Il dubbio è quasi amletico: fermarsi o non fermarsi? Proseguire nello sviluppo della macchina o ricalibrare i piani spostando risorse finanziarie e tecniche all’anno successivo? nella F1 di qualche anno fa questo quesito nessuno se lo poneva. Oggi, tra tetti di spesa e lacci regolamentari la domanda non solo è lecita ma quasi opportuna. E sulla cosa si interrogano anche i team di rilievo che stanno inseguendo, a partire da Mercedes e Ferrari.
In un quadro regolamentare che non aiuta chi deve recuperare ma avvantaggia il soggetto in fuga c’è ben poco da fare; è una dura realtà con cui scontrarsi. Il contingentamento delle ore di galleria del vento e dei gettoni CFD, nonché il cost cap, limitano quasi fatalmente lo slancio dei ritardatari. Anche chi possiede più tempo di sviluppo, come la Ferrari, sovente, non riesce a sfruttarlo appieno per la mancanza di fondi. Un busillis concettuale emerso chiaramente in questi due anni in cui sono entrate in vigore le nuove regole tecniche.
Fréderic Vasseur, uomo pragmatico, sa che ha le mani legate, specie dopo aver ereditato un progetto tecnico e un’intelaiatura aziendale che si erano rivelate inefficaci per permettere alla Ferrari di concorrere stabilmente per la vittoria. Proprio in virtù di un realismo duro ma necessario, l’ex Sauber ha iniziato ad ammettere che il 2023 ha ben poco da offrire ai tifosi.
L’ostacolo insormontabile per la Ferrari è il tetto di spesa: “Il fattore principale è il budget cap che non consente di realizzare un nuovo progetto come probabilmente accadeva un paio di anni fa. Ciò significa che bisogna adattare il proprio progetto alla situazione e, in queste condizioni, credo che abbiamo fatto un discreto passo avanti”.
Non solo, c’è anche un altro elemento limitante. Il prossimo passaggio è emblematico: “Bisogna anche considerare che il regolamento è molto più prescrittivo di prima ed è piuttosto difficile fare un grande step in avanti nella stagione. Ma noi stiamo già lavorando al progetto del prossimo anno, cercando di correggere la direzione“.
Le “elucubrazioni vasseriane” sono le medesime che si stanno facendo molti chilometri più a nord, per la precisione a Brackley, sede operativa della Mercedes. Preso atto che la W14-B è ben lungi dall’essere prossima, nelle prestazioni, alla RB19, si sta cercando di capire come affrontare la seconda parte della stagione: continuare a pigiare sul pedale dell’acceleratore, o mollare per studiare già in chiave 2024?
Gli uomini in nero non vogliono – né forse possono – abbandonare a se stessa la vettura 2023. Questo perché si tratta di una sorta di veicolo laboratorio col quale sviluppare i principi aerodinamici e meccanici che caratterizzeranno la versione per l’anno prossimo. Mollarla al suo destino significherebbe sconfessare il cambio di rotta concettuale avviatosi in occasione del Gran Premio di Montecarlo.
Parlando delle strategie di sviluppo prima del GP di Gran Bretagna, Toto Wolff ha detto che il team intende concentrarsi sia su quest’anno che su quello prossimo, anche se è chiaro che molte scuderie stanno cominciando a dirottare gran parte delle loro risorse di sviluppo al campionato venturo.
Wolff ha ammesso che i comparti tecnici stanno bilanciando le risorse per non abbandonare la W14 e per non compromettere sul nascere il progetto W15. Mercedes non può permettersi di fermare lo sviluppo del veicolo attuale poiché i competitor stanno sviluppando aggressivamente per recuperare sulla Red Bull e si rischia di essere superati. Anche se, come evidenziato in uno scritto recente, finire nel contro gruppo offrirebbe più di un beneficio tecnico.
A Brackley sono consapevoli che la stagione delle scelte di compromesso è finita e che serve ben altro per tornare in cima alla classifica. Al di là di sporadici lampi che per ora non hanno nemmeno portato una vittoria di tappa, l’obiettivo della Mercedes è essere nuovamente in grado di vincere un campionato del mondo.
“Ciò non accadrà quest’anno – ha ammesso un onesto Wolff che ha definitivamente riposto in soffitta certi proclami di recupero strabiliante fatti dopo i primi gran premi – Quindi dobbiamo puntare gli occhi sul prossimo anno e poi affrontare tutte le gare che restano per imparare, sviluppare e assicurarci di poter portare il know-how acquisito nel prossimo anno”.
Pare chiaro, quindi, che, come sta accadendo in Ferrari, non si mollano del tutto i progetti attuali ma di certo gli sforzi veri si stanno concentrando su l’anno prossimo. La W14-B è una versione di monoposto molto basilare se raffrontata alla RB19, lo si può percepire anche da uno sguardo rapido alla zona dei sidepod e ai fondi che, a Monaco, sono stati svelati.
Proprio questa natura – e gli ampi margini di crescita che James Allison ha ammesso di aver trovato nelle sue osservazioni – faranno sì che ci sarà una continuità negli upgrade. Ma non per contrastare (vanamente) Red Bull, bensì per arrivare pronti all’anno prossimo quando, con tutta probabilità, saranno rivisti anche elementi fondamentali come il telaio e le sospensioni posteriori che, ad oggi, sembrano essere il vero ostacolo sul cammino tecnico di un veicolo nato male e che si sta provando a correggere strada facendo.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team