Sprint Shoutout atto terzo. Il nuovo formato introdotto dalla FIA sotto indicazione di Liberty Media sta riscuotendo un buon successo tra il pubblico e tra gli addetti ai lavori. L’idea di avere un sabato tutto dedicato alla sprint race è oggettivamente intelligente e razionalizza l’intero weekend di gara.
Dopo la “pole non pole” di ieri, in cui è emersa una Red Bull spaventosa sul fronte cronometrico, Max Verstappen (penalizzato di cinque posizioni in griglia per la sostituzione della trasmissione, la quinta in stagione, ndr) cerca un’altra partenza al palo per mettersi in posizione comoda per i 14 giri che comporranno la “garetta” pomeridiana che assegna punti preziosi. Il punto nodale della giornata odierna è ancora una volta il meteo.
Alle 12:00 tal proposito, facciamo il solito punto della situazione. La pista è totalmente bagnata, la pioggia scende in maniera insistente. E infatti la direzione gara ritarda la partenza, alle 12:35 attendendo che l’intensità dell’acqua scemasse. Al momento dello start le condizione sono le seguenti:
Temperatura aria: 16°C
Temperatura asfalto: 20°C
Vento: 1 km/h da Est
I primi dodici minuti si aprono con l’uso della gomma intermedia dopo che i mezzi preposti hanno lavorato per eliminare le pozze d’acqua dall’asfalto. Lambiase comunica il posizionamento degli avversari che assume grande importanza con una visibilità non ottimale.
Come da previsione, Max si lancia in una serie di tornate consecutive per rispondere ad una pista che migliora rapidamente con il sole che inizia a far capolino tra le nuvole. La progressione della RB19, in ogni condizione, è sempre impressionante. L’olandese, coinvolto in un paio di impeding da valutare (Hamilton e Gasly) non ha problemi a mettere la macchina in zona di sicurezza passando agevolmente la tagliola della Q1 in prima piazza, in 1.58.958
Secondi dieci minuti di attività. La pista, seppur sensibilmente migliorata nel grip medio, non permette ancora il passaggio al compound da asciutto. Con un altro treno di intermedie, Max prende la pista e fa le prime valutazioni col muretto sulla possibilità di usare le slick.
Sin dal giro di uscita si vede, specie nel T3, una traccia molto asciutta. Max tende a spostarsi dove la pista è ancora umida per controllare meglio la temperatura del compound. Al primo assalto Max scala la lista dei tempi issandosi in cima. Nel frattempo Lance Stroll azzarda l’uso della slick media, cosa di cui il campione del mondo viene avvisato tra una modalità endotermica e l’altra.
Lambiase avvisa di fare un giro di cooldown per provare un ultimo tentativo in modo da proteggersi dagli assalti dei rivali che sfruttano una pista il continua e positiva evoluzione. Non c’è bisogno di prodursi in un’altra tornata perché Stroll fa la frittata perdendo il controllo della sua AMR23 in uscita di Curva 9. Non c’erano le condizioni per lanciarsi con le slick e il canadese l’ha pagata con un’uscita evitabile. La Q2 si chiude così:
Verstappen, Hamilton, Perez, Gasly, Leclerc, Piastri, Sainz, Norris, Ocon e Russell si giocheranno la pole posizione della sprint shoutout del GP del Belgio. Gli ultimi otto minuti della sessione sono partiti con ritardo per sistemare le barriere all’esterno di Curva 9. Max Verstappen, per questa brevissima Q3, opta per gomma slick soft.
Nel frattempo, complice l’irraggiamento solare, la temperatura della pista è salita a 28 gradi dai 20 iniziali. 18°C per l’aria. Probabilmente si opterà per due giri push con lo stesso treno, magari intervallati da una tornata di cool down. Vediamo se sarà questa la scelta degli uomini di Milton Keynes. Nel giro d’uscita, sul rettilineo del Kemmel, Lambiase chiede come sono le gomme. “Ok” la risposta del pilota. La direzione gara non concederà l’utilizzo del DRS in questa fase conclusiva.
Il primo passaggio si chiude al secondo posto, a 88 millesimi da Lewis Hamilton. L’ingegnere di pista avvisa di fare un giro di cool down per poi provare un ultimo assalto. Nel giro di ricarica dei sistemi ibridi si parla della track position. Max non prende bandiera per soli tre secondi con Lambiase che lo incalzava alla radio sulla necessità di velocizzare le operazioni.
L’olandese avrà l’ultimo colpo, situazione vantaggiosa su un tracciato che migliora di secondo in secondo. Senza ottenere nessun intertempo migliore il campione del mondo si prende l’ennesima pole, stavolta per undici millesimi davanti ad un superbo Oscar Piastri che viene beffato sulla sirena finale.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Oracle Red Bull Racing