L’eterno dilemma della F1: è più importante lo sport, la sua essenza, o lo spettacolo? Ambiti che a torto vengono considerati scissi ma che, invero, sono più interconnessi di quanto si possa immaginare. Ma, nonostante ciò, qualcuno li considera come compartimenti stagni o addirittura come elementi rivali in una guerra che non dovrebbe nemmeno essere teorizzata.
Nella classe regina del motorsport c’è un altro fattore che si fonde ai due summenzionati: la sfera tecnica. Il bilanciamento tra queste tre aree è ciò che rende il nostro sport così peculiare e affascinante. Ma c’è chi vorrebbe toccare – e intaccare – questi equilibri che si autoregolano aggiungendo peso sul versante dello spettacolo in questa immaginaria bilancia a tre piatti.
Negli ultimi tempi ne abbiamo lette diverse: dall’abolizione del DRS durante le qualifiche, all’uso forzato di tutte le mescole a disposizione durante la gara, un meccanismo che amplierebbe l‘alternative tyre allocation che ha debuttato nelle qualifiche del Gp d’Ungheria. Alla lista delle stravaganze si aggiunge l’idea di David Croft, volto dell’emittente britannica Sky Sport, che ha affermato che sarebbe ora di sbarazzarsi delle bandiere blu. Un espediente che dovrebbe aiutare a rendere le gare più variegate ed imprevedibili.
Tutti conosciamo il compito del drappo azzurro che oggi è coadiuvato nelle sue funzioni dai pannelli luminosi che si accendono quando un front-runner sta per arrivare come una furia su un doppiato che riceve il segnale di agevolare il passaggio di chi è più veloce. La mancata osservanza delle prescrizioni può generare sanzioni anche se è una fattispecie abbastanza rara visto che i piloti usano attenersi alle disposizioni in maniera abbastanza puntuale.
Croft ritiene, singolare punto di vista, che l’accorrente dovrebbe sbarazzarsi del doppiato con un sorpasso vero. Perché? Che domande: per favorire lo spettacolo! “Dovremmo mettere lo spettacolo al primo posto e, di tanto in tanto, vietare le bandiere blu perché se sei abbastanza bravo da essere in testa alla gara sei anche bravo da riuscire a superare un altro pilota che non è in testa alla gara”. Parere concesso al podcast di Sky Sports F1.
Il giornalista è talmente convinto della sua idea che si spinge su sentieri misteriosi che portano a vette inesplorate. E’ tutto così arditamente stupendo. Leggete con noi: “Potrebbe rendere le cose molto più interessanti e potresti farlo senza alcun investimento nello sport, senza alcuna sfida ingegneristica di sorta. Con un colpo di bandiera potresti semplicemente sbarazzarti di qualcosa che penso non sia necessario. Altre categorie del motorsport non hanno bandiere blu“. Capolavoro!
Insomma, quello postulato da Croft è un colpo di spugna bello e buono che andrebbe a stravolgere le tradizioni della F1. Un punto di vista forte che si lega con un’altra valutazione fatta e che non è meno coraggiosa di quella precedente: la FIA dovrebbe cedere il passo a Liberty Media nella stesura delle regole del gioco.
“Impedirei che sia la FIA a stabilire il regolamento. Liberty Media, che detiene i diritti commerciali, può esercitare un po’ di influenza, ma non ha il potere sufficiente per stabilire le regole. Credo che sia arrivato il momento di riequilibrare molto di più i ruoli di queste due entità. Dobbiamo pensare allo spettacolo e alla spettacolarità. Il marketing a volte deve essere un po’ più importante dell’ingegneria”.
Forse, proprio per pensare allo spettacolo, la F1 ha perso parte della sua credibilità alla fine del 2021 o quando ha preso altre decisioni controverse nelle quali la sfera sportiva è stata mortificata in favore dello show preconfezionato. La FIA non è perfetta perchè ha contribuito a creare momenti imbarazzanti (in questi giorni si discute del ricorso di Felipe Massa per lo scandalo del crashgate) che non hanno fatto bene alla categoria. Ma pensare di relativizzare le norme e di affidarci pienamente a chi pone in testa il business e lo spettacolo non è la più brillante delle idee.
La F1, un microcosmo giuridico che replica in scala sistemi ben più complessi, dovrebbe magari rincorrere la separazione dei poteri piuttosto che immaginare di accentrarli nelle mani della proprietà. La divisione tra chi detiene la maggioranza delle azioni e chi scrive le regole del gioco è una necessità che va rafforzata e non ammorbidita.
Il principio della non ingerenza è la stella polare che la F1 deve inseguire per rendersi davvero credibile. Solo così gli errori saranno valutati come tali e non daranno spazio a dietrologie infinite. Come, appunto, accaduto per Abu Dhabi 2021. Caro Croft, le sue idee sono bocciate da questa giuria.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG