Ferrari si aggiudica la pole 245 della sua storia. Lo fa a Monza davanti al pubblico amico, grazie a uno straripante Carlos Sainz che per soli 13 millesimi interrompe l’egemonia Red Bull. Una partenza dal palo costruita da lontano. La messa a punto di base al simulatore, azzeccata più che mai, è stata ulteriormente affinata nella giornata odierna. Giro secco dove la SF-23 non aveva nulla da invidiare alla RB19 nel computo totale della tornata.
La prima fila tutta rossa era fattibile. Basti pensare che l’ultimo tentativo nel Q3 di Leclerc, tutt’altro che prefetto, ferma il cronometro a soli 67 millesimi di ritardo rispetto alla prestazione di Verstappen. Per questo motivo il monegasco è rammaricato. Felice che il suo compagno abbia regalato una grande soddisfazione al popolo ferrarista sì… ma al contempo insoddisfatto di non aver piazzato la numero 16 davanti a tutti.
Per il resto possiamo dire che lo stesso giovane talento di Hasselt poteva dare più. L’olandese lo sa ma non sembra affatto preoccupato in vista della corsa, convinto che la grande solidità della sua vettura possa nella giornata odierna fare la differenza. Senza ulteriori preamboli entriamo nel vivo di questa analisi prestazionale, analizzando diversi punti interessanti in relazione al rendimento dei top team.
Innanzi tutto ricordiamo che per la seconda volta nella stagione in corso abbiamo assistito ad una sessione classificatoria che prevedeva l’alternative tyre allocation, prerogativa che consente l’utilizzo di mescole predefinite: nello specifico Hard per la Q1, Medium nella Q2 e la Soft nell’ultimo parte per puntare alla pole position.
Utilizzando questo particolare schema il campione del mondo in carica non è parso particolarmente a suo agio, palesando un adattamento complicato che non gli ha concesso un netto miglioramento graduale durante la sessione con l’uso di tre mescole differenti. Il Cavallino Rampante ha scelto una specifica nata sulla base di quella 2022, dotata di una configurazione a doppio collo di cigno per migliorarne la stabilità.
Come possiamo facilmente osservare nell’immagine che anticipa questo paragrafo, alla specifica di ala posteriore suddetta è stata abbinata una beam wing a elemento singolo. Lo scopo era quello di demandare a quest’ultima lo sviluppo di parte del carico sacrificato dalla scarsa incidenza del main plain per ottimizzare il lavoro dell’accoppiata fondo-diffusore.
Ferrari ha trovato la giusta via per quanto concerne la messa a punto meccanica e la scelta del pacchetto aerodinamico ha valorizzato i punti forza della monoposto italiana. Sebbene il compromesso sulla rigidezza dell’auto è stato “curato” sino al termine delle Fp3, il vero passo in avanti è stato effettuato durante le libere 2.
In questo frangente i tecnici di Maranello hanno modificato le barre di torsione frontali sulla numero 55 e, al contempo, hanno deciso di abbassare l’altezza da terra al retrotreno per ribilanciare la piattaforma aerodinamica. Tenendo presente questa importante operazione che di fatto ha offerto non pochi vantaggi alla rossa, anche per quanto concerne la gara è stato portato avanti molto lavoro.
Memori della scorsa annata dove la carenza sul passo gara fu evidente, il reparto dinamico ha deciso di attenzionare al massimo le simulazioni high fuel in questi giorni. L’obiettivo era quello di cercare il giusto compromesso aero-meccanico per avere buoni riscontri sul giro push e al medesimo tempo ottimizzare la prestazione sulla lunga distanza.
Red Bull si è presentata con un approccio diverso a livello setup, come abbiamo anticipato nella giornata di venerdì. Tuttavia, dopo aver testato la strada del medio carico utilizzata durante il 2022, gli ingegneri hanno preferito montare a entrambi i piloti la specifica che venerdì aveva il solo Perez. Nelle due versioni il main plain resta immutato, mentre il flap aggiuntivo nella versione finale, annovera un bordo d’uscita tagliato di qualche centimetro.
Osservando il grafico a seguire realizzato dalla nostra redazione, incaricato di mettere assieme i migliori settori di ciascun pilota nell’ultima parte della qualifica del Gran Premio d’Italia edizione 2023, possiamo notare come Verstappen abbia costruito buona parte del suo giro nel T3. Discorso differente per le due Ferrari che, su precisa scelta effettuata in base alle caratteristiche endemiche della SF-23, ha deciso di puntare in maniera decisa sui primi due settori dello storico tracciato brianzolo.
Dando un’occhiata rapida a Mercedes vediamo come Russell sia stato capace di migliorare poco a poco la sua prestazione generale, arrivando praticamente ad eguagliare il rendimento della RB19 di Max nell’ultimo tratto della pista italiana. Per chiudere il discorso possiamo dire che a livello competitivo Ferrari e Red Bull si sono “divisi” i best sector sfruttando appieno i tratti qualitativi delle proprie monoposto.
Proseguendo l’analisi andiamo a spostare il punto di interesse sulla prossima tabella. Il confronto numerico che segue si incarica di calcolare la media delle velocità di percorrenza nell’ultima parte della qualifica italiana. Prendendo in esame il prospetto si nota di immediato come tutte quante le velocità ottenute dal monegasco Charles Leclerc siano all’altezza di quelle raggiunte dalla Red Bull numero 1 guidata da Verstappen.
Al contrario, se spostiamo il punto di mira sui riferimenti ottenuti dalla Ferrari di Carlos Sainz, possiamo facilmente capire come la rossa dello spagnolo di Madrid abbia pagato un certo quantitativo di gap verso l’olandese nei tratti più veloci. Il dato è significativo in quanto il valore media della numero 55 sulla media di 206.0Km/h contro i 215.0 della RB19 dell’attale leader del mondiale.
A differenza delle recenti gare dove la vettura modenese ha mostrato diverse lacune nella scelta della corretta messa a punto, a Monza il lavoro di ottimizzazione relativo al setup è stato davvero buono. Lo abbiamo già detto ma valeva la pena sottolinearlo in chiave futura. Sì perchè azzeccare il corretto punto di lavoro dell’auto considerando il giusto equilibrio tra qualifica e gara, porta la SF-23 ad estrapolare tutte le sue potenzialità che, sebbene non siano a livello delle Red Bull, appaiono senza dubbio più alte rispetto a quelle mostrate nella prima parte del campionato.
Tale aspetto non va affatto sottovalutato per due ragioni. La prima riguarda la capacità di proseguire il campionato potendo avvicinarsi ulteriormente alla scuderia di Milton Keynes. La seconda concerne la possibilità di aumentare la comprensione dell’auto creando una sorta canale ragionativo dove “rifugiarsi” per non smarrire la retta via in merito al setting della monoposto.
In ultima istanza due parole sul tema degrado. Secondo quanto Formula Uno Analisi Tecnica ha potuto capire grazie diverse informazioni racimolate direttamente nel paddock, una leggera preoccupazione riguardo l’usura delle gomme esiste all’interno del box Ferrari. Durante le simulazioni con alto quantitativo di carburante a bordo, infatti, il muretto della rossa ha scelto di non limitare i propri piloti suggerendo un’amministrazione delle mescole.
Lo ha fatto per capire appieno il trattamento gomme della SF-23 in questo frangente. Sebbene a livello di passo la Ferrari sembrerebbe in grado di mantenere il ritmo mirabolante della RB19, resta da capire se il degrado, soprattutto nel primo stint con le Soft, consentirà ai ferraristi di lottare a tu per tu con Max Verstappen che, non potrebbe essere altrimenti visto il mezzo del quale dispone, resta il favorito numero 1 per la corsa odierna.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari