A livello di configurazioni aerodinamiche Ferrari e Red Bull hanno percorso, ancora una volta, due strade differenti. Sulla scia della passata stagione, come successo anche in Austria, il team austriaco sceglie un setup da medio alto carico, mentre i tecnici del Cavallino Rampante hanno puntata su un’approccio da medio carico.
Una maggior componente verticale porta ad imporre maggior sforzo sugli pneumatici ma ovviamente, al contempo, offre un certo vantaggio in termini di velocità a centro curva. Senza sottovalutare che sulla carta porta ad un minor scivolamento in fase di percorrenza, aspetto molto utile sulla lunga distanza.
Dal punto di vista della guidabilità abbiamo visto una Ferrari nel complesso abbastanza composta con il posteriore, anche se a tratti sottosterzante sin dalle prime libere. Ai box sono quindi scattati diversi cambi di setup nelle Fp1 provando due strade: meccanica e aerodinamica.
Nel primo caso si è di irrigidire il posteriore per fornire più grip all’asse frontale. Mentre nel pomeriggio ulteriori provvedimenti troppo drastici, hanno reso a tratti leggero il retrotreno della rossa nelle zone più veloci. Nel corso delle seconde libere Ferrari si è focalizzata sul giro secco e hanno ricucito attorno a Sainz un setup davvero ottimo. Nel complesso una monoposto volutamente “puntata” sull’anteriore, per cercare di fornire tanta aderenza ad un asse che domenica potrebbe andare in difficoltà.
Disporre di molto carico nel veloce offre una macchina “comoda” nel passaggio sui cordoli alle alte velocità. Tuttavia a Red Bull manca ancora qualcosa. Da domani ci aspettiamo una RB19 in ripresa che farà funzionare al meglio l’assetto prescelto, cancellando qualche problema nel centrare l’attivazione delle mescole.
Dobbiamo anche annotare che Ferrari nelle Fp1 si è tenuta più bassa con le mappature della PU, aspetto che produceva clipping. Mentre nella sessione pomeridiana alzando le rivoluzione del propulsore, con un supporto ibrido decisamente superiore, la potenza extra recuperata dai moto generatori è stata spalmata al meglio offrendo più prestazione alla rossa.
Nel grafico precedente mettiamo a confronto velocità massime e minime. Notiamo subito che Verstappen domina assieme a Sainz con 327 km/h. Hamilton più in difficoltà in questo caso, con i “soli” 322 km/h raggiunti, pur sempre 5 in più dell’Aston Martin di Alonso.
Al momento si evince come nelle zone più guidate la SF-23 non spicca in rendimento come su altri tracciati, ma nel complesso il comportamento nel lento non è affatto male, come vedremo tra poco. Gli assetti più rigidi riducono certamente il vantaggio in termini di grip meccanico, ma d’altronde sono frutto di scelte necessarie per avvantaggiare lo sviluppo del carico alle alte velocità.
Le Mercedes in questo frangente ha avuto problemi nel trovare aderenza. Inoltre con le temperature odierne non sono riuscite a centrare la finestra di utilizzo delle mescole. Detto questo domani la pista dovrebbe tornare ad esser più fresca. Nel complesso le W14 tendono ad avere una mancanza di grip al posteriore abbastanza accentuata.
Interessante andare a mettere a confronto l’accelerazione longitudinale con la traccia delle velocità. Notiamo che Ferrari sviluppa maggior trazione alle basse velocità, riuscendo a far segnare valori più elevati al di sotto dei 100km/h Mentre a velocità più elevate, attorno ai 150km/h, le RB19 torna ad avere un vantaggio in uscita. Per quanto riguarda le staccata, la SF-23 è più efficace nelle frenate attorno ai 150 orari, mentre Red Bull domina in quelle più potenti del tracciato.
Su questa pista gli ingegneri hanno ritagliato molto tempo delle libere per testare la vettura sulla lunga distanza testando mescole differenti. Con molta probabilità si andrà obbligatoriamente sulla doppia sosta, per cui non è da escludere un prima parte della gara con Pirelli a banda rossa.
Ricordiamo che il costruttore italiano ha portato la gamma più dura a disposizione, per cui esiste una certa differenza in termini di finestra operativa. Differenza che si riduce in generale man mano si ammorbidisce la gamma di gomme utilizzata.
Il più veloce si conferma ancora una volta Max Verstappen, che rifila una media di quasi 4 decimi al giro a Lewis Hamilton. Perez fatica a mantenere il passo con la Soft al pari di Sainz. I due rimangono a mezzo secondo dalla RB19 numero 1. Ferrari si attesta come terza forza, ma il lavoro sul setup che verrà portato avanti domani potrebbe cambiare le cose.
L’obiettivo consiste nel “proteggere” quanto più possibile l’asse anteriore. La messa a punto della Ferrari è stata costruita sull’anteriore per riuscire a gestire al meglio l’anteriore sinistra, penumatico più sollecitato a Silverstone e, al contempo, ottenere un buon passo durante la gara.
Lo scenario non cambia molto se osserviamo i passi gara “globali”, ovvero considerando tutti gli stint portati a termine da ogni pilota. Perez resta a 4 decimi da Verstappen che mantiene un passo medio sull’1:33.4. Lo spagnolo della Ferrari rimane a 5 decimi pieni, mentre Hamilton peggiora arrivando allo stesso livello della rossa. Sebbene Alonso sembri in ritardo, sappiamo che durante la corsa la AMR23 tende a produrre un delta favorevole maggiore rispetto ad altri team.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich –@niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari