La storica scuderia Ferrari si barcamena tra presente e futuro. Attualmente sono diverse le manovre in atto. Sul piano tecnico la comprensione totale della vettura, la capricciosa e spesso bizzarra SF-23, è al primo posto tra le “faccende sporche” da risolvere. Purtroppo il progetto 675 non è nato sotto una buona stella. Malgrado diverse caratteristiche vadano comunque definite positive, come ad esempio trazione e percorrenza nei tratti guidati, tali aspetti non sempre hanno fatto presenza.
Questo perché fondamentalmente la monoposto italiana ha una ristrettissima finestra di funzionamento. Se piloti e ingegneri riescono ad accedervi allora la rossa esprime il meglio di se. Al contrario il comportamento bizzoso limita tremendamente le performance e, come sottolineato dallo stesso Charles Leclerc nella giornata di ieri, portare al limite la SF-23 si attesta come impresa davvero ardua. Condizione che di fatto avvicina pericolosamente “i due Carlo” all’errore fatale.
Dopo le varie dipartite quali Binotto e Sanchez, a capo del progetto tecnico ecco Enrico Cardile. Nel recente passato l’italiano ha mostrato buoni doti, proponendo interessanti soluzioni peraltro successivamente copiate dalla concorrenza. In tempi non sospetti, durante gli ultimi mesi, abbiamo riportato la decisione della dirigenza di affidare momentaneamente la direzione all’ingegnere di Arezzo. Come primo provvedimento il quarantottenne ha chiesto e ottenuto la possibilità di continuare lo sviluppo sulla SF-23.
Un’impostazione contraria differente al passato quando, una volta compreso che la vettura non era all’altezza della situazione, Ferrari ha sempre preferito abbandonare il progetto in corso per dedicare gran parte degli sforzi verso la macchina futura. Nella campagna agonistica 2023 le cose sono cambiate, conviti che racimolare più dati possibili sulla vettura possa offrire diversi vantaggi in vista del mondiale che verrà.
Oltre alla solita pletora di dichiarazioni riguardo l’emozione di correre nel Gran Premio di casa, con la promessa di dare il massimo per “accontentare” i supporter, il team principal della rossa ha fatto il punto della situazione sul gruppo di lavoro. I vertici di una squadra corse devono essere ben delineati per poter svolgere al meglio i propri compiti. Il manager di Draveil sta cercando di “fare spesa” all’estero. Si tratta di rimpolpare la gestione sportiva con menti fresche e perché no brillanti.
Nel mentre alcune cariche sono stare finalmente definite. Tutto il personale che lavora sul telaio della monoposto emiliana fa riferimento a Enrico Cardile, attuale direttore tecnico della Scuderia Ferrari. Mentre Enrico Gualtieri è il responsabile del progetto power unit della rossa. Tuttavia lo staff non è di certo al completo e la campagna assunzione è più aperta che mai soprattutto a livello numerico.
Si perchè sebbene non si parli di carenze ma bensì di normale reclutamento, è chiaro ai più come alcuni posti di lavoro in GES siano ancora scoperti in linea generale. Condizione di fondo che alimenta i grattacapi. L’organico è debole, non è difficile capirlo. Sostenere il contrario parrebbe alquanto fantasioso al momento.
Sebbene il transalpino sostenga l’esatto contrario, far passare la voglia di migliorarsi come unica necessità che spinge il team ad acquisire nuovi tecnici non regge. L’operazione è assai complicata. Lo sappiamo. Diversi fattori concorrono negativamente: tempistiche molto grandi per rispettare il cosiddetto gardening leave, emolumenti “risicati” per rispettare la scure del budget cap e la grande difficoltà nel convincere diversi individui ad approdare a Maranello.
Gli investimenti proseguono ma devono pertanto essere mirati e soprattutto fattuali. Accontentarsi non è la politica utilizzata. Si cercano uomini di primo livello convinti di poter fare la differenza e risollevare le sorti della squadra di Maranello. Proprio per questa ragione i tempi saranno ancora più lunghi di quelli previsti. Al contempo le gare da disputare sono ancora molte però, dalle quali ci si attende un miglioramento costante. E non parliamo del solo lato competitivo.
Più che altro ci riferiamo all’organizzazione del fine settimana che gioco forza deve subire un “repulisti mentale” a livello strategico. Troppa la confusione che imperversa senza pudore all’interno del garage italiano. Elemento che di fatto aggrava ulteriormente lo status azzoppato della rossa. Un gruppo di lavoro si costruisce anche su questo prima di poter puntare in alto e arrogarsi il diritto di lottare al top della massima categoria del motorsport.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari