Una giornata di prove che la Ferrari ha saputo interpretare al meglio. In generale parliamo di risultati per niente scontati e molto complessi da analizzare. Una Red Bull in difficoltà sulla base di motivazioni ancora non chiare. Ci si aspettava una RB19 solida capace di accaparrarsi “facilmente” la prima posizione, con una SF-23 che poteva solo impensierirla grazie alla trazione. Il pacchetto da alto carico della rossa pare stia funzionando e tra poco capiremo perché.
Nella prima sessione i tecnici di Maranello hanno cominciato su gomma Hard, come tanti altri hanno fatto, per avere una mescola che dia maggior costanza sui tempi e consenta di lavorare sul setup. Con questo tipo di compound abbiamo notato una leggera difficoltà nel raggiungere agilmente l’apice. Tuttavia, una volta calzata la Soft, il grip extra ha minimizzato questa carenza.
La vettura italiana è sembrata agile nei cambi di direzione, segno di un anteriore al quale è stato conferita la necessaria rigidità attraverso un mesa a punto su misura. Come abbiamo spiegato molte volte, la SF-23 soffre di un anteriore poco solido, per cui non appena si carica il posteriore il front end perde aderenza e si genera un fastidioso sottosterzo. Detto questo, avevamo anche spiegato come, a differenza dell’Olanda, a Singapore non sono presenti molte curve veloci e il peso specifico della trazione sull’arco del giro è decisamente maggiore.
La vettura modenese gode di un’ottima trazione grazie ai cinematismi della sospensione posteriore, che tra l’altro ha fatto scuola, con la Red Bull che ha preso spunto per realizzare il suo attuale schema sospensivo. La squadra di Milton Keynes ha sofferto con un posteriore che si è mostrato alquanto instabile in fase di entrata e uscita curva.
Perez si è lamentato in radio, sostenendo che ogni volta che andava sul pedale del freno il posteriore “cedeva”. Max ha avuto lo stesso problema e in fase di trazione abbiamo visto spesso la numero 1 dover effettuare vari controlli. Un retrotreno instabile su questo tipo di tracciato ha un grosso effetto negativo sulla prestazione totale della monoposto.
Come vediamo dal grafico a seguire che mette a confronto i migliori tempi per ogni settore, notiamo che le due Ferrari dominano l’intero giro e che nel primo settore le Red Bull si trovano appena dopo Mercedes, McLaren, una Aston Martin e addirittura dietro Bottas. Mentre nelle Fp2 le cose sono solamente peggiorate, come hanno fatto sapere i suoi piloti alla fine della sessione. Essenzialmente gli alfieri di Milton Keynes sono a circa 3 decimi nel T1, 2 nel secondo e terzo settore.
Generalmente durante l’annata in corso Red Bull tende ad avere maggior difficoltà con il retrotreno in quanto, in un certo senso, hanno i problemi opposti della rossa. Parliamo di un front end così solido da mettere in difficoltà l’asse al posteriore. E’ già successo su altri tracciati quest’anno e per risolvere la questione devono cercare di ribilanciare la monoposto, aspetto che richiede parecchio tempo. In qualche modo devono riuscire a spostare il bilanciamento del grip meccanico verso il retrotreno.
Il tracciato di Singapore ha ancora un certo numero di bump perchè è pur sempre un tracciato cittadino. Ciononostante lo scorso anno la pista fu riasfaltata in tre zone, vantaggio per i non “Red Bull” che quindi possono aver più facilità nell’utilizzare delle altezze da terra ridotte. La RB19 riesce sempre a girare più bassa grazie ad un uso intelligente del fondo. Inoltre non si può dire che su piste con maggior sconnessioni la vettura austriaca va in difficoltà, anzi.
Quando bisogna alzare le altezze minime è proprio la Red Bull ad avere un vantaggio, anche perchè sappiamo che già la monoposto del 2022 aveva un ride height di base maggiore rispetto a Ferrari e Mercedes. Ovviamente questo week end c’è anche la questione legata alla recente modifica inerente la direttiva TD039. Questa minore (apparente) competitività della RB19 potrebbe trovare spiegazione anche in questo.
Detto ciò al momento i bolidi colorati di bue racing pare stiano utilizzando altezze medie da terra leggermente maggiori, Se questo sommiamo un fondo nuovo aggiornato nella zona centrale possiamo immaginare i problemi. Di fatto neanche in casa Red Bull capiscono bene quale sia il loro fattore limitante, ma senza dubbio lo studieranno con molta cura per risolvere i problemi nella giornata di domani.
Con il grafico precedente mettiamo in luce le forze in campo sul giro secco. Vediamo che le SF-23 dominano seguite da Mercedes e Aston Martin. Ci si aspettava una W14 che potesse adattarsi bene alle stradine di Singapore, in quanto hanno sempre fatto mostrato un ottimo grip meccanico nel lento. Terza forza la AMR23 che sfrutta l’alto carico aerodinamico e soprattutto un buon bilanciamento, fattore fondamentale per la fiducia dei piloti.
Segue la McLaren con Norris attualmente quarta forza. il team di Woking genera minor grip nel lento ma al contempo hanno molto carico proveniente dal fondo. A livello di velocità medie per tipo di curva abbiamo dovuto riadattare i range, in quanto il tracciato ha una velocità media decisamente inferiore al resto del calendario. Per questa ragione utilizziamo un tetto di velocità massima di 250 km/h.
In questo caso notiamo che Leclerc e Sainz hanno le velocità minime migliori e anche Perez non sfigura affatto. Decisamente più attardato Verstappen, 4 km/h più lento. Mentre alle medie velocità la SF-23 è in lotta con Mercedes e Aston Martin che in termini di percorrenza sono ai livelli della rossa.
Durante le simulazioni high fuel le squadre si sono concentrate nel capire al meglio la gomma Medium. L’unico a fare due brevi stint è stato Norris: prima sulla Soft, poi sulla Hard. A Singapore la gomma rossa e gialla si assomigliano in termini di comportamento e hanno quindi una differenza meno marcata in termini di durata e prestazione. Si cerca quindi di utilizzare la Pirelli a banda gialla in modo da usarla per la partenza e puntare poi al singolo stop.
Ferrari ha cominciato per prima con le simulazioni e ha portato la gomma gradualmente alla performance massima, in modo da non usurarla troppo nei primi giri. Sono quindi arrivati ad un best time di 38.0, al pari di Mercedes, Red Bull e Aston Martin. Quest’ultima è stata la più veloce nei test con alto quantitativo di carburante a bordo. Il loro problema attualmente è la qualifica, in quanto anche avendo un buon passo partendo dietro a Marina Bay non si fa molto.
Ferrari ha dovuto fare alcuni giri di cooling a metà stint, per permettere alla gomma di tornare nel range ottimale. Fattore non ottimo guardando alla gara. Il leggero sottosterzo potrebbe influire a scaldare troppo le mescole al retrotreno. Sebbene in generale sappiamo che la rossa tende a stressare maggiormente le mescole, dopo alcuni giri di raffreddamento le SF-23 sono tornate a girare sul 1:38.5.
Vediamo qui sopra le forze in campo per quanto riguarda il passo gara. McLaren ha girato con la gomma Soft e Norris non ha provato la gomma gialla. Detto questo il team britannico ha mostrato davvero un buon passo. Seconda forza Aston Martin, che di fatto ha un distacco inferiore al decimo. La Mercedes è a circa 1 decimo dalla vettura di Silverstone, mentre le Ferrari accusano un ritardo dalla di circa 2 decimi.
La Red Bull chiude ultima in questa particolare classifica. Tuttavia se osserviamo con molta attenzione i loro stint, ci sono i segnali, almeno per quanto riguarda la gara, che la vettura austriaca potrà comunque fare bene. Buoni i loro tempi d’attacco e anche una buona costanza sul giro. In ultima istanza un fatto: tutte le vetture nel complesso sono abbastanza vicine come ritmo e proprio per questa ragione, come detto, la qualifica sarà molto importante in ottica gara.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari