L’altalena prestazionale osservata alle spalle della Red Bull spesso dipende dal succedersi di piste che mostrano caratteristiche del tutto diverse tra loro. Limitando il nostro campo d’osservazione agli ultimi cinque eventi, compreso Singapore che scatterà oggi con il primo turno di libere, si può apprezzare un saliscendi tra piste ad alto carico e tracciati a bassa downforce. Hungaroring, Spa-Francorchamps, Zandvoort, Monza, Marina Bay: un su e giù che ha condizionato e influenzerà le performance della Ferrari. E non solo.
La Rossa è reduce da un ottimo Gran Premio d’Italia in cui si è ottenuto il massimo possibile considerando che le RB19, anche su rettilinei brianzoli, si sono dimostrate ingiocabili per la concorrenza. Le rivali dirette della SF-23, Mercedes, Aston Martin e McLaren, sono apparse attardate e incapaci di infastidire sia Sainz che Leclerc. Cosa, questa, che invece potrebbe verificarsi tra i guard rail del rinnovato layout del tracciato di Singapore.
In Ferrari sono abbastanza realisti da comprendere che il ritorno della concorrenza è più che probabile. Mercedes si sente più sicura, Aston Martin ha nei circuiti ad alta downforce il suo punto forte, così come McLaren che presenta diverse evoluzioni (ali, pance, halo, sospensioni posteriori) oltre alla livrea dedicata che non genererà ricadute sulle prestazioni.
Charles Leclerc, che ha l’obiettivo di ritornare in testa nel duello interno alla Ferrari, ammette che la vettura che guida, negli impianti che esigono poco carico, è sufficientemente forte, cosa che non si verifica quando c’è da aumentare l’incidenza alare. Le difficoltà sono messi in conto, ma c’è un fattore da considerare e che potrebbe dare qualche speranza: l’incostanza dei competitor più vicini anche su piste che presentano queste peculiarità.
Se prendiamo il caso della Mercedes emergono singolarità interessanti. Nelle ultime sei gare la W14 è stata in grado di andare a podio una sola volta. Sfortuna, errori, previsioni non centrate… un mix di elementi che hanno tenuto le Frecce Nere lontane dalla top 3. Nonostante ciò – e proprio per quell’incostanza cui faceva riferimento Leclerc – gli uomini di Brackley riescono a mantenere piuttosto agevolmente la seconda piazza nella classifica costruttori che è poi l’obiettivo dichiarato da Maranello che vuole replicare quanto fatto l’anno passato. Magari ottenendo una vittoria di tappa che, a Singapore, sembra una bella utopia.
Leclerc, registrate queste dinamiche, non è così sicuro di essere tagliato fuori per la lotta al podio tanto da aver affermato che è complicato dire in quale posizione sarà a fine gara. Imprevedibilità accentuata dalla natura urbana della pista, scenario nel quale spesso il pilota può fare la differenza. Ecco che potrebbero emergere le spiccate doti di guida del monegasco che non ha fatto mistero di esaltarsi quando i muretti sono vicinissimi alla vettura.
“Amo i cittadini: Singapore, Monaco e Baku sono i miei circuiti preferiti del calendario. Poi qui corriamo in notturna ed è quindi speciale. Mi piacevano molto le quattro curve che hanno cancellato, ma la situazione è la medesima per tutti. In più questo nuovo layout potrebbe aiutare i sorpassi, dunque è un taglio che accetto”. Queste le parole di Charles che suonano da avvertimento ai rivali: il ferrarista punta a far bene su una pista che potrebbe esaltarlo.
Sainz, reduce dal primo podio stagionale, si è focalizzato sull’adattamento alla vettura che è progressivamente migliorato. “Mi sento sempre meglio in macchina, la stiamo comprendendo meglio. Negli ultimi weekend sono riuscito a mettere assieme tutto e a gestire meglio l’auto: si vede dai risultati. L’obiettivo per questa parte finale del Mondiale è continuare così. In alcuni casi non siamo andati come ci sarebbe piaciuto, ma il problema è più ampio. Per questo abbiamo cambiato pacchetto di gara in gara“.
“Stiamo capendo meglio la macchina e abbiamo il dovere di metterla nelle condizioni giuste per rendere al meglio, serve capire meglio e guidare meglio. Questo fine settimana sarà duro, non dovremmo essere veloci come a Monza perché nelle piste ad alto carico abbiamo più difficoltà rispetto a quelle a basso carico”, ha chiuso lo spagnolo che sa che ci sarà da soffrire.
Una fase si spera transitoria in vista di un 2024 costruito su ben altre soddisfazioni. Le ultime otto gare serviranno anche per accumulare ulteriori elementi da sfruttare nella definizione del progetto per l’anno prossimo che negli uffici tecnici di Maranello sta prendendo corpo. Di questo ha parlato, senza chiaramente scendere in troppi dettagli, Leclerc.
L’ex Sauber ha spiegato che la Ferrari del 2024 sarà sostanzialmente una vettura diversa rispetto a quella che stanno utilizzando oggi. Gli ingegneri del Cavallino Rampante hanno ormai abbandonato il concept definito l’anno scorso e, come tutti gli altri, stanno convergendo verso la filosofia deliberata da Adrian Newey.
Ci si aspetta, quindi, che il modello che solcherà le 24 piste in calendario rappresenterà una rottura filosofica ed estetica con la F1-75 e con la SF-23 sua derivata. Un processo avviatosi già con le modifiche effettuate ai sidepod che hanno avuto il compito di aumentare l’effetto downwash. Come Red Bull insegna.
Charles ha spiegato che le analisi condotte e che si condurranno nei prossimi appuntamenti iridati convergeranno sulla monoposto del futuro. Motivo per il quale ogni gara andrà affrontata con un doppio fine: imparare ancora di più e provare a raggiungere e superare la Mercedes per rendere almeno dignitoso il mondiale in corso.
“Bisogna essere pazienti. Per quanto possa essere frustrante, il mio lavoro è quello di dare il 100% in ogni situazione. È chiaro che vorrei ritrovarmi nelle condizioni in cui posso lottare sempre per la vittoria e il podio, ma i weekend come Zandvoort e Monza sono comunque belli perché hai la sensazione di fare dei passi nella giusta direzione“. Così ha concluso Leclerc che spera di poter uscire da Marina Bay con un altro trofeo da mettere in bacheca.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari