La paura è uno stato emotivo in cui emergono ansie ed apprensioni che si abbinano alla sensazione di ritenersi in pericolo. Una condizione particolarmente scomoda ed incatenante che, quando vissuta, fa perdere riferimenti e lucidità. In Ferrari si sta operando col timore che le cose possano non andare per il verso giusto?
Che quella che sta attraversando Maranello sia una fase di passaggio, come la storia recente documenta, è un dato di fatto. Uomini hanno mollato il vascello rosso, altri ne sono saliti a bordo. Altri ancora lo faranno tra qualche tempo, come potrebbe succedere per Loic Serra che, proveniente dalla Mercedes, dovrebbe prendere possesso del suo ufficio appena completato il periodo di gardening la cui durata è oggetto di valutazioni congiunte da parte di Toto Wolff e Frédéric Vasseur i cui rapporti sono ottimi.
Proprio quest’ultimo è il grande timoniere chiamato a portare la Ferrari in acque tranquille dopo i sussulti avviatisi con il defenestramento di Mattia Binotto. Un divorzio apparentemente consensuale ma che in realtà è arrivato dopo mesi di tensioni interne per obiettivi annunciati e non raggiunti. Dinamiche che, come immaginabile, hanno lasciato qualche scoria che si sta provando a smaltire.
Il manager ex Sauber, quindi, interpreta, in questa fase delicata, un duplice personaggio. Da un lato è l’architetto chiamato a mettere in atto nuovi programmi esecutivi che hanno il compito di sistemare la Gestione Sportiva (in questa chiave deve leggersi la massiccia campagna di recruiting che la Ferrari sta effettuando presso le scuderie rivali). Dall’altro lato il buon Fred deve vestire i panni dello psicologo, dell’uomo che capisce l’umore della sua ciurma aiutandola a superare quelle paure cui alludevamo in apertura.
La Ferrari possiede un capitale umano di prim’ordine che non può essere in alcun modo depauperato, sacrificato in nome di timori che non aiutano a consolidare il processo di crescita. Un cammino tortuoso e lungo che deve riportare la gloriosa scuderia ai vertici della Formula 1. La ristrutturazione potrà dunque avere successo se il personale rosso sarà mentalmente libero.
Ma lo è? Secondo Marc Surer, ex pilota di F1 che ha operato a cavallo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta la Ferrari sarebbe condizionata da una sorta di paura ancestrale, un sentimento che blocca ogni slancio.
“So da persone che erano alla Ferrari che a Maranello lavorano tutti con paura, nessuno ha qualcosa da obiettare perché temono di perdere il lavoro. Anche gli ingegneri entusiasti ed euforici sono rallentati per questa paura. Ciò riguarda soprattutto il personale italiano, che ovviamente è onorato di lavorare per la Scuderia e non vuole mettere a repentaglio la propria posizione“. Queste le parole che, se confermate (e nessuno dall’interno lo farà mai), lo svizzero ha riferito a Formel 1.
Vasseur è in possesso degli strumenti giusti per superare le difficoltà? La risposta di Surer non è pienamente convinta. “Vasseur ha nervi d’acciaio e forse può guidare la nave Ferrari nella giusta direzione. Ma quando deve rinforzare la squadra, ha un problema: nessuno vuole davvero andare in Italia”.
Questa considerazione cozza con quanto affermato dal dirigente di Draveil che, pochi giorni fa, ha ribadito come siano in procinto di arrivare a Maranello diversi specialisti d’oltremanica. Ma l’affermazione di Surer non è nemmeno sbagliata visto che la ritrosia delle competenze inglesi operanti nella Silicon Valley della F1 a fare il grande salto in terra cisalpina è conclamata. Ed è un problema ulteriore con cui ogni fantino del Cavallino Rampante deve fare i conti.
“Ci sono tante opportunità in Inghilterra, perché un ingegnere con famiglia dovrebbe trasferirsi in Italia? Ai tempi di Schumacher era diverso poiché si trasferì un intero gruppo. Ma al momento non vedo nessun pilota che possa venire in Ferrari e portare con sé metà squadra”.
Amara e realistica fotografia dello status quo che non riusciamo a smentire. Se le cose stanno così ecco che il lavoro di Vasseur diventa ancora più delicato e decisivo. Stimolare le menti interne e creare quel giusto contesto operativo sono gli elementi che il francese deve mettere in cima alla lunga lista delle cose da fare.
Se un pilota come Charles Leclerc, uno degli uomini caldi di un mercato che però non avrà scossoni perché da Maranello non si muoverà, si fida ciecamente del team principal che l’ha introdotto alla F1 vuol dire che quel contesto sano, mondato dalle paure cui allude Surer, si sta effettivamente creando. Gli effetti di questo lavoro si vedranno verosimilmente nei prossimi mesi. Ora, da parte di tutti, serve uno sforzo di comprensione e tanta tanta pazienza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari