Spa Francorchamps, per la Mercedes, non si annunciava come un circuito favorevole. Nonostante questo e sebbene si trattasse di un weekend con la Sprint Race gli uomini di Brackley non hanno evitato di portare ulteriori novità su una macchina che, a questo punto, è diventata un vero e proprio laboratorio viaggiante in vista del 2024, l’anno che dovrebbe rappresentare la vera svolta dopo due stagioni di sofferenza e di comprensione delle nuove regole definite dal legislatore.
Lewis Hamilton e George Russell archiviano il fine settimana di gara che porta alla pausa estiva rimanendo fuori dal podio. Nella Sprint Race, complice la penalità comminata al sette volte iridato, il “terzetto magico” è rimasto piuttosto lontano. Nella gara canonica, quella di 44 giri, invece, Hamilton ci è andato più vicino, ma non ha mai avuto il passo per impensierire seriamente un ottimo Charles Leclerc nonostante abbia provato il doppio e fallimentare tentativo di undercut.
Tutto da buttare per gli “uomini in nero”? Non proprio. Di positivo resta l’aver chiuso davanti a una McLaren in crisi, anche a causa di un assetto sbagliato, e alla Aston Martin che ormai non riesce a trovare più se stessa. In classifica Lewis si è sensibilmente avvicinato a Fernando Alonso che viene braccato a un solo punto di distanza (149 a 148, ndr).
L’obiettivo è quello di superarlo e di accaparrarsi a fine anno la terza posizione nella graduatoria generale. Forse un contentino, ma sarebbe il primo degli altri, il numero 1 dei “normali” che debbono piegarsi agli alieni che guidano la Red Bull RB19 che ieri ha vinto con una sicumera talmente schiacciante da risultare quasi fastidiosa.
Nella tre giorni belga, che non può essere considerata soddisfacente, è spuntata una vecchia conoscenza della Mercedes, un nemico che spaventa solo a nominarlo: il bouncing. Questo fenomeno, insieme al porpoising, è stato l’elemento contro cui il team ex campione del mondo ha combattuto per tutto il 2022. Viene da sé che il rivederlo accenda paure ancestrali che però potrebbero avere spiegazioni molto più semplic. e razionali.
“Entrambi i piloti hanno lamentato un po’ di saltellamenti, e per questo dovremo lavorare in questi giorni. Avevamo bouncing in tutti i rettilinei. E’ questo è stato un limite sia per Hamilton che per Russell perché le gomme erano anche più calde in frenata . Vado in vacanza un po’ frustrato, perché la macchina oggi ha deluso le aspettative”, ha riferito con grande onestà il team principal ai microfoni di Sky Sport F1.
Il lungo lavoro fatto sulla W13 è servito proprio ad eliminare quei due fastidiosi fenomeni. Perché allora si è ripresentato senza preavviso? La “colpa” è da ascriversi ad un mix di elementi. Il primo è di certo l’aver introdotto le novità aerodinamiche in un weekend con un solo turno di libere. Poco tempo per capire, pochi chilometri per individuare il corretto setup. Il resto ce l’ha messo il fato. Fp1 sono state praticamente annullate per via dell’acqua. Qualifiche del venerdì e anche il sabato sprint sono stati comunque condizionati da una pista cangiante che non ha permesso di racimolare dati probanti.
Per via di questa particolare condizione che si è venuta a creare, quindi, i piloti e i tecnici non sono riusciti a definire un assetto valido per una pista che impone delle sfide molto dure da vincere. Se un team è in possesso di una macchina bizzosa e di difficile lettura è quasi normale che in assenza di chilometri non si riesca a creare quel contesto idoneo a sviluppare il massimo delle prestazioni possibili in base al materiale tecnico.
“Sappiamo che il posteriore è il nostro problema più grande e poi abbiamo avuto qualche rimbalzo questo fine settimana. Sappiamo che abbiamo ancora molto lavoro da fare per colmare il divario con i primi. Lavoreremo con tutti i dati che abbiamo accumulato e cercheremo di capire cosa possiamo fare per la prossima gara dopo la pausa estiva”. Queste le osservazioni di Hamilton che ha guidato per lunghi tratti nella terra di nessuno, senza un obiettivo concreto: tanto margine su Alonso, impossibilità di avere la meglio di Leclerc.
Mercedes non intende fermarsi. Wolff, sui canali social del team, ha lasciato intendere che gli sforzi per migliorare non sono terminati. “Entrando nella pausa estiva sento che siamo sulla giusta traiettoria, nel complesso. C’è così tanto duro lavoro in tutto il team per aggiornare la vettura e aiutarci a fare questi importanti passi avanti. Credo che stiamo compiendo progressi e la direzione in cui stiamo andando è quella giusta. Andremo via, ci ricaricheremo durante la pausa e torneremo ri-energizzati”.
Alla ripresa delle “ostilità” la F1 sarà di scena a casa del leone. Zandvoort sarà il teatro sul quale Verstappen vorrà imporre ancora una volta il suo dominio che ormai è inarrestabile ed irrefrenabile. Mercedes, probabilmente, giocherà ancora in difesa cercando di istituzionalizzarsi come seconda forza.
In una stagione che ha poco altro da dire circa i due trofei che contano, arrivare secondi diventa un obiettivo magro ma importante. Dieci gare fondamentali per gli anglotedeschi per risolvere i problemi di breve periodo (instabilità del retrotreno) e capire definitivamente quali errori non commettere per presentarsi nel 2024 come competitor credibile per la vittoria finale.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1