Pensando alla F1 sono tempi grami per chi, come il sottoscritto, sino a non troppi anni fa aspettava l’estate anche per gustarsi in assoluta tranquillità i Gran Premi. Noi ormai siamo il passato, dobbiamo farcene una ragione (ma chi ci riesce?!) e per i nuovi tifosi veri o presunti di cui parla Domenicali è normale pensare che i piloti della massima categoria del motorsport e le scuderie vadano in ferie. Se fosse ancora vivo, Marchionne non esiterebbe a replicare: “In ferie da cosa?”.
D’altronde, se non ricordo male, ci fu anche Domenicali, allora plenipotenziario Ferrari e ora il grand commis della F1 a volere fortemente questa ritemprante, salvifica, corroborante e pure imprescindibile pausa estiva dalle incredibili, terribili, devastanti fatiche del Circus. Ragionamento forse ineccepibile: un team è di fatto un’azienda, e come tale deve concedere ai suoi dipendenti un giusto periodo di riposo. Nel 2009 ci fu un accordo fra le squadre (riunite nella FOTA), che si impegnavano moralmente a non derogare dal principio.
Ve li immaginate… in F1 il più pulito ha la rogna e ho sempre pensato ai capi delle scuderie più come a bucanieri che a gentiluomini proni al bon ton. Ecco, un pirata non so quanto si possa impegnare moralmente… comunque, dal 2014 questo accordo è addirittura inserito nel regolamento sportivo, uno fra i millemila articoli di quella talvolta ridicola (certamente farraginosa) tavola delle leggi in salsa motorsport.
Dunque, se siete arrivati sin qui, di cosa parliamo? Vediamo. Abbiamo un Helmut Marko in forma strepitosa (si fa per dire). Intervistato di recente (Motorsport.com), ecco le perle imperdibili del forse precario assunto a gettone (o almeno così ci dicono le lattine volanti): “Non mi sarei mai aspettato di avere un vantaggio simile su Ferrari e Mercedes. Assolutamente. Abbiamo solo sviluppato la nostra monoposto e siamo onestamente sorpresi che gli altri non abbiano fatto un buon lavoro” e, giusto per non rincarare la dose, come si suol dire per non infierire: “Sia Mercedes che Ferrari non hanno fatto un solo passo avanti.
Ecco perché siamo così tanto avanti rispetto a loro, in questo momento. Dietro di noi il nostro primo rivale cambia continuamente. Una volta è la Ferrari, un’altra è la McLaren e un’altra ancora è Aston Martin o Mercedes”. Come è umano lei.. (semicit.).
La conclusione tranquillizzante per il prossimo anno: “Chiaramente tutto questo ci dà del vantaggio per la prossima stagione, che dedichiamo alla macchina 2024. Non dobbiamo utilizzare tutte le nostre risorse per la monoposto di quest’anno”. Arrivati qui, potremmo anche parlare di un Vigna, in versione Democrazia Cristiana, nella conference call con gli investitori sui conti (rosei) del secondo trimestre della Ferrari. Ma vi lascio all’illuminate articolo del nostro Diego Catalano.
Voglio solo aggiungere due cose: che le dichiarazioni del super consulente Red Bull battono ogni record in termini di velocità. Nel dimenticarle. La seconda è il fondato dubbio: ha parlato lui oppure, vista anche la sua approfondita conoscenza della materia informatica, in realtà ha parlato un ologramma con un’intelligenza artificiale debitamente istruita? “Ai posteri” direbbe Manzoni “l’ardua sentenza”. Se ci avete seguiti sin qui, vi dobbiamo delle scuse. I nostri munifici sponsor ci obbligano a scrivere anche se c’è poco o nulla da dire. E, come vedete, forse ci siamo riusciti.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Oracle Red Bull Racing