Formula 1

F1: Singapore racconta che bisogna istituzionalizzare l’imprevedibilità

Quante volte avrete detto – o letto – “Quanto sarebbe spettacolare la F1 senza Red Bull”. Beh, a Singapore ne abbiamo avuto la prova in un assaggio di cosa significherebbe assistere ad uno sport davvero equilibrato. Lungi da noi voler estromettere dalla tenzone Max Verstappen e i rappresentanti del suo team che sono lassù con pieno merito avendo lavorato meglio degli altri. Si tratta di un ragionamenti ampio, non ad personam

Lo stesso si poteva dire dell’imperio Mercedes che, in otto anni, ha conosciuto alcune stagioni parimenti bollate, anche se forse non in questa misura schiacciante. La capacità annichilente della Red Bull, fino a Monza, sembrava inesorabile. Ma ci sono gli eventi devianti; quelle situazioni nelle quali tutto sembra complottare contro il più bravo della classe che, nel weekend scorso, diciamolo in tutta franchezza, ci ha messo del suo per perdere la bussola lasciandosi trasportare dalle correnti.


Red Bull: Singapore battuta d’arresto estemporanea

Quella osservata a Singapore, quindi, dovrebbe essere stata una battuta d’arresto momentanea. Non una crisi sistemica, un errore di funzionamento di un sistema molto solido e proprio per questo capace di ripartire di slancio. Immaginate il vostro personal computer che “crasha” senza motivo: basta un reset per farlo tornare alla piena operatività che per Red Bull significa Suzuka.  

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) – Q2 Gp Singapore 2023

Tra le fila del team campione del mondo ritengono che quanto accaduto a Singapore sia una sorta di replica di quanto successe l’anno scorso in Brasile. Anche in quella circostanza i tecnici non seppero adeguarsi alla pista e smarrirono del tutto la strada maestra che fu trovata prontamente nella gara successiva. 

Red Bull, oggi oggetto di speculazioni tecniche, vuole dimostrare al mondo intero che non ha subito alcun effetto dall’entrata in vigore della Direttiva 018 e dal rafforzamento della 039 circa la flessibilità dei fondi. Qualcuno, nel paddock, ha preso ad insinuare. Si dice che il pavimento rivisto introdotto a Marina Bay serviva proprio per rispondere al giro di vite federale e il fatto che non abbia funzionato in prima battuta sarebbe una conferma di certe difficoltà d’adattamento. 

Il ritorno alla configurazione precedente avrebbe imposto un assetto meno consono (vettura più alta) per controllarne la flessione con i noti problemi che sono emersi. Congetture per ora non provabili. L’unica cosa evidente è stato il comportamento anomalo della RB19 che per la prima volta in stagione era poco precisa all’avantreno e presentava  un posteriore molto leggero. Anomalie acuite dal layout di Marina Bay e che Suzuka dovrebbe riportare sui binari della normalità.

Tra qualche giorno, quindi, la storia tornerà ad essere quella di sempre? Non abbiamo la palla di vetro, il divinatorio Palantir (riferimento sicuramente colto da chi è appassionato di cose tolkieniane), ma le possibilità ci sono. Nel frattempo c’è chi ancora assapora per il cambio di scenario dell’altro giorno. Immaginerete che parliamo della Ferrari, di Frédéric Vasseur e di Carlos Sainz. Sicuramente questi soggetti stanno ancora godendosela, ma il riferimento è a quel Toto Wolff che è stato più vicino di quanto la classifica finale della gara abbia detto a vincere il GP di Marina Bay.

Toto Wolff, team principal di Mercedes AMG F1 Team

Penso che Red Bull sia fortissima, hanno vinto tutte le gare quest’anno prima di Singapore. Non dobbiamo dimenticare che abbiamo avuto un’anomalia qui a Singapore che è stata una pista difficile anche per noi in passato, negli anni in cui dominavamo. Non ho dubbi che saranno forti per le piste convenzionali. “È una boccata d’aria fresca avere un vincitore diverso, abbiamo un podio senza di loro, quindi bisogna prendere i piccoli aspetti positivi in un anno di dominio Red Bull“.


F1: istituzionalizzare l’imprevedibilità

La boccata d’ossigeno di cui sopra è stata sporadica (Sainz ha detto, testuali parole, “non sarei sorpreso se la Red Bull le vincesse tutte da qui alla fine”) ma i team inseguitori e la proprietà di Liberty Media vorrebbero che questa diventasse strutturale. D’altro canto le regole finanziarie (cost cap), tecniche (vettura “next gen”) e sportive avevano proprio il compito di “piallare” le asperità prestazionali cercando di uniformare quanto più possibile i valori in campo.

Operazione abbastanza riuscita al netto della presenza della Red Bull che in statistica rappresenterebbe quell’elemento deviante tenuto fuori dal campione. Ma la F1 non è calcolo e deve fronteggiare la presenza di chi è più bravo anche del legislatore. 

Fotografia del momento Ferrari: Charles Leclerc insegue Carlos Sainz in pista e in classifica

Questa stagione, al di là di imprevedibili rivoluzioni, si svilupperà col canovaccio visto prima di Singapore. La speranza è che le prossime siano settate su un registro differente. La crescita della McLaren che vince i vincoli regolamentari è un grande segnale di speranza che Ferrari, Mercedes e altri competitor hanno colto. Con un’annata in più d’esperienza e con le vetture che stanno andando nella direzione dei principi definiti proprio da Milton Keynes, la sensazione che la tanto agognata convergenza prestazionale sia sempre più imminente. 

Il Gran Premio di Singapore ha offerto uno spaccato di ciò che potrebbe essere il biennio 2o24-2025 nel quale i fuggitivi, leggasi Red Bull, avranno meno margine per sviluppare e minor slancio a causa di concetti tecnici già battuti e che i rivali hanno compreso e assimilato e che ora potrebbero sfruttare a proprio vantaggio.   

In via teorica, dunque, la prossima annata e l’altra ancora potrebbero essere caratterizzate da un grande incertezza sportiva, cosa che aumenterebbe esponenzialmente lo spettacolo e l’hype per una categoria che, negli ultimi due anni, ha vissuto di non troppi momenti da ricordare.  

Dolci prospettive dalle quali potrebbe svegliarci proprio chi spinge per una serie livellata. Nel 2026 ci sarà un altro tsunami regolamentare e si sa che, sovente, da questi rimescolamenti tecnici può emergere un gruppo egemone che acquisisce un vantaggio di grande portata da spendere nelle annate a venire, come ha fatto Red Bull e come fece Mercedes. Ma questo è un discorso più lontano che sarà affrontato a tempo debito.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG, Scuderia Ferrari

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Diego Catalano