Formula 1

Ferrari SF-23: “rottura” della struttura vorticosa corretta. Flessioni di carico minimizzate

Ferrari SF-23, la vettura più chiacchiera all’interno del Circus. La si è criticata quasi sempre con cognizione di causa. Altre volte meno, perché vari opinionisti preposti alle analisi tecniche miravano ad essere letti facendo polemica. Ci sta? Può darsi… d’altronde fa parte della comunicazione. Ma quando le sorti di un progetto nato “ad cazzum”, al secolo 675, vengono corrette in tempi tutto sommato brevi all’interno di un contesto lavorativo deficitario, il plauso va necessariamente speso.

Per farlo in maniera definitiva aspettiamo il prossimo Gran Premio della Gran Bretagna però, decimo round stagionale, giudice supremo in grado di validare la bontà degli sforzi profusi dai tecnici del team italiano. Nel mentre possiamo commentare l’andamento della rossa durante le ultime due gare, entrando nelle pieghe correttive messe in atto per rendere la SF-23 una vettura più competitiva.

La monoposto italiana non è all’altezza della solida RB19. E per quest’anno non lo sarà mai. Lo sappiamo bene. Tuttavia, tenendo presente il punto di partenza, al momento pare nuovamente degna di portare sul monoscocca lo stemma adottato in seguito a un incontro con la madre di Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana della prima guerra mondiale, dove Enzo Ferrari accetto il consiglio di porre il Cavallino Rampante sulle auto della propria scuderia.


Ferrari SF-23: i problemi congeniti del progetto 675

Tramite uno scritto prodotto nella giornata di lunedì, la redazione di Formula Uno Analisi Tecnica ha fatto il punto su una questione assai interessante. Aspetto tramite il quale la Ferrari ha completato un piano di sviluppo fattuale che ha reso la SF-23 un’auto più governabile. Parliamo dell’interazione tra l’avantreno e il resto della monoposto recentemente attenzionata. La struttura vorticosa che avvolge una vettura di F1 nella sua marcia dinamica garantisce il rendimento dell’auto stessa.

La banalità dell’ultima frase suona molto più complicata di quanto sembra nel momento in cui va resa funzionale alla causa. In fase di progetto, infatti, misurarsi con tale sfida spesso crea diversi grattacapi considerando che, allo stato attuale del corpo normativo, sino a che la macchina non calca l’asfalto durante i pre season test, le cosiddette “validazioni” restano nel campo dell’ipotetico soggettivo.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-23 durante il Gran Premio d’Austria edizione 2023

L’oggettività, pertanto, soggiunge solamente quando i riscontri cronometrici raccolti confermano le idee forgiate dagli ingegneri a livello aero-meccanico. Secondo i numeri di recente analizzati, la direzione scelta in merito agli update della rossa ha dato vita a un ulteriore step competitivo. Parliamo di un passo in avanti simile a quello realizzato in Canada.

Ma nelle menti pensanti all’interno della gestione sportiva, la sola deportanza generata dal carico prodotto sommata alla diminuzione del drag, non erano le uniche prerogative da raggiungere. Uno dei target principali considerati prioritari per fornire fiducia ai piloti riguardava l’innalzamento della “prevedibilità. Giudicato da chi di dovere elemento imperativo per migliorare l’handling della SF-23 e di riflesso fornire più fiducia ai piloti.

Tramite la messa in opera del provvedimento in questione è nata l’opportunità di testare compromessi aerodinamici differenti, nel tentativo di accorciare la curva di apprendimento allargando, nel mentre, la tanto chiacchierata finestra di set up. Per abitare questo scenario, strumenti come galleria del vento e simulatore erano senz’altro importanti ma purtroppo non sufficienti. Ferrari lo ha capito agendo di conseguenza.


Ferrari SF-23: la svolta tecnica decisiva

Far funzionare una vettura di F1 senza “patire”. Nessuno nella massima categoria del motorsport, nemmeno una mente brillante come quella di Adrian Newey, può definirsi scevro da questo fardello. Certo è che nel caso del “geniaccio” di Stratford-upon-Avon, le sue grandi doti intrinseche lo hanno sempre aiutato in questa delicata pratica. I risultati passati hanno parlato e continuano a farlo nel presente chiaro. Vedasi RB19, l’auto da corsa che partecipa al mondiale di F1 più rapida in tutte le condizioni.

Per quanto concerne Ferrari, invece, la questione risulta decisamente più complicata di quello che sembra. Per questo motivo, sottolineare la prontezza di riflessi di questo gruppo falcidiato da abbandoni e assenze illustri reiterate nel tempo, va fatto a prescindere senza remore. Anche se la lotta per vincere riguarda il solo campionato “B” di questa annata 2023.

A questo punto un quesito fa capolino nella corteccia prefrontale. Spinge e vuole uscire mostrandosi al mondo: come è arrivata l’inversione di tendenza tramite la quale il gruppo lavorativo di Via Abetone inferiore 4 ha cambiato il comportamento della Ferrari SF-23? Per rispondere dobbiamo avvalerci di un ragionamento tecnico sulla base dei principi aerodinamici che, attualmente, trovano ubicazione in cima alla lista della scala di importanza all’interno del corpo normativo vigente.

Charles Leclerc precede Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) durante il Gp d’Austria 2023

La struttura vorticosa che si crea nella parte anteriore delle attuali monoposto tende a “rompersi” nel suo tragitto verso il diffusore. Tale aspetto abbraccia tutte le monoposto della griglia ma nel caso della rossa, secondo le informazioni racimolate dalla nostra redazione, il controllo su tale fenomeno nocivo era davvero minimo all’inizio del campionato.

Parliamo di uno spiacevole contesto aerodinamico che si incaricava bellamente di creare una chiara instabilità a determinate velocità di percorrenza. Il tutto considerando la variazione di altezza del fondo dal piano di riferimento (asfalto) durante la marcia del veicolo. Raggiunta la consapevolezza attraverso l’individuazione del problema numero 1, il sovraccarico che “spostava” i fluidi dal loro percorso naturale è stato corretto.

La conseguenza ottenuta ha fatto si che le flessioni di carico improvvise siano state minimizzate, cancellando le contraddizioni aerodinamiche che disgraziatamente hanno caratterizzato l’atteggiamento bizzoso della rossa. Fondo, pance, sottosquadro e ala anteriore le zone della vettura modificate che lo hanno permesso. Domani, dalle 14.30 ore italiane, tireremo le prime somme a margine delle Fp1 britanniche in merito al rendimento della nuova veste aerodinamica della SF-23 nel campo più probante: Silverstone.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Zander Arcari