Formula 1

Red Bull, “grana” Perez: crepa tra Horner e Marko?

Avete presente quei film americani che si basavano sul cliché del poliziotto buono a cui faceva da corredo quello cattivo? Ruoli liquidi, cangianti, che si alternavano in trame scontate ma comunque avvincenti, capaci di incollare ai vecchi tv color telespettatori curiosi ed appassionati. Questa dinamica sembra rinverdirsi in Red Bull

I due tutori della legge sono Chris Horner, quello più disponibile e conciliante, ed Helmut Marko. Il cinico, lo spietato, l’irriverente, quello dalle maniere brutali che non tradisce la sua natura quando si scambia col compare e prova ad essere più delicato nell’eloquio e nelle maniere.  

Milton Keynes non si è trasformata in un set cinematografico, ma le ultime vicende sembrano ricordarlo. L’improvviso appiedamento di Nyck de Vries con tanto di sostituzione con l’usato sicuro (nella speranza che lo sia ancora) Daniel Ricciardo è il classico colpo di scena minore che, nell’economia della storia, potrebbe avere un senso più profondo nell’epilogo della pellicola.

L’ex McLaren ha dodici gare per dimostrare di essere ancora un professionista spendibile per la massima serie, per capire e far capire se le sue difficoltà di adattamento alle vetture di nuova generazione sono state superate. Il suo metro di paragone sarà Yuki Tsunoda, il giapponese che, nell’ombra, è rimasto saldo nel suo abitacolo e che potrebbe anche ritrovarsi a fare salti in avanti insperati. 

Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing) – saluta il pubblico di Silverstone, Gp Inghilterra 2023

Red Bull: Sergio Perez è sotto pressione

La sensazione è che queste manovre che vedono gli attuali alfieri della AlphaTauri come protagonisti possano servire in realtà per smuovere Sergio Perez dalla catatonia sportiva nella quale pare essere piombato dopo un avvio di stagione da incorniciare che si è trasformato in una specie di incubo fatto di qualifiche orribili e gare in salita con la vittoria come miraggio e il podio come sporadico sorso d’acqua non dissetante.   

La sintesi della regressione del messicano, o del progresso di Max Verstappen, mettetela come meglio credete, sta tutta in questa statistica: dopo essere stato a soli 9 punti dal compagno di squadra prima del Gran Premio di Miami, quinto appuntamento iridato, ora Perez è a 99 lunghezze dalla vetta. 90 punti persi in sei gare. Un trend negativo ed inspiegabile quando hai la possibilità di guidare una vettura dominante come la RB19

Andamenti che hanno reso il sedile della vettura n°11 bollente. Temperatura che non s’è raffreddata dopo che Ricciardo, il pilota di riserva principale dell’ecosistema Red Bull, ha “trovato casa” a Faenza. Le prossime dodici gare avranno valenza cruciale per l’ex Racing Point che sulla graticola ci resta ancora. 

Checo è secondo nel mondiale piloti, quindi non avrebbe senso volersi liberare di lui adesso”. Questo il Marko-pensiero che, con l’avverbio “adesso”, dà la cifra dell’instabilità che ruota intorno al ragazzo a cui servirebbe un po’ di pace e non di avere sistematicamente dinanzi un plotone d’esecuzione.  

Helmut Marko (Oracle Red Bull Racing) – Gp Canada 2023

Red Bull: Chris Horner in versione psicologo

Ma questo è il minimo, la teoria delle dichiarazioni più pepate ed irriverenti nei confronti di Sergio è lunga tanto che Horner, l’agente buono, è stato costretto ad intervenire per gettare acqua sul fuoco. Ufficialmente non in risposta al suo braccio destro, ma probabilmente per contenere gli effetti del fiume verbale che sgorga dall’ugola del consulente di Graz.  

Il numero uno del team Red Bull ha affermato che a Perez serve un reset, sin dal Gran Premio d’Ungheria. Perez non è riuscito a raggiungere la Q3 in nessuno dei precedenti cinque eventi. Una costante che, in quanto tale, non si giustifica con problemi tecnici o con la più ampia sfortuna; concetto immateriale che troppo spesso viene tirata in ballo per spiegare e dare forma a qualcosa che non è andata come previsto e richiesto.

Chiaro che le figure apicali della Red Bull non chiedano a Perez di vincere il titolo, ma un minimo sindacale di prestazioni deve pure essere prodotto. Ma possono arrivare se uno dei capi sta sempre là a rintuzzare in maniera asfissiante? Ecco che Horner ha impostato una strategia più morbida per provare a venirne fuori. “Sergio ha solo bisogno di rompere questo momento. Lo farà a Budapest, sono fiducioso. Alcune delle sue mosse in gara, in particolare quella su Carlos Sainz a Silverstone, sono state piuttosto sorprendenti. Se guardi il suo ritmo nello stint finale, era proprio molto consistente”.

Questo per sottolineare che l’arte del pilotaggio non è persa. Va solo ritrovata. “Deve solo sistemare le sue qualifiche sabato e come squadra faremo del nostro meglio per supportarlo in questo. Nello sport il 90% è nella testa e penso che Sergio abbia solo bisogno di una buona corsa, e ritroverà il suo slancio. Credo che sia il tipo di ragazzo che ha solo bisogno di un braccio intorno alla spalla. Lavoriamo con lui ed è quello che stiamo facendo. Lo stiamo sostenendo, sappiamo che può farcela, sappiamo che tornerà lì e stiamo solo cercando di assicurarci che accada il più rapidamente possibile“. Queste le riflessioni di Horner

Chris Horner, team principal Oracle Red Bull Racing

In conclusione, se Marko spinge sugli aspetti negativi per preparare il campo ad un avvicendamento che preceda la naturale scadenza fissata a fine 2024 o semplicemente per tentare di stimolare con un elettroshock verbale il paziente inerte, Horner prova a ricostruire la psiche di un pilota che è in evidente crisi e che ripete come un mantra che svolterà senza mai riuscirci. L’inglese sta cercando di recuperare il capitale umano sul quale è stato fatto un investimento. 

Questa spaccatura nell’approccio che si è creata tra Horner e Marko andrà superata altrimenti sarà come creare e disfare la tela al contempo. Serve una linea d’azione comune. Per il bene del team e per il bene di un pilota che sa di essere un secondo ma di certo non è quel gregario incapace di stare più vicino, prestazionalmente, parlando a Max Verstappen.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Pubblicato da
Diego Catalano