Le Fp2 ci hanno fornito molte indicazioni sulle Ferrari. Si conferma inoltre la bontà degli aggiornamenti McLaren che è tornata per restare tra le posizioni che contano. Nell’analisi attenzioneremo molte variabili e vedremo come il risultato odierno potrebbe ingannare. Durante le prime libere la pioggia è stata protagonista. Il tracciato aveva pochissimo grip e le squadre sono uscite in pista per due motivi: smarcare la gomma slick e acquisire dati molto importanti da dare in pasto alle proprie reti neurali. In questo modo si ha un riscontro più preciso dalle simulazioni indoor che si portano avanti in fabbrica durante il week end.
Prima di addentrarci nell’analisi vera e propria parliamo di configurazioni aerodinamiche. Su questo tracciato le squadre non devono cercare un compromesso di difficile ottenimento in quanto si tende a scegliere le configurazioni più cariche disponibili. Ecco perché nella maggior parte dei casi vediamo specifiche utilizzate già a Monaco.
Red Bull risulta la monoposto più carica per ricercare un bilanciamento maggiormente spostato verso il retrotreno. Per quanto riguarda Mercedes i tecnici hanno deciso di portare l’ala utilizzata a Montecarlo ma con un flap aggiuntivo più carico. In Ferrari hanno preferito incrementare il carico frontale introducendo una nuova specifica di ala anteriore e andare così a correggere quel comportamento sottosterzante accusato lo scorso anno.
Red Bull ha provato subito la gomma Soft, senza attuare un programma che gradualmente porti all’utilizzo della mescola più morbida. Gli altri team invece , come Ferrari e Mercedes, hanno realizzato i primi run con le media. La RB19 ha mostrato un buon handling a centro curva, dove riescono a trovare molta rotazione.
A Milton Keynes hanno preparato la messa a punto con l’intento di trovare una buona trazione ed in generale un posteriore stabile, caratteristica che li ha visti limitati in più appuntamenti di quest’anno. Abbiamo sottolineato più volte ultimamente come la vettura austriaca possieda un avantreno molto solido che mette addirittura in difficoltà il posteriore.
Ferrari ha realizzato prove comparative per quanto riguarda l’ala frontale. Il monegasco ha utilizzato la specifica nuova, mentre lo spagnolo quella meno carica. Leclerc ha chiesto più volte un incremento di carico per contrastare ulteriormente la carenza di rotazione. Per di più, attraverso gli on board, si è visto un comportamento a tratti instabile della nelle curve a medio alta velocità del T2 e del T3.
I ferraristi tendavano a perdere il posteriore in fase di percorrenza, commettendo degli “snap” repentini ed evidenti. Un retrotreno quindi troppo leggero quando le velocità crescono che di riflesso ci porta a capire che il bilanciamento aerodinamico era eccessivamente spostato verso l’avantreno. La carenza di grip frontale di cui si sono lamentati i i due “Carlo” si palesa in fase d’entrata, pertanto nel momento transitorio in cui si decelera e si abbassano le velocità.
Oltre ad un piccolo ritocco al sistema sospensivo, dopo aver effettuato i primi run con le gomme medie, in Ferrari hanno cercato di capire meglio come far funzionare il setup al meglio delle possibilità. C’è anche da aggiungere che l’extra grip fornito dalle Soft ha un peso specifico molto elevato che si incarica di “nascondere” alcuni comportamenti della monoposto.
In qualifica, pensando alle nuove regole imposte dalla federazione internazionale, la sfida sarà trovare la track position ottimale per effettuare la propria tornata, cercando di tenere in alta considerazione la strategia di warm up e cooling della gomma. Verstappen ha sostenuto che dopo alcuni giri in cui alternava un giro lanciato e uno di raffreddamento, le mescole sull’anteriore tendevano a perdere molta aderenza.
La situazione sul giro push si presenta come molto interessante. Il grafico precedente evidenzia l’accelerazione longitudinale tra Ferrari e Red Bull nel loro giro più rapido. Come possiamo facilmente notare osservando l’immagine, alle velocità più basse la RB19 di Max Verstappen mette a segno valori migliori persino della rossa di Charles Leclerc. Una trazione che deve essere ancora sprigionata ala meglio che molto probabilmente li riporterà alla vetta.
Non è la prima volta che la squadra campione del mondo in carica studia il proprio setup il venerdì per poi estrarre il maggior potenziale al sabato. Ciononostante anche Ferrari ha del potenziale inespresso che conta di mostrare al mondo oggi durante le Fp3, ultima chiamata prima della sessione classificatoria.
Passiamo ora alle simulazioni con il pieno di carburante. I top team hanno effettuato un unico stint testando una sola mescola per pilota. Ferrari e Red Bull non hanno sdoppiato il lavoro e hanno preferito concentrarsi nel comprendere al meglio la gomma più morbida del lotto. Al contrario McLaren e soprattutto Mercedes hanno indagato parecchio la prestazione sulla media.
Passando ai dati concreti notiamo come Verstappen ancora una volta è stato il più rapido. Un ulteriore conferma della forza che può avere la Red Bull. Nel confronto diretto con il giovane talento di Hasselt, Leclerc perde circa 3 decimi al giro in media, mentre il suo compagno di squadra spagnolo, Sainz, paga un gap addirittura superiore ai 6 per tornata. Sulla media Norris è stato ancora una volta il più rapido, girando a 4 decimi dalla RB19 numero 1. Mentre le due Mercedes più attardate mostrano un ritardo superiore al mezzo secondo.
Difficile capire quale delle due vetture tra McLaren e Ferrari sia attualmente la seconda forza. Potremmo dire che si trovano a pari livello sulla lunga distanza, sottolineando come Norris abbia portato a termine molti più giri rispetto alle due vetture di Maranello. Osservando il grafico a seguire la situazione risulta più chiara. Interessante la costanza dei tempi sul giro del britannico che mette assieme ben 14 passaggi.
Al contempo notiamo che la linea rossa di Leclerc ha una pendenza decisamente maggiore, segno di un incremento rapido delle prestazioni che, di riflesso, segnala un possibile degrado maggiore. Realizzando cosi poche tornate l’andamento doveva essere in linea con quanto fatto vedere da Verstappen, che appunto si è migliorato nei pochi giri effettuati.
Autori e immagini: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich