Formula 1

McLaren cerca le correlazione per evitare partenze ad handicap

McLaren è arrivata alla pausa estiva con un sapore amaro in bocca. Dopo tre gare in costante crescendo – Austria, Ungheria e Gran Bretagna – nelle quali la MCL60 si era posta come seconda forza del campionato, il Gran Premio del Belgio ha rappresentato una battuta d’arresto per gli uomini di Woking. Qualcosa di prevedibile, ma che è stato acuito da scelte strategiche non proprio felici.

Eppure il weekend belga della storica scuderia inglese era iniziato bene. Se ritorniamo al sabato pomeriggio troviamo una MCL60 assoluta protagonista che, in alcuni momenti, sembrava addirittura poter dire la sua in chiave vittoria. Almeno finché Max Verstappen non si è messo in testa di fagocitare pure la garetta, tanto per far capire agli altri chi comanda. Cosa è successo per tramutare il secondo posto di Oscar Piastri e il sesto di Lando Norris in uno zero per l’australiano e in un settimo dell’inglese staccato di oltre settanta secondi dalla vetta?

Innanzitutto ci si è messo il destino che si è materializzato col volto di Carlos Sainz che non è stato perfetto alla Source quando ha chiuso fatalmente la vettura britannica che si è dovuta fermare per i danni che sono scaturiti dal contatto. Norris, invece, è stato vittima dell’azzardo e di particolari condizioni tecniche.

Lando Norris (McLaren F1) – Gp Belgio 2023

Il pilota di Bristol, coi suoi ingegneri, aveva utilizzato un’ala posteriore ad alto carico sperando che la pioggia scendesse copiosa durante la gara. La “scommessa” (che tale non è, lo vedremo tra poco) è stata fallimentare perché di pioggia ne è caduta pochissima e l’asfalto si è appena inumidito in un paio di curve per poi, in brevissimo tempo, ritornare asciutto e ostile allo stratagemma deliberato in McLaren

A ben vedere i tecnici di Woking avevano un margine di manovra ristretto: il pacchetto a carico maggiorato è stato uno stratagemma quasi inevitabile visto che il team non dispone di una versione dell’alettone posteriore a bassissimo carico. Cosa per la quale, per ammissione di Andrea Stella, si sta lavorando in chiave Monza.  

L’ala ad alto carico ha prodotto un’eccessiva resistenza all’avanzamento che, su un tracciato infarcito di tratti full gas, ha determinato l’impossibilità di resistere agli attacchi dei concorrenti che hanno facilmente avuto la meglio sul driver britannico che, ad un certo punto, è stato richiamato ai box per permettergli di correre in aria libera. Anche l’ulteriore azzardo rappresentato dal montare le gomme hard non s’è rivelato risolutivo.

Ciò spiega un weekend non in linea con le tendenze mostrate nelle gare precedenti ma che in Inghilterra viene ritenuto un caso eccezionale in un processo di crescita solido e che punta a portare il team parecchio in alto nel 2024. E proprio per l’anno venturo che si stanno allocando risorse e competenze. Chiaramente senza mollare del tutto la MCL60 che vuole rapidamente scalare la classifica contando anche sulle difficoltà della Aston Martin che sembra l’ologramma sbiadito della vettura che ha incantato nel primo terzo di annata.

Sede della McLaren F1

McLaren lavora in chiave 2024

Il team principal della McLaren ha spiegato che tante cose della macchina di quest’anno sono rilevanti anche per il 2024. Ma, nonostante ciò, la monoposto attuale non sarà più messa in galleria del vento che verrà dedicata per intero alla nuova auto. Le componenti che caratterizzeranno il modello della prossima stagione non possano essere montate sulla MCL60. Certe soluzioni possono funzionare solo per la vettura per la quale sono concepite. Segno che, in una naturale continuità filosofica, si stanno battendo strade nuove per provare a chiudere il gap piuttosto rapidamente. E McLaren ha fatto capire di poterlo e di saperlo fare. 

La monoposto per la prossima stagione nascerà per intero nella nuova galleria del vento che è in fase di testing in quel di Woking. Un impianto che porrà fine all’utilizzo del wind tunnel della Toyota Gazoo Racing Europe di Colonia che gli ingegneri della scuderia che fu di Ron Dennis utilizzavano dal 2010. Una collaborazione lunga col colosso nipponico che potrebbe non terminare con lo spostamento operativo.

Di certo, nell’immediato, i tecnici di stanza in Germania stanno contribuendo a supportare McLaren nell’attivazione della nuova struttura. La conferma è stata data dall’amministratore delegato della TGR-E, Rob Leupen, che ha spiegato come nel processo di integrazione della nuova galleria del vento siano coinvolti uomini Toyota.

Si tratta di una dinamica piuttosto normale visto che, nel corso degli anni, il rapporto tra McLaren e l’equipe di Colonia è andato oltre il normale  utilizzo della galleria. Entrambe le parti hanno fatto in modo che il sistema rimanesse aggiornato sviluppandolo continuamente. Un lavoro che ha accresciuto le competenze delle parti e che è stato fondamentale per definire l’impianto di Woking che alla fine della pausa estiva inizierà ad entrare a regime.


McLaren: calibrare la galleria del vento per non sbagliare il progetto 2024

Andrea Stella ha riconosciuto l’importanza del gruppo TGR-E nei progressi compiuti dal team sulla gestione degli “impianti del vento”. La sfida per McLaren sarà quella di calibrare al meglio i sistemi per ottenere immediatamente riscontri tangibili e non perdere preziose ore di sviluppo dell’auto. Il wind tunnel di Woking si è reso necessario sia per avvicinarsi alla sede tagliando tempi e costi, sia per testare modelli più grandi a velocità più elevate. Il tutto andando a regime in tempi più rapidi. 

Con le ore contingentate la galleria diventa uno strumento confermativo di quanto osservato nelle analisi computazionali, non si può perdere troppo tempo per valutare diverse variabili. Ogni secondo diventa quindi prezioso. Il modello che solcherà le 24 piste del prossimo mondiale sarà dunque il primo a nascere per intero in casa senza che sia esternalizzata la fase di test nella sede di Colonia. 

Andrea Stella, team principale della storica scuderia McLaren

Il manager di Orvieto che succede ad Andreas Seidl non si mostra in ansia per la calibrazione dell’impianto: “Non siamo preoccupati da problemi di correlazione tra galleria e macchina, perché ovviamente abbiamo svolto un lavoro di validazione della struttura. La galleria è stata progettata con alcuni criteri per migliorare la correlazione con la pista. Sono addirittura incoraggiato da ciò che ho visto finora“.

Dovesse essere confermata questa “sensazione” (le virgolette sono d’obbligo perché un tecnico scafato come Stella non si affida al sesto senso, ma a dati concreti) McLaren potrebbe seriamente giocare il ruolo dell’outsider di lusso nelle prossime due stagioni per poi presentarsi nel 2026 come team che concorre al titolo leggendo il nuovo quadro regolamentare che verrebbe gestito al meglio con un impianto nuovo e all’avanguardia. In fondo è questo l’obiettivo di Zak Brown che non è in F1 semplicemente per partecipare. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, McLaren

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Diego Catalano