Dichiarazioni

Red Bull interroga la storia per evitare gli errori del passato

Tenere la barra dritta. È questo l’imperativo che serpeggia nei corridoi degli stabilimenti di Milton Keynes, base operativa della Red Bull che sta annichilendo la concorrenza anche nel campionato del mondo 2023. Vincere, in F1, non è mai semplice. Confermarsi è durissima. Farlo con continuità è opera titanica. Ne sanno qualcosa in Ferrari, in Mercedes e nello stesso team austriaco che agli inizi degli Anni Dieci manifestava la sua schiacciante egemonia grazie al genio di Adrian Newey, a Sebastian Vettel e ai motori Renault – sembra passata un’era geologica – che non avevano eguali in griglia.  

Se una cosa l’hai fatta una volta è possibile che tu abbia gli strumenti per poterla ripetere in altre situazioni. Si tratta di modelli operativi definiti con l’esperienza e che, alla bisogna, possono sono essere riapplicati nuovamente per produrre gli stessi frutti offerti in precedenza. Chiaramente adeguandosi ad un mutato contesto. 

Red Bull ha dimostrato di saper postulare paradigmi vincenti negli anni in cui ha fatto la sua presenza nella massima categoria del Motorsport. Ma soprattutto è stata in grado di tenere il livello della pressione mentale sempre molto alto. È tutta una questione di stimoli: un team che vince rischia di adagiarsi sulla gloria e quindi, ogni anno, bisogna individuare nuovi obiettivi per stuzzicare non solo i piloti, ma anche i tecnici e le maestranze tutte a dare il meglio per primeggiare in una piscina piena di pescecani. 

La foto dei record: Adrian Newey e Max Verstappen festeggiano la centesima vittoria della Red Bull Racing e la quarantunesima personale per il pilota – Gp Canada 2023

Si tratta probabilmente di psicologia spicciola, ma a volte cose semplici servono per determinare grandi risultati. Lo sa bene Adrian Newey che, sebbene abbia sfornato una macchina in grado di vincere undici gare su undici e che nelle ultime 33 (2022-2023) ne ha portate a casa ben 28, teme che i suoi possano rilassarsi pensando di essere invincibili.  


Red Bull: vietato abbassare la guardia

Il Chief Technology Officer della scuderia austriaca ha messo in guardia tutti: non bisogna addormentarsi osservando la classifica. Il record per il maggior numero di vittorie detenuto per 35 anni dalla McLaren è stato infranto, ma altri se ne vogliono scrivere. E per farlo accadere serve essere focalizzati e “incazzati”, sportivamente parlando.  

Superare il record della McLaren è stata una cosa incredibile, non avremmo mai potuto sognarlo”, ha detto Newey a F1 Nation. “Battere la McLaren del 1988 (la leggendaria MP4/4, ndr) è qualcosa che non avrei mai pensato di poter fare. È un tributo a tutta la squadra, al duro lavoro di tutti i ragazzi, all’affidabilità di cui abbiamo goduto in questa stagione”. 

Con 110 punti di vantaggio di Verstappen su Perez il titolo piloti è ormai in cassaforte. Stesso dicasi per quello costruttori dato che l’inseguitrice “più vicina”, la Mercedes, è lontana 229 lunghezze. Un crepaccio che nessuno riuscirà probabilmente a saltare. 

Mika Hakkinen

Ma Newey è sopraffatto da un’immagine che torna spesso nella sua mente: la sconfitta della McLaren contro la Ferrari nel campionato costruttori del 1999. Un monito che serve a tutti per tenere elevatissima la concentrazione.  

Ricordo molto chiaramente nel 1999, dopo che Mika Hakkinen era in testa a Silverstone, Michael Schumacher si ruppe una gamba e come squadra, ad essere onesti, ci addormentammo per il resto dell’anno e finì che perdemmo il Costruttori. È una lezione: non importa quanto siano belle le cose, devi continuare a spingere per essere in tensione“. 

Quella di Newey è una lezione di umiltà, ancor prima di essere una strategia psicologica abbastanza scontata. Non abbiamo mai visto il tecnico di Stratford-Upon-Avon prendersi gioco degli avversari o uscirsene con dichiarazioni beffarde ed irridenti. Anzi, spesso lo abbiamo visto lodare concorrenti anche per soluzioni che non hanno funzionato alla riprova della pista.

Vengono in mente, ad esempio, le osservazioni che l’ingegnere fece sul concept zero sidepod, postulato dalla Mercedes e da Mike Elliott. Parlò infatti di soluzione estremamente interessante che poteva avere successo se determinate condizioni si fossero verificate. 

Newey è lo stesso tecnico che, con agenda rossa d’ordinanza sotto al braccio, gira per la pit lane alla ricerca di segreti. E li va a spulciare non solo nei top team, ma anche in quelle scuderie di seconda e terza fascia che, teoricamente, poco avrebbero da dire nel discorso tecnico della Formula Uno. Ma così non è perché ogni singola macchina presenta delle specificità che, mutuate e adattate ad un altro contesto, possono rivelarsi vincenti.  

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Gp Ungheria 2023

Come si può vedere, quindi, Newey è molto più di un semplice ingegnere. Parliamo di una mente superiore che ha spiccate doti anche nell’organizzazione aziendale e nel motivare un’equipe che, nonostante la striscia di trionfi record, non vuole saperne di mollare un centimetro. Questa fame spiega i successi passati, questa determinazione è la benzina che serve per affrontare i nuovi regolamenti che nel 2026 rischiano di togliere parecchie certezze tecniche agli uomini di Milton Keynes


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Pubblicato da
Diego Catalano