Il Gp d’Inghilterra, che sancisce il ritorno al format standard dopo quello austriaco caratterizzato dalla sprint race, offre spunti interessanti per quanto riguarda le tattiche di gara da poter adoperare. La cosa dipende da due fattori: la spiccata tecnicità del tracciato e l’introduzione delle nuove gomme Pirelli che rispondono all’aumento generale del carico aerodinamico sprigionato dalle monoposto 2023.
Il fatto che un pilota con una macchina “top”, Sergio Perez, si trovi a dover recuperare dalle retrovie potrebbe determinare il manifestarsi di varianti allo schema preimpostato che dovrebbe ricadere sulla doppia fermata.
Prima di lanciarci nelle previsioni strategiche osserviamo quali sono i treni di gomme a disposizione dei conducenti aiutandoci con l’infografica rilasciata dalla Pirelli sui propri canali ufficiali. Ricordiamo che il gommista italiano ha deciso di portare le mescole C1, C2 e C3, quindi il pacchetto più tendente all’hard del ventaglio presentato per il campionato in corso.
Il Gran Premio di Gran Bretagna, strategicamente parlando, offre un panorama di variabili ampio, come possiamo desumere dall’infografica qua in basso prodotta dalla Pirelli. Il gommista italo-sinico prevede che siano in ballo sia le due fermate che la sosta singola. Strategie vicine derivanti dallo stress sulla gomma che si prevede ad alta severità.
I curvoni ad alta velocità di percorrenza sono una sfida per la tenuta fisica dei piloti, per quella meccanica dei veicoli e per le coperture. Ricorderete l’edizione 2020 nella quale Lewis Hamilton tagliò il traguardo con l’anteriore sinistra esplosa. Ciò a testimoniare quanto siano sfidanti il layout e il tipo di asfalto.
I due pit stop, in condizioni normali, dovrebbero essere la scelta più utilizzata. Anche se i top non hanno praticamente gomme soft nuove è su questa mescola che si dovrebbe puntare, come le simulazioni del venerdì hanno evidenziato. L’abbinamento più testato è soft – media.
Lo pneumatico a banda rossa, anche se non garantisce una tenuta duratura, dovrebbe essere l’opzione più consona per la partenza. Un primo stint, che va approssimativamente dal giro 11 al 17, richiederà una certa capacità di gestione delle gomme. Il passaggio alla media permetterà, nella simulazioni del gommista giunte dopo quattro sessioni, di essere più aggressivi, con una lunghezza della sezione di circa 20 giri per la parte centrale della gara.
Più si allunga il secondo stint più vantaggi ci saranno nel finale per chi opterà per un altro set di morbide che darà la possibilità di spingere a serbatoi scarichi. Ma tutto dipenderà dal degrado e dalle condizioni del tracciato. Le percentuali di pioggia sono modeste (circa il 40%) ma il cielo dovrebbe essere velato. E la cosa favorirà temperature più basse rispetto a venerdì, quando sono state sviluppate le simulazioni.
Questa condizione potrebbe far propendere qualcuno per la singola sosta in modo da risparmiare il tanto tempo che si perde tra entrata e uscita dai box. E questa potrebbe essere la mossa da provare per chi parte nelle retrovie. L’opzione quattro dell’infografica in alto (hard e switch su soft per gli ultimi 15 passaggi, ndr) è la classica manovra di chi aspetta un evento sparigliante per dare senso ad una gara altrimenti compromessa.
Tuttavia, a rigor di logica, questa strategia è meno probabile a causa della mancanza di prestazioni nel primo giro, specialmente se le temperature della pista sono basse con annessa difficoltà di portare i compound nella corretta finestra nei primissimi passaggi. L’alternativa sarebbe partire con la gomma media e cercare di utilizzare le soft più avanti, ma ciò dovrebbe richiedere troppa gestione per essere un’opzione abbastanza spendibile.
Come al solito, lo schema presentato nelle righe precedenti, è passibile di stravolgimenti in caso di ingresso di Safety Car o di VSC. Elementi che la direzione gara tende sempre più a deliberare, anche a fronte di eventi di portata minore.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Alfa Romeo, Pirelli Motorsport