La F1 è in piena evoluzione. I cambi sono all’ordine del giorno da tempo memore oramai, obiettivamente anche quando non servono. Ne sa qualcosa Max Verstappen, per nulla contento della piega che sta prendendo la massima categoria del motorsport. Il tutto in nome del tanto agognato spettacolo. Perché su, diciamocelo francamente: in alcuni frangenti il Circus si trasforma in “Circo”, cercando di dar vita a situazioni fittizie per attirare quanto più pubblico possibile.
Ricordare i vari provvedimenti per alimentare lo show non serve, li conosciamo bene, azioni che tutto fanno tranne che valorizzare i principi di questa F1. Tra le varie novità che verranno proposte nel prossimo futuro, Pirelli sta studiando una nuova mescola da bagnato. Parliamo della “Intermediate Plus“. A livello teorico questa nuova gomma manterrà le caratteristiche della cinturata verde, alle quali andrà sommata un’orientazione più fattuale verso le condizioni da bagnato.
La volontà mira a coprire un range decisamente più vasto. Si tratta di offrire ai piloti una visibilità superiore e, al contempo, allargare la finestra si set up delle monoposto a effetto suolo in condizioni di pioggia battente. Tutto questo con il supporto dell’ultima “diavoleria” studiata dalla Federazione Internazionale: i paraspruzzi, appendici aerodinamiche che dovrebbero concorrere non poco nel lenire le nubi d’acqua sollevate dalle vetture durante la propria marcia.
Il progetto che la FIA sta cercando di ottimizzare risulta più impegnativo. Molto di più di quanto le prime simulazioni effettuate avevano detto. Lo scopo è chiarissimo: consentire alle auto di F1 il normale (o quasi) svolgimento di una gara quando le condizioni meteorologiche avverse imperversano nell’arco di un fine settimana. Ciononostante emerge un fatto: contenere in qualche modo la natura non sempre è fattibile, soprattutto quando stai guidando opere di ingegneria aero-meccanica tremendamente suscettibili a qualsiasi fattore esterno.
Circa nove mesi fa fu lanciato il progetto denominato Wet Weather Package (WWP). L’ex ferrarista Tombazis non si è mai coperto di gloria a Maranello e non sembra farlo nemmeno ora. Basti pensare ai vari fallimenti del corpo normativo degli ultimi anni che, pretendendo raggiungere un target, spesso hanno ottenuto l’esatto contrario. Secondo le informazioni da noi raccolte, creare questi copriruota sta facendo ammattire gli ingegneri della federazione.
Tuttavia, malgrado l’attuale incertezza procedurale in F1, il programma di lavoro prosegue senza sosta da parecchi mesi. Ridurre di un 50% gli spruzzi sollevati dalle vetture in condizioni da bagnato: un traguardo che consentirebbe alle vetture di “girare liberamente” durante tutte le sessioni, per non lasciare a bocca asciutta il pubblico spesso obbligato a passare ore sulle gradinate senza poter assistere a quello per cui a pagato profumatamente.
Il tutto, è ovvio, con l’aiuto del gommista italiano che di fatto dovrà dimostrare di essere all’altezza nel proporre penumatici in grado di gestire il tedioso e cruciale effetto acquaplaning. La sfida è appena all’inizio e in un certo senso si attesta come step evolutivo che davvero potrebbe cambiare le cose. Di sicuro il tema affidabilità dovrà essere attenzionato a dovere, evitando scenari pericolosi che potrebbero mettere a rischio l’incolumità dei piloti.
Dopo aver studiato una particolare versione di paraspruzzi al CFD, il reparto tecnico della Federazione Internazionale ha deciso di mettere al vaglio altre soluzioni che, a quanto appreso da Formula Uno Analisi Tecnica, dovrebbero essere testate durante gli ultimi gran premi dell’anno in corso. Così facendo l’obiettivo è quello di costruire una raccolta dati “reale” direttamente in pista. Successivamente, una volta analizzata a dovere tramite i consueto confronti incrociati con i valori ottenuti ai calcolatori, si procederà alla validazione della tanto agognata appendice aerodinamica.
In questo processo, a quanto pare, sebbene la forma dei fluidi in tale condizione sia attualmente nota, quello che ancora non è chiaro e sta ritardando il processo, riguarda la quantità di gocce d’acqua all’interno del campo di flusso prodotto dalle vetture. Il principio è molto complicato e di riflesso la sua gestione. A tal proposito una “curiosità”: il tentativo di ridurre la scia turbolenta per favorire i sorpassi, in pratica, ha di fatto peggiorato l’amministrazione dello spray.
La risoluzione di questo problema è ancora molto lontana per una ragione ben precisa: provare a contenere il lavoro del diffusore per minimizzare l’onda d’acqua sollevata significherebbe pregiudicare fortemente l’aerodinamica delle wing car. Questo fattore sottolinea ancora una volta come il nuovo corpo normativo entrato in vigore la stagione passata non sia stato pensato al meglio. Al contrario, diversi aspetti tecnici inaspettati hanno fatto presenza. Nascondersi dietro frasi del tipo: “non molti progetti di ingegneria funzionano sempre al primo tentativo” potrebbe andare bene se si fossero tenuti in considerazione a monte del regolamento.
Ma purtroppo non è andata affatto così e la motivazione è presto spiegata: troppa la ricerca spasmodica verso tematiche sì importanti come lo spettacolo ma non fondamentali. O per lo meno non tanto quanto l’ambito tecnico e tutto quello che ne deriva. “Vogliamo continuare a migliorare lo sport“, afferma Tombazis, supervisore del progetto. Senza dubbio l’anelito è sincero. Ma forse, come detto, per farlo si dovrebbe iniziare a valutare argomentazioni più inerenti e fattuali.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari
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UN ASFALTO DRENANTE STILE QUELLO CHE C É SULLA TO-MI SAREBBE UNA SOLUZIONE TROPPO SEMPLICE?