A che punto è il rinnovo di sir Lewis Hamilton in casa Mercedes? Secondo le nostre informazioni si tratterebbe solo di limare alcuni dettagli. Nel frattempo il patron del team di Brackley, al secolo Toto Wolff, si sta rimettendo da un fastidioso incidente in mountain bike (gomito fratturato). A proposito: “Hals- und Beinbruch!” Il nostro è pure recidivo, nel senso che nel 2014, dopo una brutta caduta sempre in sella all’attrezzo infernale, si ruppe clavicola, polso e due ossa del braccio destro.
Hamilton, invece, è stato avvistato, forse sì forse no, presso il “buen retiro” estivo di una famosa cantante dal cuore infranto. Quindi, per il tanto atteso rinnovo, se ne riparlerà dopo la pausa estiva che la F1 si concede. A parte gli scherzi, pare di capire che la stretta finale per un ulteriore contratto annuale con opzione per un altro anno sia alle battute finali. Una cosa, fra le altre, che fa somigliare Lewis ad Ayrton è l’estenuante trattativa che poi porta, quasi sempre, al rinnovo.
C’è anche da considerare che il Re Nero, uomo assai intelligente, ha ben chiaro che il tempo non risparmia nessuno e che questi sono gli ultimi anni della sua splendida carriera di pilota. Hamilton probabilmente si sarebbe anche già ritirato se non fosse che ha maturato il tarlo, assolutamente legittimo e comprensibile, di andarsene con un ultimo titolo in tasca. Un metaforico e gigantesco dito medio in faccia alla FIA. D’altronde, se voi foste stati al suo posto, dopo l’ultima gara del 2021 avreste ben più di un motivo per covare un’enorme sete di rivincita.
Il problema è chiaro: può Mercedes dargli l’arma (monoposto) di cui ha bisogno? D’altra parte gli uomini capitanati da Toto hanno sbagliato per ben due anni di fila la vettura, consentendo alla Red Bull di prendere il largo. Tutto vero. Ciononostante se c’è un team capace di imparare dai propri errori e con tempi di reazione fantastici, è proprio quello della stella a tre punte. Parliamoci chiaro: trattasi di vincenti con mentalità vincente. Le sconfitte per questo tipo di persone sono carburante da usare per concentrarsi sull’obiettivo finale con maggiore determinazione.
A proposito, le voci che davano Hamilton in più occasioni vicino a Ferrari non sono false. Hamilton è una “fissa” del presidente John Elkann, che lo avrebbe anche chiamato personalmente almeno due volte per cercare di convincerlo a cedere alle lusinghe di Maranello, ovviamente con contratto faraonico. Non è chiaro cosa avrebbe potuto offrire come valore aggiunto il buon Lewis, a fine carriera, a questa Ferrari, ma John ha sempre nutrito questo sogno. Che tale, con tutta probabilità, resterà. Lewis avrebbe apprezzato il corteggiamento del Cavallino Rampante, ma cortesemente avrebbe declinato (“e te credo”, aggiungo).
Nota finale. Su Hamilton mi viene da condividere quanto ha detto, in più di un’occasione, Luca Dal Monte, scrittore e appassionato di storia della F1 (e non solo), unanimemente apprezzato dalla critica. Il sette volte campione del mondo britannico doveva ritirarsi dopo il finale rocambolesco del 2021. Ne sarebbe uscito da vincitore morale e da gigante. Credo che Luca non abbia tutti i torti.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi