Formula 1

La F1 supera l’esame della FIA: un “vantaggio” per Red Bull

Tanto rumore per nulla. La Federazione Internazionale dell’Automobile ha comunicato che tutti i dieci team di F1 hanno rispettato il cost cap. Ecco la nota dell’ente che scrive e mette in esecuzione le regole valutando – e punendo – le eventuali infrazioni:

“La FIA conferma che la Cost Cap Administration ha completato la revisione della documentazione di rendicontazione presentata da ciascun concorrente che ha partecipato al Campionato Mondiale FIA di Formula Uno 2022 in relazione al periodo di rendicontazione dell’intero anno 2022 che termina il 31 dicembre. La FIA Cost Cap Administration ha rilasciato certificati di conformità a tutti e dieci i concorrenti”.

La revisione – procede la nota stampa – è stata un processo intenso e approfondito, iniziato con un’analisi dettagliata della documentazione presentata dai concorrenti. Inoltre, c’è stato un ampio controllo di tutte le attività esterne alla F1 intraprese dai team, che comprendeva molteplici visite in loco alle strutture delle squdre e attente procedure di audit per valutare la conformità con i regolamenti finanziari. La FIA Cost Cap Administration rileva che tutti i concorrenti hanno agito in ogni momento in uno spirito di buona fede e cooperazione durante tutto il processo”.

Federazione Internazionale dell’Automobile

Il dispaccio prosegue, ma quel che serve è la parte sopra riportata che, da sola, basta per mandare in fumo mesi di congetture, ipotesi, spifferi e altre allegre previsioni su scuderie inadempienti e prossime alla penalizzazione per acclarate infrazione. La F1 aveva bisogno di una fase di calma. Replicare il clima creatosi l’anno passato a seguito della minor breach di cui si è resa protagonista la Red Bull non avrebbe fatto bene alla categoria che punta a recuperare credibilità. 


F1: la FIA risponde alla richiesta di solerzia di Liberty Media

Ricordiamo che, qualche mese fa, Stefano Domenicali aveva auspicato un processo veloce e pene con ricadute nell’ambito sportivo in caso di infrazioni accertate anche di portata minore. La sintesi delle sue richieste fu espressa in un’intervista di luglio di cui riproponiamo uno stralcio: “Vorrei che la penalità fosse sportiva in caso di infrazione, è qualcosa che abbiamo chiesto molto chiaramente. Ci sono tre regolamenti da rispettare: sportivo, tecnico e finanziario. Qualsiasi infrazione deve essere punita con misure sportive. Non puoi andare in altre direzioni“.

Il controllo è nelle mani della FIA. Per quanto mi riguarda, quello che ho chiesto è di anticipare al più presto la pubblicazione delle indagini fatte dallo staff della FIA. Lo dico perché, in questo modo, non si dà adito a speculazioni e commenti che non fanno bene a nessuno“. Velocità è stata chiesta, velocità (quasi) è stata rispettata.

Qualcuno eccepirà che la revisione riguarda l’anno scorso. E’ vero, ma considerando la pratica dello spacchettamento aziendale in uso comune tra le scuderie alla continua ricerca di espedienti borderline e il fatto che la FIA non ha risorse e uomini illimitati, dare riscontro definitivo a settembre appena sorto è un buon passo in avanti. 

Tutti i team sono stati adempienti, questa la notizia. Ma quali sono i risvolti della stessa sulle stagioni future? Prima di fare qualche valutazione c’è da sottolineare che Red Bull è stata capace di correggere il tiro dopo l’errore dell’anno scorso che ha determinato una limitazione di ore di lavoro e una pena accessoria in denaro.

Questo sta a significare che tra poche settimane, ad ottobre per la precisione, Milton Keynes potrà tornare a lavorare in base ai dettami dell’Aerodynamic Test Regulation che la vedranno comunque indietro rispetto agli avversari che avranno più tempo a disposizione in galleria del vento.

un sorridente Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato del Formula One Group

Ma non si tratta di un qualcosa di poco conto poiché i programmi in cantiere non dovranno essere adeguati come accaduto l’anno passato. E la cosa spaventa non poco i rivali che sono stati letteralmente annichiliti nella stagione in corso. L’anno prossimo, in condizioni normali, Newey e i suoi potrebbero avere un margine di manovra più ampio per provare a mantenere aperto un gap che altrimenti rischiava di potersi chiudere rapidamente.  

Le voci che circolavano negli ultimi tempi – e che volevano Milton Keynes ancora una volta sospettata di aver applicato le norme in maniera “ballerina” (invero i rumors riguardavano anche Mercedes e qualche altra realtà non meglio specificata, ndr) – rappresentavano una sorta di appiglio contro lo strapotere dei campioni del mondo che, stando alle richieste di Domenicali, potevano subire qualche afflizione anche nella sfera sportiva. 

Le notizie odierne resettano il campo. Si riparte da zero con i dettami del sistema ATR. Per i rivali di Horner e soci non resta che rimboccarsi le maniche e mettersi sotto con ancora più determinazione per provare a acuire lo strappo prestazionale. Per chi, invece, preconizzava quasi speranzoso altre sanzioni c’è solo da mettersi l’anima in pace. E prendere come fatto positivo il rispetto delle norme da parte di tutti i competitori. La F1 ha il suo palcoscenico in pista, non nelle aule giudiziarie. La sfida che vogliamo è tra tecnici e piloti, non quella tra avvocati ed esperti di materie legali.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano