La foto relativa al mondo della F1 che vedete qui sopra (eravamo quattro amici al bar, canterebbe Gino Paoli) ha fatto discutere sui social, e non poco, tutti gli appassionati della massima categoria del motorsport. C’è da capirli e capirci. A causa della mai troppo deprecata e deprecabile pausa estiva, notoriamente un lavoro usurante, dobbiamo affidarci al gossip, alle iperboli, alle promesse da marinaio della Ferrari (per ora siamo a 8 decimi di secondo di miglioramento, poi si vedrà) e via discorrendo.
Una foto simile era uscita l’anno scorso. Allora c’erano Stefano Domenicali (presidente della F1), Toto Wolff (Team Principal e proprietario di un terzo del team Mercedes di F1, nonché azionista di minoranza, 4,77 per cento, del team Aston Martin) e Flavio Briatore. Località: Il Billionaire (Porto Cervo, nella mia Sardegna), di proprietà dello stesso Briatore. L’immagine di quest’anno, sempre al Billionaire, invece è un filo più interessante perché aggiunge un nuovo soggetto a quella dello scorso anno, vale a dire Lawrence Stroll (proprietario del team Aston Martin).
Premesso che uno va dove gli pare e con chi vuole a fare le vacanze, la foto è suggestiva per una serie di riflessioni che suggerisce. Un direttore che mi ha insegnato parte di ciò che so del giornalismo, mi ricorda che bisogna sempre “unire i puntini”. La prima impressione che ho è che quelle foto rappresentano il potere, o perlomeno parte di esso, in F1. Con intrecci interessanti e potenziali conflitti di interesse. Ma anche se fosse (e credo proprio lo sia) del tutto innocente, resta un fastidioso retrogusto. Che senso ha mostrarsi e “celebrare” questo connubio, questa “entente cordiale”?
Il patron della F1 non dovrebbe non dico essere, ma almeno mostrarsi super partes? E ancora, non viene il dubbio che se si è amici o se si mostra in modo palese tale amicizia poi difficilmente ci si può scontrare e, anche non volendo, si favoriscono trattamenti differenziati o la suggestione che ci siano trattamenti differenziati? Per citare un idiomatismo (cioè una particolare frase che significa anche altro rispetto al suo significato letterale) della nostra lingua, bisogna essere “come la moglie di Cesare”, cioè non si deve essere toccati da alcun sospetto. La moglie di Cesare non solo deve essere onesta, ma anche sembrare onesta.
Stando al resoconto che ce ne fa Plutarco, intorno all’anno 51 a.C. Pompea, figlia di Silla, seconda moglie di Cesare, sposato qualche anno prima, fu protagonista di un clamoroso scandalo amoroso. Durante le celebrazioni in onore della Dea Bona, l’abitazione di Cesare, Pontefice Massimo e capo del collegio sacerdotale, era da considerarsi a tutti gli effetti sacra e inviolabile, interdetta agli uomini perché dedicata ai riti celebrati da sole donne.
Ma Clodio, amante di Pompea, preso da pulsione amorosa, con la complicità di un’ancella della padrona di casa, vi si introdusse travestito da flautista. Il mal capitato spasimante fu però scoperto da altre serve e cacciato di casa in malo modo dalla madre di Cesare con grande clamore e urla.
Nei giorni successivi tutta Roma faceva “gossip” su questo scandalo e Clodio fu portato in giudizio per sacrilegio. Nel processo Cesare si rifiutò di accusare Clodio di adulterio, dichiarandosi convinto dell’innocenza della moglie. Alla obiezione dei giudici sul perché avesse allora chiesto il divorzio, rispose che la moglie di Cesare era “al di sopra di ogni sospetto” (fonte consulpress.eu). Da allora, per duemila anni, questo idiomatismo diventato classico della lingua italiana viene utilizzato dialetticamente per descrivere una persona che per il ruolo e per la funzione non può essere sfiorata nemmeno dal sospetto. Senza dimenticare che, come si sa, la calunnia è un venticello…
La foto del 2022 ci suggerisce, se volessimo essere complottisti, un rapporto forte fra Briatore, Domenicali e Wolff. Quella del 2023 ci dice, sempre se usassimo le lenti complottiste, che abbiamo un nuovo potente, vale a dire Lawrence Stroll. L’imprenditore canadese, è già ricco, potente e famoso di suo. Ma ora, visti anche i tanti soldi spesi per il suo team di F1, è inevitabilmente diventato importante anche per il Circus. Nulla di nuovo, sia chiaro, e dinamiche vecchie come il mondo. Appunto.
E certo, possiamo dire che Aston Martin ha risultati altalenanti (seppur in crescita) è anche vero che Stroll ha ottenuto un risultato più unico che raro. Farsi dare ragione dai commissari di pista con lo stravolgimento della classifica finale del gran premio d’Austria. Mi direte, seguendo questo filo logico, e La Red Bull, dominatrice imperterrita da metà dello scorso campionato? Bè, ora sono i cattivi e quindi è giusto che restino alla larga. Ovviamente sto scherzando.
Il potere, da quando esiste l’umanità, si nutre di immagini. Sono forse la prima forma di pubblicità che gli esseri umani si inventano, ben prima della scrittura. Poi, con la nascita vera e propria della civiltà e con gli sviluppo delle arti, sculture, dipinti, edifici diventano gli strumenti con i quali non solo possiamo conoscere i gusti degli uomini e delle donne del tempo, ma anche chi aveva il potere, vuoi perché si faceva commissionare quadri per mostrare la propria munificenza, vuoi perché amici e detrattori facevano altrettanto. Pensiamo ad esempio a Napoleone e all’uso straordinario che fece degli autori neoclassici per propagandare il proprio “mito”.
Ai giorni nostri e a partire dalla prima metà dell’Ottocento (invenzione della fotografia) il potere si celebra o si esecra con le vignette satiriche, le foto e, a partire dai fratelli Lumière (1895), i video. A conclusione dell’articolo vorrei riportare alcune precisazioni su Flavio Briatore, capitato forse per caso in F1, ma che ha collezionato ben 4 titoli piloti (e credo altrettanti costruttori) con i team Benetton e Renault. Per fare un confronto, Stefano Domenicali in Ferrari ha vinto un solo titolo costruttori.
Ancora oggi molti parlano di Briatore come di uno che è stato radiato a vita dalla F1. Non è corretto. Briatore dall’anno scorso è stato totalmente riabilitato, tanto da rivestire il ruolo di “ambasciatore” della F1. Il comunicato ufficiale recita: “Continuerà a supportare il Circus nelle relazioni con alcuni promotori, partner esistenti e potenziali, sviluppando anche eventuali collaborazioni commerciali e di intrattenimento”. Briatore è stato radiato nel 2009 dalla FIA (presidente Mosley) per il caso crash-gate di Singapore 2008.
Era stato ritenuto colpevole, insieme al DT della scuderia Pat Symonds, di aver ordinato a Nelson Piquet jr di aver causato un incidente per aiutare il compagno Fernando Alonso a vincere il GP in questione. Il manager italiano si è sempre dichiarato innocente ed è stato poi assolto nel 2010 dal Tribunal de grande instance di Parigi e risarcito, con la stessa Federazione internazionale dell’automobile condannata al pagamento di 15mila euro.
Il presidente FIA Todt (succeduto a Mosley) affermò che avrebbe fatto ricorso ma, spulciando nella rete, non ho trovato altre iniziative da parte della FIA e, anzi, si arriva ad un accordo fra le parti con il quale si stabilisce che Briatore non potrà tornare in F1 prima del 2013. Comunque, dal 2022 Briatore torna ufficialmente nel paddock targata Liberty Media con tutti gli onori. E cominciamo ad avere le foto dal Billionaire. Aspettiamo quella del prossimo anno. Ci troveremo anche Vasseur? Oppure il guastatore Marko, notoriamente un buontempone, farà un’incursione delle sue e butterà tutti quanti in piscina? Ah… saperlo!
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari
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Senza leggere l articolo , avrei scommesso sul nome di uno dei commensali , oltre al padrone di casa ,si intende.
È così, che si vincono i mondiali , prima si scendere in pista. Quando si scende i pista è già troppo tardi.......