Formula 1

F1: Alternative Tyre Allocation e la “bufala” dell’ecosostenibilità

L’Alternative Tyre Allocation (ATR per comodità) è il nuovo sistema entrato in vigore in via sperimentale nel Gp d’Ungheria. Una “versione beta” che nei prossimi anni potrebbe tramutarsi nello standard operativo della F1 a cui i team devono adeguarsi.

Il meccanismo, sintetizzando, è il seguente: i team sono stati costretti a utilizzare le gomme dure in Q1, le medie in Q2 e le Soft in Q3. Questo, chiaramente,  in condizioni da asciutto. Pirelli, così, ha ridotto anche il numero di set di pneumatici disponibili per pilota: da 13 a 11. 

Il personale della Haas ispeziona un treno di gomme Pirelli – Gp Silverstone 2023

F1 verso la razionalizzazione ecosostenibile

La ratio di questo provvedimento è la razionalizzazione della logistica poiché troppi treni di pneumatici viaggiavano in giro per il mondo senza che poi venissero usati perché non ritenuti davvero utili al lavoro da svolgere in pista. Rendere più logici i trasporti di materiale pesante ed ingombrante significa impiegare meno risorse energetiche per la movimentazione. 

Ancora, limitare da 13 a 11 i set a disposizione per 20 macchine significa produrre 40 treni in meno per weekend. Ossia 160 gomme che, nell’arco di 24 gare, riferendosi al mondiale 2024, significa 3840 coperture in meno da generare (in un sistema comunque non del tutto eco-friendly) e da spostare intorno al globo. Numeri di un certo rilievo che hanno un impatto fattivo. 


F1: l’ATR cambia il modo di intendere le qualifiche

Un sistema del genere, e le qualifiche magiare lo hanno dimostrato, porta a dover sviluppare nuovi strumenti strategici durante le qualifiche. L’utilizzo dello pneumatico hard nella Q1 ha mutato radicalmente l’approccio alla prima sessione: dal singolo giro push si è passati ad una serie di tornate consecutive che sfruttano la maggior durata del compound.

Cosa che si è ripetuta parzialmente anche nella seconda sezione dove è stata protagonista la Pirelli a banda gialla. A non cambiare è lo svolgimento della sola Q3 che resta nella canonica e tradizionale formula basata sulla mescola più morbida con il singolo giro push a farla da protagonista.

Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) torna ai box per montare le Pirelli intermedie – Fp3 – Gp d’Inghilterra 2023

L’operazione messa su dalla F1, quindi, non ha solo il nobile scopo di risparmiare energia dimostrandosi maggiormente sostenibile, ha anche quello di provare a creare un po’ di variabilità in un contesto che si sta dimostrando abbastanza rigido. La presenza di traffico con auto che fanno più giri consecutivi è una novità da gestire che ha imposto nuove sfide strategiche con i muretti molto attenti al track position e all’evoluzione dell’asfalto.

Qualcuno sostiene che tutto questo impianto sia stato messo in piedi per soddisfare esigenze di spettacolo e di relativa vendibilità del prodotto più che per ottemperare alle istanze green che ormai, a giusta ragione, sono in cima alle agende politiche dei governi di molte realtà statuali in giro per il mondo.

Martin Brundle, nella rubrica che cura per Sky Sports UK, si è detto molto aperto ai cambiamenti ma altresì espresso riserve sulla necessità di produrre una tale rivoluzione che ha di fatto snaturato il sabato di gara: “Non credo che la carta della sostenibilità e del risparmio di pneumatici sia abbastanza potente da giustificare i cambiamenti dato che l’attuale formato delle qualifiche ha funzionato molto bene dal 2010”.

La proposta del compaesano di George Russell (sono entrambi nativi di King’s Lynn) è semplice e dimostra che alla base della decisione FIA che segue l’imposizione di Liberty Media ci sia la volontà di fare spettacolo: “In ogni caso potremmo semplicemente ridurre il numero di gomme per un weekend a undici set. Potremmo anche dare un’occhiata a quanti set inutilizzati di intermedi e gomme da bagnato vengono sprecati. Altri sport come il calcio e il tennis hanno mantenuto le stesse basi per decenni e la cosa non sembra danneggiare il coinvolgimento del pubblico”. 

Il sistema ATR è in piena fase di calibrazione e le osservazioni dell’ex McLaren potrebbero essere un’indicazione per chi dovrà decidere le sorti. Dopo essere stato testato in una pista angusta, lenta e tortuosa come l’Hungaroring, generando problemi di traffico che hanno condizionato, tra gli altri, Russell, il meccanismo sarà riproposto a Monza, un tracciato dalle caratteristiche diametralmente opposte.

L’intento della FIA è quello di stressare il sistema su una pista che favorisce i giochi di scia e mette in crisi il track position, come la storia recente ha insegnato. La sensazione è che se dovesse superare questo esame allora la sua istituzionalizzazione potrebbe diventare effettiva molto presto. Che il tutto sia anche ecosostenibile non è affatto un male, ma probabilmente è qualcosa che accade in via incidentale.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Pirelli, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano