Formula 1

Red Bull deve fare i conti con il “bonus next gen”

Diamo per scontato che il mondiale 2023 sia chiuso e archiviato. Non è una prospettiva esaltante per noi che raccontiamo questo sport, ma il realismo ci impone di essere pragmatici e di ritenere che non vi siano eventi devianti che possano spezzare un destino ormai segnato e che riporta alla Red Bull e a Max Verstappen, gli autentici mattatori della nuova era della F1

C’è un dato che spaventa e che dà la cifra dell’egemonia del rooster di Milton Keynes: dal Gran Premio d’Austria 2022, vinto in maniera perentoria da Charles Leclerc e dalla Ferrari, Red Bull ha lasciato per strada solo il Gran Premio del Brasile in cui ha primeggiato la Mercedes di George Russell. Una striscia che supera i 20 GP e che rischia di ingigantirsi ulteriormente considerando gli andamenti sin qui riscontrati.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Gp Belgio 2023

Come fermare quest’onda impetuosa? E, soprattutto, quando? Le due domande hanno una risposta comune che conduce direttamente al concetto di convergenza prestazionale. Questo è il segreto alchemico che la F1 sta inseguendo per sanare quella specie di anomalia che si chiama Red Bull, l’elemento che si oppone ai programmi di Liberty Media che prevedono la piena imprevedibilità prestazionale. 


Red Bull: la convergenza prestazionale annullerà il vantaggio?

Tra gli inseguitori c’è chi ritiene che, col passare delle gare, il distacco che il leader del campionato impone possa via via assottigliarsi. Al momento sembrano più desideri che fatti basati su elementi solidi. Ma in futuro lo scenario potrebbe concretizzarsi. Per arrivare alla tanto agognata convergenza prestazionale è necessario che le vetture, in certi concetti, vadano verso la medesima direzione tecnica. Che è poi quella deliberata da Adrian Newey. Un processo di avvicinamento filosofico che nel 2023 va consolidandosi.  

Ci sono tre scuderie su tutte che descrivono la tendenza ad abbandonare le proprie idee costitutive per provare ad abbracciare i principi definiti dal tecnico di Straford-Upon-Avon con la RB18 e sublimati nella RB19: Ferrari, Mercedes e McLaren. La SF-23 sta progressivamente mollando il concetto inwash della propria zona centrale. Mercedes ha del tutto sconfessato la filosofia “slim” per incamminarsi sul sentiero che porta a Milton Keynes. McLaren, col pacchetto di aggiornamenti portato in Austria, è definitivamente andata nella direzione tracciata dagli austriaci. Con risultati incredibilmente solidi.

Le pance ad effetto downwash, quindi, sembrano essere diventate lo standard tecnico della F1 di nuova generazione. A dare uno sguardo alle dieci vetture che compongono la line-up 2023 si nota che la sola Haas, veicolo di derivazione Ferrari, ha conservato i principi individuati l’anno scorso. Le altre nove, con le specificità dei rispettivi progetti, puntano a replicare ciò che fa in maniera straordinaria la RB19. Chiaramente senza riuscirci appieno perché in F1 l’imitazione pedissequa non ha mai pagato.

Ma perchè le pance in stile Red Bull sono così efficaci? E soprattutto, perché chi le ha “copiate” tende a minimizzare l’effetto positivo di quella forma come ad esempio hanno sostenuto in Mercedes? La verità è che il disegno dei sidepod è cruciale nel definire il passaggio dei flussi d’aria sopra e intorno alla vettura e, abbinato col fondo, anche nella zona inferiore. Area di vitale importanza per via della presenza dei canali Venturi.

l’olandese Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) a bordo della sua RB19 durante il Gran Premio d’Austria edizione 2023

Andrea Stella, team principal della McLaren, recentemente, ha sottolineato come tutte le scuderie stiano veicolando i propri mezzi verso la stessa direzione in un processo che si stabilizzerà ulteriormente nel futuro. Le pance larghe sono l’elemento che interagisce meglio col fondo poiché fungono un po’ come da minigonne.

Dal punto di vista aerodinamico, le pance ampie – spiegava Stella favoriscono l’aspirazione nel fondo. E’ questo il concetto di cui sembra non si possa fare a meno se si vuole massimizzare l’aspirazione e il carico sulla vettura. Ed è chiaro che tutti stiano convergendo in questa direzione“.

Progressivamente, con l’aumentata conoscenza di queste vetture, gli ingegneri si avvicinano al concept più efficace. Questa tendenza dovrebbe avere effetti sul cronometro. Red Bull, anche secondo i vertici della F1, potrebbe essere riassorbita dal centrocampo aprendo finalmente la stagione dell’imprevedibilità. Il 2024 sarà un anno chiave in tal senso. E forse lo sarà ancor di più la stagione successiva.

Chris Horner, uno molto pratico e che ha sempre saputo annusare l’aria prevedendo cambiamenti e tendenze inedite, sa che proprio la confluenza tecnica può essere quel fattore che durante il prossimo mondiale può determinare un rimescolamento delle forze mettendo a rischio l’egemonia della sua scuderia.

Il manager, forse mettendo un po’ le mani avanti, si aspetta che la minaccia dei rivali di F1 si materializzi la prossima stagione: “Con la stabilità nelle regole, ci sarà sempre più convergenza – ha spiegato Horner a ESPN Unlapped Con le regole stabili troverai le macchine convergeranno. Quindi mi aspetto che il prossimo anno sia un calderone completamente diverso da quest’anno”.

Chris Horner, il n°1 della Oracle Red Bull Racing

Red Bull, che sta imponendo il suo imperio da ormai tre stagioni, potrebbe aver esaurito il “bonus next gen”, quel vantaggio garantitosi con una migliore lettura delle regole entrate in vigore all’alba del 2022. Se così fosse potremmo sperare di vedere un duello ancora più serrato di quello che ha caratterizzato il mondiale 2021 poiché potrebbero essere più di due i soggetti che vanno a giocarsi ogni gara.

Prospettiva assai accattivante che potrebbe scontrarsi con la sapienza tecnica degli uomini del sodalizio austriaco che stanno già lavorando intensamente alla macchina 2024 proprio per fare in modo di mantenere intatto il vantaggio sui rivali.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

Condividi
Pubblicato da
Diego Catalano