sabato, Novembre 23, 2024

Ferrari ha deciso: è pronto un netto cambio di filosofia

Il focus tecnico sulla gara della Ferrari in Ungheria lo abbiamo già fatto. Tramite la nostra consueta analisi prestazionale abbiamo toccato diversi temi relativi all’andamento della rossa in terra magiara. Potremmo dire ancora tantissime cose a livello tecnico sebbene resti sempre molto difficile decifrare con esattezza le cause precise di una performance del genere. I fattori che concorrono sono molti, anzi troppi. E soprattutto, spiace dirlo, in GES proprio non sembrano capirli.

La critica ci può stare. Non è possibile riempire gli occhi di vittorie altrui con tale assiduità, specie se sulla scocca porti con fierezza l’effige bizzosa del Cavallino Rampante. Ma in fondo chi vogliamo ingannare. La storia serve a poco quando il presente scivola tra le mani come granelli sabbia. Quello che veramente importa è il futuro, aspetto sul quale Ferrari, a questo punto, deve virare in maniera decisa.

La visione attuale non è affatto rosea. La luce in fondo al tunnel stenta a palesarsi. La mancanza di un gruppo operativo completo si fa sentire. Lo testimoniano gli errori reiterati che liberamente si susseguono. Per di più ci si mette la SF-23, una vettura che definire “strana” è poco. Capace di grandi cosi in determinati contesti, specialmente in qualifica sul giro secco, estremamente debole in altri scenari come in Inghilterra, incapace di passare una Williams.

Risulta oramai molto chiaro che il livello di comprensione sul progetto 675 non esiste. O per lo meno solo a tratti molto sbiaditi. Effettuare una miriade di test in chiave futura su una monoposto indecifrabile, quindi, porterà a qualcosa di buono?. Il quesito resterà tale e con ogni probabilità nemmeno all’interno della gestione sportiva sanno darsi una risposta. Un concetto espresso da un certo Scott Fitzgerald si sposa alla perfezione con l’attuale status del team di Maranello: “E allora si continua a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.”


Ferrari ci crede, ma saprà farlo?

Il primo sottotitolo H2 (“dannata” SEO) del pezzo ci interroga sul prossimo futuro della rossa. Tra le varie parole spese a margine del Gran Premio d’Ungheria, undicesima prova della campagna agonistica 2023, l’aspetto più interessante si rifà a una dichiarazione sibillina di Sainz. Eccola: “In Belgio, probabilmente, adotteremo una filosofia di gara diversa“. Senza dubbio le cinquantasei lettere che compongono la frase in questione esprimono voglia di cambiare le cose. Quindi possiamo giudicare in maniera positiva.

Tuttavia c’è un fatto che non risulta per nulla chiaro. Si perché a conti fatti possono cambiare tutti gli approcci del mondo, ma se la vettura continua a non performare e la capacità di capire e di riflesso gestire la SF-23 non esiste, come possono migliorare i risultati? Non possono, questa la replica più logica.

Ferrari
Frederic Vasseur, team principale della storica Scuderia Ferrari – Gp Ungheria 2023

Forse, tramite un’impostazione tecnica differente, ragionare “per assurdo” e valutare aspetti dell’auto sino a ora non considerati potrebbe essere una strada. Parliamo quindi di una cambio strategico a livello operativo. E qui si arriva al nocciolo della vicenda. Tutta la buona volontà del caso sommata a sforzi profusi che rasentano la follia, saranno sufficienti a modificare un archetipo che proprio non ne vuole sapere di funzionare?

Ancora. Ferrari, tenendo presente che dalla dipartita di Binotto ha solo perso pezzi senza rimpolpare la propria struttura, come pensa di trovare soluzioni interne nelle medesime menti che hanno dato vita a un progetto fallimentare conviti che fosse buono? In fin dei conti l’unica new entry è Frederic Vasseur. E a occhio e croce, malgrado gli vada riconosciuta determinazione e tanto coraggio per accettare una sfida del genere, pare che ultimamente il francese si stia “binottizando” davanti a microfoni e telecamere.


Ferrari e il foglio bianco necessario

A cosa serve un’auto ben bilanciata se poi non va? L’ennesima “istanza” dell’articolo fa riflettere. Attraverso la compulsiva osservazione degli on board Ferrari, possiamo dire con certezza che la SF-23 spesso è molto ben bilanciata. Ma la cosa ancor più inverosimile è la seguente: l’handling della rossa e di sovente più buono in gara rispetto alla qualifica. Contesto dove la vettura italiana si esprime peggio se consideriamo i riscontri cronometrici.

In altre parole ci troviamo a che fare con una F1 difficile da guidare in qualifica che però ha mostrato spesso ottime performance. Mentre sulla lunga distanza offre una maneggevolezza degna di nota ma al tempo stesso distrugge le gomme e risulta lenta. Un quadretto davvero simpatico per non dire bizzarro, dipinto da artisti inconsapevoli che a questo punto non possiamo sbagliare se li definiamo impotenti davanti a tale scenario.

Il pacchetto di aggiornamenti introdotto tra Spagna e Austria ha portato risultati positivi. Magari pochi, ma comunque presenti. Sostenere il contrario vorrebbe dire proferire il verbo menzogna. Ciononostante se a livello fattuale la SF-23 non produce le prestazioni richieste, come accennato in precedenza, vale davvero la pena continuare a intestardirsi in un progetto che non opera a dovere e non offre la benchè minima garanzia per il futuro?

Ferrari
Charles Leclerc – (Scuderia Ferrari) durante il Q3 in Ungheria 2023

A questo punto il reset concettuale urge. Azzeramento, annullamento, cancellazione, un ritorno allo stato iniziale. Risolvere una brutta situazione per ristabilire un clima adatto alla collaborazione reciproca che possa far ripartire il team. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione tale processo è in atto, ma come è naturale che sia necessità il suo tempo e tutto il supporto di menti fresche non “avvelenate” dalle attuali circostanze.

Non sappiamo concretamente a cosa si riferisse Carlos nella frase sopracitata. Speriamo intendesse proprio questo e non solo ad un diverso approccio su gare singole. D’altro canto l’obiettivo è sempre il medesimo per la storica scuderia italiana e a questo punto non serve nemmeno più ribadirlo. Risulterebbe ridondante e allo stesso tempo irrispettoso considerando la pazienza infinta dei tifosi.


Autori: Andrea Bovone

Immagini: Scuderia Ferrari

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