Il tifoso ferrarista si interroga su due scenari da incubo che potrebbero spiegare il disastro Ferrari. Da una parte dissidi interni e poca coesione (per usare un eufemismo), dall’altra una conclamata incapacità tecnica. Non è passata in sordina la rivelazione che Umberto Zapelloni ha fatto su Spit Stop, il nostro programma (https://www.youtube.com/watch?v=jM9AYDog-0k&t=204s) che si occupa di approfondimenti legati alla F1.
Parlando del de profundis Ferrari, Zapelloni ci ha rivelato il “bel clima” che c’è nella GeS (e che, storicamente, è una costante della storia sportiva di Maranello, ci tocca aggiungere). La frase centrale: “C’è quel buco fra la fine della stagione scorsa e quella di quest’anno in cui non c’era un capo. C’era ancora lì Binotto che andava in ufficio sino al 31 dicembre ed è scoppiata una lotta interna per mettersi in vista per la successione che ha compromesso lo sviluppo della macchina. Cardile e Sanchez che si erano alleati per far fuori Binotto poi si sono trovati l’uno contro l’altro ed è successo quello che è successo (Sanchez che saluta per tornare da figliol prodigo in McLaren ndr).”
Cerchiamo di fare un pochino gli Sherlock Holmes, di usare cioè il metodo deduttivo, vale a dire un procedimento logico che da una serie di premesse conduce a una conclusione in esse implicita, per cercare di capire qualcosa di più del caso Ferrari.
L’Amministratore delegato della Ferrari, Benedetto Vigna, si lascia andare alla famosa e fumosa dichiarazione “Questa Ferrari non avrà precedenti in termini di velocità” (che poi verrebbe da chiedergli: “Ma cosa volevi dire esattamente?” Nessuno l’ha fatto e amen). Vigna si è laureato con lode in fisica subnucleare all’Università di Pisa. Ha una vasta esperienza internazionale lavorando con alcune delle società tecnologiche leader al mondo. Proviene da STMicroelectronics dove era responsabile del Gruppo Analogici, MEMS (Micro-electromechanical Systems) e Sensori, il più grande e remunerativo business operativo di ST nel 2020, ed era membro del Comitato Esecutivo del Gruppo ST (Fonte StartMag). C’entra poco con la F1, d’accordo.
Il suo è un profilo adatto, probabilmente, per la transizione verso l’ibrido delle stradali. Ma un uomo di tale levatura e capacità, quello che potremmo chiamare scherzosamente “secchione”, non credo ci metta molto a capire almeno le basi di una squadra di F1 e le problematiche legate alle prestazioni da raggiungere. Ci arriva il tifoso che legge da anni riviste specializzate o si abbevera alle stesse riviste on line, figuriamoci un fisico che ha a che fare con problemi teorici e pratici molto complessi.
Vasseur ha invece una formazione specifica per il mondo dei motori. Laureato in aeronautica e ingegneria presso una scuola privata francese che forma ingegneri nel settore dei trasporti. École supérieure des techniques aéronautiques et de construction automobile (ESTACA).
Ma non solo. Da sempre ha a che fare con il motorsport ed ha creato e gestito diverse scuderie sino ad arrivare alla F1 (Sauber–Alfa Romeo il precedente incarico da Team Principal). Quindi conosce la grammatica e la sintassi della F1, perché è sia gestore sia competente per capire di cosa gli parlano i tecnici.
Vediamo. Nei primi gran premi Vasseur ha prima parlato di una monoposto che non poteva non essere competitiva ma che era da comprendere e di cui non era da stravolgere il concetto aerodinamico. Poi invece lo hanno stravolto. E sempre Vasseur ci ha detto ripetutamente che la Ferrari poteva lottare per la pole o per la vittoria (ultimi esempi Inghilterra e Ungheria, poi sappiamo come è andata).
Cosa unisce queste “improvvide”, incaute e infelici dichiarazioni (con il senno di poi)?
Primo: che non siano corrisposte alla verità che Machiavelli chiamerebbe effettuale. Cioè, in questo caso specifico, alla prova sul campo, in pista.
Secondo: che non possiamo pensare che Vigna e Vasseur siano due persone che non capiscano di cosa stanno parlando o, peggio, che amino essere presi in giro da tifosi e stampa. Ciò ci porta a pensare e dedurre che cosa? Che tutti e due, quando hanno parlato, erano stati ampiamente rassicurati che sarebbe accaduto quanto gli stavano raccontando.
Chi esattamente? E’ inevitabile che si parli di GeS. E non possiamo neanche pensare che si parli di figure non apicali, perché da quando esistono le scuderie, i team, le aziende e via discorrendo, è evidente che i leader si rapportino con le figure apicali per avere le idee chiare e per poter prendere decisioni rapide. Quindi: o settore aerodinamico, o settore telaistico. O entrambi.
Al che ti sorge il dubbio concreto che a Vigna ed a Vasseur siano state raccontate cose non vere. Per non perdere il posto di lavoro? Ipotesi plausibile? Certamente non un’ipotesi irrealistica. Si prende tempo raccontando o ingigantendo i progressi o esaltando le premesse. Pratica comune.
E’ una riflessione che lo stesso Zapelloni ha fatto in Spit Stop, pur ricordando e sottolineando che se i proclami si ripetono e se continuano le figuracce, è evidente che ci sia un problema di lettura dei dati (galleria del vento, simulatore?) o della loro comprensione ai fini della prestazione complessiva della monoposto.
E qui arriva lo scenario peggiore. Cioè che i tecnici Ferrari credano in quanto affermano, ma che poi tali affermazioni siano puntualmente smentite dalla prova sul campo, cioè in pista.
Cioè, in sostanza, che non ci capiscano nulla.
Sarebbe a dir poco deprimente.
Se non catastrofico.
E voi, cosa ne pensate?
Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Foto: F1
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Io penso che tutti questi elementi convivano insieme. Che Vasseur non sia all'altezza come del resto tutta la dirigenza..Inoltre a mio modesto parere, Sainz dimostra di essere sempre un passo avanti a Leclerc