Il giorno e la notte. Questa la fotografia delle qualifiche della Mercedes, questo il mood col quale George Russell e Lewis Hamilton si apprestano a disputare un Gran Premio d’Olanda che potrebbe essere ancora meno decifrabile di un sabato che ha avuto la solita costante: Max Verstappen. La gara, stando agli esperti meteo, potrebbe essere condizionata dalla pioggia, elemento che potrebbe rimescolare i valori tecnici emersi ieri e dare qualche speranza di recupero a Hamilton su una pista che, in condizioni di asciutto è tutt’altro che amica dei sorpassi.
Russell, dopo diversi turni di qualifiche non proprio soddisfacenti, riesce a superare gli ostacoli di una pista in rapidissima evoluzione e, sul suono della sirena, si piazza in seconda fila con ottime prospettive podio per la gara stante il passo mostrato venerdì durante le seconde libere. “Le qualifiche sono state un punto di forza all’inizio della stagione, ma è andata un po’ male per me di recente, quindi è stato bello metterci in una buona posizione per lottare per il podio domani”, ha osservato il pilota ti King’s Lynn.
“L’ultimo giro è andato abbastanza bene: sappiamo che facciamo fatica a mettere in temperatura le gomme quando è bagnato o quando c’è da individuare il crossover per le slick. Ma questo si trasforma anche in un punto di forza domenica”.
Anche delle difficoltà a mettere le coperture nella giusta finestra d’esercizio è stato vittima Hamilton che ha pagato anche il traffico nell’ultimo assalto della Q2 rimanendo escluso dalla decina che conta. Ma le sensazioni non erano buone, il sette volte iridato lo racconta da venerdì: “Dalle FP1 ho perso un po’ di fiducia nella macchina e questo ha reso difficile la qualifica. È stato difficile inserire le gomme nella finestra di lavoro idonea, ho faticato con il bilanciamento e l’aderenza generale, e George ha anche fatto alcune regolazioni diverse che sembravano funzionare meglio.
“La nostra auto funziona in una finestra stretta e queste cose possono accadere quando ti trovi in quella situazione. Nell’ultimo run ho fatto due giri consecutivi e le gomme si sono surriscaldate sul secondo; quindi non sono riuscito a migliorare il tempo. Speriamo che in gara la macchina vada un po’ meglio con i serbatoi pieni e che possiamo fare qualche progresso. Zandvoort non è un circuito facile per farlo, ma questo sarà l’obiettivo”, ha chiuso un Hamilton non proprio ottimista.
Anche ai “piani alti” ammettono che la W14 è una vettura dal margine di utilizzo strettissimo. Elemento che determina prestazioni non pienamente soddisfacenti anche quando la pista, sulla carta, dovrebbe sorridere. ”Sappiamo che la nostra auto non è la più forte quando si tratta di riscaldare le gomme sul bagnato e sulla pista in asciugatura – ha spiegato Toto Wolff – Ciò significa che dobbiamo mettere insieme tutti i dettagli e oggi è stato difficile”.
“George ha ottenuto il massimo per prendere una seconda fila, quindi spero che correrà per il podio. Lewis, anche se è stato ostacolato in ogni giro cronometrato, non aveva piena fiducia nella macchina. Analizzeremo perché, ma sappiamo anche che possiamo andare più forte delle auto che lo circondano, quindi spero di vederlo andare avanti domani”, ha concluso il viennese che punta sull’analisi dei dati. Il classico ritornello di chi, dopo due anni, non ha ancora cavato il ragno dal buco.
Il trackside engineer, Andrew Shovlin, nel consueto bilancio fatto ai canali ufficiali della franchigia anglotedesca, non ha aggiunto altri elementi per spiegare l’altalena prestazionale della W14 se non quello del risicato margine operativo della macchina: “Siamo contenti della posizione di partenza in P3 per George e naturalmente delusi di non essere riusciti a portare Lewis più in alto. Abbiamo lottato con la temperatura con gomme intermedie nella sessione mattutina, George è riuscito a superarlo, ma Lewis non era particolarmente soddisfatto del suo bilanciamento e trovava difficile accumulare calore nelle gomme”.
Dopo mesi di lavoro e diversi upgrade presentati su una monoposto nata non benissimo persistono le difficoltà. Specie in qualifica dove bisogna essere rapidissimi ad attivare le gomme Pirelli. Per la gara le aspettative sono più alte perché la lunghezza degli stint consente di superare la difficoltà di un riscaldamento lento.
Tra l’altro – e questo è uno dei pochi punti virtuosi del progetto W14 – il mezzo sembra gestire molto bene le coperture una volta che sono in condizione d’esercizio ideale. E proprio su questo si baserà la gara di Russell che punta a confermare il podio e quella di Hamilton che mira a recuperare un bel po’ di posizioni.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG