Formula 1

Mercedes: 4 miliardi di ragioni per opporsi all’ingresso di Andretti in F1

Sono giorni caldi in F1. E non di certo per la canicola che sta sferzando il Vecchio Continente con temperature record difficilmente tollerabili. La metà del mese di luglio, stando a certi spifferi provenienti dalla sede della FIA, doveva coincidere con la pubblicazione dei risultati delle analisi condotte a Place de la Concorde delle domande pervenute per entrare a far parte al Circus nei prossimi anni. 

Quattro le candidature chiacchierate, probabilmente, quella che potrebbe spuntarla in prima battuta è quella relativa al gruppo Andretti che sembra quello più pronto e con il miglior supporto politico-sportivo (Mohammed Ben Sulayem) e tecnico-commerciale (General Motors col marchio Cadillac).


F1: il sistema si autoprotegge

Che il mondo della F1 non sia proprio entusiasta di allargare la griglia di partenza è un dato di fatto. Ne abbiamo lette di cotte e di crude: dalle questioni di sicurezza per paddock asfittici a problemi di natura non meglio specificata che limiterebbero il fascino della categoria. Fesserie! La questione è esclusivamente economica: i team non vogliono perdere i propri privilegi; Liberty Media è restia a modificare un modello di business basato sull’esclusività delle dieci sorelle che sta funzionando molto bene a leggere i fatturati e, soprattutto, a “pesare” i ricavi

Gli “alleati” Michael Andretti e Mohammed Ben Sulayem (FIA) a colloquio

Da qui proposte che si prefiggono di cambiare le regole del gioco dagli stessi protagonisti impostate. Ecco che la gabella di ingresso da 200 milioni da elargire in soluzione unica vuole diventare di 600 nella testa dei protettori dello status quo. Cosa che comporterebbe la riscrittura del Patto della Concordia che si esaurisce alla fine del 2025. E non è un caso che quei volponi degli Andretti vogliano anticipare quella deadline proprio per evitare che i team principal si mettano a fare i muratori costruendo solide barriere in pietra contro l’assedio del nuovo che avanza.


F1: gli iper fatturati Mercedes il motivo della chiusura ad Andretti

Siamo alla guerra di posizione con la FIA che decreterà il vincitore. Sempre che non l’abbia già fatto senza comunicarlo ancora. In questa opposizione tra le fazioni, Mercedes è a capo dei reazionari. Ci sono 3,8 miliardi di motivi per cui la scuderia anglotedesca s’oppone al cambiamento con l’avallo degli altri team più potenti del Circus

Il numero su riportato non è casuale o volutamente grande per impressionare il lettore. Secondo Forbes, rivista specializzata in materia finanziaria il valore attuale stimato della Mercedes si aggira intorno ai 3,8 miliardi di dollari. Il “club” tedesco è registrerà ricavi per 700 milioni di dollari che produrranno un utile operativo di 192 milioni della valuta americana.

il sorriso di Toto Wolff (Mercedes AMG F1 Team) – Gp Inghilterra 2023

Da un’intervista rilasciata al succitato giornale è interessante il seguente passaggio che ci aiuta a spiegare la chiusura a riccio del mondo AMG: “Se facciamo un buon lavoro per promuovere la F1 e regalare un buon spettacolo, come stiamo progettando insieme a Liberty Media, credo che supereremo altri settori”.

Il buon lavoro cui allude Wolff prevede la solidificazione del modello a dieci franchigie sportive. L’introduzione di un’undicesima è una variabile per ora incontrollabile. Potrebbe generare un contesto ancora più virtuoso, con un aumento dei ricavi, ma potrebbe altresì condurre ad un abbassamento della quota dei dividendi, specie in un futuro in cui l’attuale fase espansiva potrebbe fermarsi. 

Wolff, essendo uno che “sa leggere nel domani”, teme proprio che le normali e cicliche contrazioni economiche possano creare quel substrato nocivo che un paradigma a dieci teste ha mostrato di poter superare e che uno allargato potrebbe invece non essere in grado di scavalcare.

La sede powertrains Mercedes sita a Brixworth

Il patrimonio stimato di Wolff, sempre secondo Forbes, è attualmente di circa 1,6 miliardi di dollari e soprattutto è in continuo aumento. Una fortuna creata con la F1 e con l’intuizione di diventare co-proprietario del team insieme a Daimler Ag e a Ineos che da sponsor è entrato poi nella triade di comando. 

Non sarà Andretti o chi per esso a far perdere una posizione acquisita con fatica ma con lungimiranza aziendale, ma il timore che il gruppo statunitense possa essere anche un piccolo ostacolo sulla crescita ulteriore della Stella a Tre Punte spinge il manager viennese – e i suoi colleghi – affinché la F1 resti così com’è. Ma la sensazione è che stavolta anche uno abituato a vincere come Wolff debba piegarsi al nuovo che spinge. E chissà che non sappia trarne benefici ulteriori…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG F1 Team

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Diego Catalano