Per gli ingegneri di F1 questa fase della stagione è probabilmente la più delicata e stressante. In un contesto di continuità regolamentare, i progetti 2024 sono vere e proprie evoluzioni delle auto 2023, migliorate nelle rispettive aree di vulnerabilità. Per tale ragione tutte le scuderie, eccetto Red Bull, prima della pausa estiva hanno necessità di riscontri in pista ancor prima di fortunosi risultati.
Come dimostrato dal team order imposto a Sainz nelle prime fasi dello scorso Gran Premio d’Austria, la storica Scuderia Ferrari ha estrema necessità di macinare chilometri affinché possa certificare la validità dei recenti update prodotti. Poco importa chi consegue il risultato, l’importante è racimolare più dati possibili all’interno del fine settimana di gara.
Durante gli ultimi appuntamenti iridati abbiamo assistito a prestazioni molto diverse da parte dei rivali Red Bull. Aston Martin, dopo un avvio al di sopra delle più rosee aspettative, sta iniziando a stentare sul passo gara, proprio nell’area in cui eccelleva. Stesso discorso per Mercedes che, abbandonata la vesta aerodinamica zero pod, in Spagna aveva messo in mostra una performance molto consistente. Nelle ultime due tappe (Canada e Austria, nda) il Cavallino Rampante ha sciorinato ottime prestazioni, anche se a una distanza ancora importante dalla solidissima RB19 (almeno nelle mani di Verstappen).
Probabilmente il layout dei tracciati in questione, nonché il debutto degli aggiornamenti da parte dei team, sta modificando le gerarchie gara dopo gara. In merito a questo aspetto Fernando Alonso, al termine del Gran Premio in Stiria, ha dichiarato di non essere troppo preoccupato per questo continuo ribaltamento dei valori nel midfield. Probabilmente il due volte campione del mondo spagnolo ha espresso il suo parere focalizzando le aspettative sul breve periodo. Per gli ingegneri il continuo “up & down” prestazionale si attesta come un vero e proprio rompicapo.
E in primo luogo la dimostrazione che le monoposto evolute sono comunque sensibili a diversi fattori: geometria del circuito e, ovviamente condizioni atmosferiche. Un insieme di fattori che all’interno della massima categoria del motorsport potrebbero rimescolare le carte in tavola nel prossimo appuntamento che avrà luogo in uno dei circuiti tanto iconici quanto più esigenti per le attuali monoposto di F1: Silverstone.
Se a questa equazione andiamo a sommare la variabile sugli nuovi pneumatici che Pirelli porterà proprio in occasione del prossimo weekend, malgrado Mario Isola sostenga che tale fattore non dovrebbe cambiare troppo le cose, risulta molto probabile che alcuni squadre potrebbero modificare i propri modelli virtuali delle monoposto 2024 sino all’ultimo giorno disponibile. Questo a tutto vantaggio di Red Bull che in linea teorica, considerando il grande vantaggio sulla concorrenza di cui beneficai, dovrebbe aver già deliberato il design della prossima vettura sulla scorta di un mezzo meccanico appunto dominante.
Per molte scuderie lo storico tracciato situato nella contea del Northamptonshire sarà una sorta di test di riparazione rispetto a quanto apprezzato in Spagna. La presenza di numerose curve ad elevata velocità di percorrenza fornirà indicazioni sulla bontà dell’interazione tra il gruppo sospensivo anteriore e il resto della vettura in merito alla gestione dei flussi aerodinamici che scorrono verso il retrotreni dell’auto.
Lo stupendo segmento costituto dalle curve Maggotts, Becketts and Chapel (da curva 10 a curva 14), unitamente alla velocissima Copse saranno severi giudici delle monoposto evolute di Ferrari, Mercedes e Aston Martin. Terminare il prossimo fine settimana agonistico con un risultato almeno coerente con le simulazioni, pertanto, farà tirare un enorme sospiro di sollievo ai reparti aerodinamici e deputati alla dinamica del veicolo delle scuderie inseguitrici.
Lo scorso anno Ferrari riuscì a vincere con Carlos Sainz prima dell’entrata in vigore della tanto discussa direttiva tecnica TD039. 365 giorni dopo la vittoria consisterà per tutti, eccetto che per i campioni del mondo in carica, nel limitare il gap dalla RB19 in gara e acquisire feedback che certifichino la bontà del piano di sviluppo. Una magra consolazione, figlia dello strapotere Red Bull che non può essere colmato in pochi mesi.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari