Formula 1

Chi ferma la Red Bull dai distacchi scritti in anni luce?

1.20.504: è questa la sintesi di un dominio tecnico con pochissimi precedenti. A diciassette giri dal termine, dopo la seconda sosta ai box, è questo il tempo col quale Max Verstappen e la Red Bull hanno demolito il cronometro e le speranze di recupero iridato di qualsiasi avversario.

Il secondo miglior tempo della gara è stato siglato da Lewis Hamilton, a parità di gomme dopo aver anch’egli effettuato la seconda sosta. Il britannico paga un distacco di un secondo e un decimo circa. Gli altri? Basta dare uno sguardo alla tabella in basso per capire che le distanze vanno contate in anni luce.

La cosa veramente drammatica, sportivamente parlando, è che Max Verstappen non si è dovuto sforzare nemmeno più ti tanto per centrare la nona vittoria stagionale personale, l’undicesima per il team. Il Gp d’Ungheria è durato cinquecento metri circa, ossia la distanza che divide la linea di partenza dalla prima curva. Si è consumato tutto lì, quando Verstappen è scattato meglio di un incerto Hamilton, lo ha sopravanzato a curva uno e ha salutato la truppa chiudendo la pratica con una scioltezza disarmante: anatomia di un’egemonia.


Red Bull riscrive la storia

Per Red Bull è festa grande. All’Hungaroring si è scritta la storia. L’undicesima vittoria consecutiva eguaglia il record ottenuto dalla leggendaria McLaren Mp4/4 di Ayrton Senna e Alain Prost. Ma non è finita qui. Il trionfo dell’olandese coincide con il dodicesimo consecutivo del team se consideriamo anche il mondiale 2022. Questa è la striscia più lunga della storia della F1. Risultato che poteva essere addirittura più pingue se in Brasile la RB18 non si fosse smarrita inspiegabilmente cedendo il passo alla Mercedes di Russell

Raggiungere questo record di vittorie consecutive in F1 ci rende tutti molto orgogliosi. Non ci sono parole per descrivere Max, posso solo dire che è stato un risultato eccezionale“. Queste le dichiarazioni di un raggiante Chris Horner che si coccola il suo campione che ha immediatamente spento le velleità di vittoria di Hamilton.

Max ha fatto un sorpasso duro ma corretto alla prima curva – ha spiegato il dirigente inglese – dopodiché ha controllato tutto con una gara eccezionale. Sapevamo che oggi avrebbe fatto più caldo per cui gli ingegneri hanno fatto un grandissimo lavoro per preparare questo assetto. Ieri non è stato il massimo, ma oggi abbiamo centrato l’obiettivo e Max è stato fenomenale. Hanno fatto una battaglia da vecchia scuola con Hamilton, un po’ come sui kart. Si vede che i due sono grandi piloti, si sono avvicinati tantissimo ma hanno lasciato spazio sufficiente a vicenda”.

Adrian Newey, Max Verstappen e Christian Horner, (Oracle Red Bull Racing)

Verstappen, la cui coppa del primo classificato è stata inavvertitamente rotta da un festante e sbadato Lando Norris, ha lasciato intendere che il momento chiave – e temuto – era la partenza. Fondamentale nel quale la RB19 non aveva espresso grandi performance. Ma quando è servito lo scatto è stato impeccabile:

Finalmente siamo riusciti a fare una buona partenza. Ci abbiamo lavorato parecchio su e finalmente abbiamo trovato il giusto stacco della frizione. Ho preso l’interno e a quel punto sapevo che la curva era la mia. Ho frenato tardi e da quel punto in avanti sapevo che avrei potuto fare la mia gara. Oggi la macchina era molto veloce. Credo che questo weekend sia stato una sofferenza per il giro secco, ma probabilmente è stato positivo per oggi”. 

La macchina andava benissimo su ogni mescola, siamo riusciti a gestire bene le gomme ed è per questo che abbiamo creato un vantaggio così grande. I record miei e del team? Per la squadra sono 12 vittorie di fila sono incredibili. Le ultime due stagioni sono state incredibili per noi e speriamo di poter proseguire di slancio per tanto tempo. Lavorare con questo team è stupendo. Continuiamo a spingere per fare sempre meglio”.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing), vincitore del Gp d’Ungheria 2023

Nella giornata perfetta di Max ha dato segnali di risveglio anche Sergio Perez che a un certo punto sembrava poter ambire alla seconda piazza dopo una rimonta solida. I tanti doppiati sono la causa individuata dal messicano per il mancato aggancio alla sempre più sorprendente McLaren: “Questo tipo di prestazioni e di giornate aiutano sicuramente per la fiducia. Ora devo guardare in avanti, cercando di salire sul podio ogni weekend. Dobbiamo continuare così”.


Budapest è lo spartiacque stagionale: ha chiuso infatti la prima metà del campionato del mondo 2023. Nel fine settimana la F1 sarà di scena nell’iconica Spa Francorchamps. Pista diversa dall’Hungaroring ma che potrebbe ulteriormente esaltare quel gioiello di tecnica che è la RB19 che sale in cattedra quando c’è da metterla sull’efficienza aerodinamica. E il circuito belga ne pretende in quantità industriali.

Il dibattito intorno alla classe regina del motorsport verte sulla convergenza prestazionale che prima o poi si dovrebbe concretizzare a stare a sentire Stefano Domenicali e il vertici tutti. Ad oggi, in tutta onestà, non si vede cosa possa frapporsi tra la RB19 e la vittoria delle restanti undici gare.

Un vantaggio così grosso, quello del rooster austriaco che ieri si è mostrato devastante anche nei pit stop (1.9 la seconda sosta di Perez, ndr), che potrebbe protarsi anche nelle stagioni a venire e non terminare prima della rivoluzione tecnico normativa del 2026. Ecco perché Horner, in tal senso, sembra piuttosto agitato: le regole che vanno profilandosi non sembrano essere proprio amiche della Red Bull


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

Vedi commenti

  • E' diventata una monotonia incredibile, cambiare regole dopo un tot di gare come fanno in SBK. Magari zavorrando e dopo due tre gare aumentare ancora fino a raggiungere un certo equilibrio.

Condividi
Pubblicato da
Diego Catalano