticamente l’approccio rispetto a dodici mesi fa e di lavorare alacremente allo sviluppo della SF-23, una vettura sulla quale Charles Leclerc e Carlos Sainz riponevano ben altre speranze.
La delusione che si respira tra i tifosi non è stata di certo mitigata dalle buone prestazioni offerte in Austria che, anche se non sono coincise con podi e punti pesanti, si erano intraviste in Canada. Ossia quando sulla vettura era stata montata la prima parte di upgrade che è stata portata a completamento domenica scorsa dopo che il filming day infrasettimanale aveva dato segnali incoraggianti.
Proprio la veloce capacità di reazione degli ingegneri italiani ha rialzato il livello delle aspettative che però non deve sfuggire di mano. Il cammino che la Ferrari ha da compiere è lungo e non privo di ostacoli. La Red Bull è sempre là in cima, solitaria e sfrontata, e porterà a casa entrambe le corone iridate a meno che non accada l’imponderabile. E non lo auguriamo a nessuno.
I diretti concorrenti, Mercedes e Aston Martin, seppur battuti nettamente tra i verdi boschi della Stiria, hanno intenzione di alzare subito la testa su quella che è la pista di casa per entrambi. Ferrari, a detta di Vasseur, potrebbe soffrire proprio le curve d’appoggio presenti nell’ex aeroporto britannico. Cosa che potrebbe determinare un arretramento prestazionale della Rossa al quale non deve però coincidere lo smorzamento della positività che si sta creando a Maranello.
Leclerc, dopo il Gran Premio d’Austria, è apparso visibilmente soddisfatto e per la prima volta in stagione ha riferito che la crescita della vettura è prorompente e convincente. Un ottimo viatico dopo mesi in cui il barometro dell’umore del monegasco era impostato al cattivo tempo.
Oltremanica, terra che pullula di avversari del Cavallino Rampante e dalla quale, sovente, fluiscono critiche un po’ troppo feroci (ricordiamo ad esempio un Damon Hill mai troppo tenero con la Scuderia), si riconosce l’importanza di una Ferrari che torni finalmente ad essere il centro pulsante della F1.
Di questo avviso è David Coulthard: “Ci aspettavamo di più dopo ciò che la Ferrari aveva fatto l’anno scorso. Speriamo faccia di più perché si tratta del marchio più importante della F1. Tutti vogliamo la Ferrari in lotta per vincere”, ha riferito l’ex McLaren a La Gazzetta dello Sport.
Secondo il pilota inglese il passaggio di consegne tra Binotto e Vasseur è l’elemento perturbante della stagione 2023, la causa del ritardo accumulato in questi mesi. Ma l’azione del manager di Draveil inizia a dare i suoi frutti visto che il clima in seno alla squadra inizia a rasserenarsi. Vasseur sta gradualmente introducendo la sua mentalità e le sue metodologie operative.
“Fino all’Austria c’è spesso stato nervosismo, e quando si è nervosi si prendono decisioni sbagliate. Quando si è fiduciosi si assumono buone decisioni. Non è il passo della macchina la prima questione da risolvere. Serve costruire la fiducia comunicando in modo positivo all’interno del team“.
L’ultimo passaggio è importante ed è emblematico che venga sottolineato da un pilota che ha operato in realtà vincenti come la Williams dei tempi d’oro, la McLaren e una Red Bull che andava costruendosi per diventare uno dei team più vincenti di sempre visto che, in Canada, è entrata nel ristretto novero delle scuderie che hanno superato quota cento trionfi di tappa.
Vasseur, prima di contribuire a superare le difficoltà tecniche con un’organizzazione nuova e più razionale, deve creare un fertile substrato nel quale piantumare alberelli che devono diventare solidi arbusti. Il clima sano di lavoro, la fiducia nei mezzi della scuderia, la consapevolezza che si sta andando nella giusta direzione sono elementi imprescindibili per impostare un programma di recupero davvero efficace.
Probabilmente servirà ancora del tempo, non si può operare una rivoluzione di tale portata in pochi mesi, ma i segnali sono positivi e vengono perfettamente carpiti da chi ha lavorato in contesti rivelatisi idonei a conseguire strisce di vittorie che sono entrate nella storia della Formula Uno. La cura Vasseur, che viene somministrata da gennaio, inizia a dare benefici che saranno valutati definitivamente l’anno prossimo, quando la Ferrari è chiamata a partire tra gli assoluti favoriti a vincere il campionato del mondo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari